il comune di NapoliIl Pride Nazionale di sabato scorso ha riacceso la discussione sul registro delle unioni civili a Napoli, vicenda che su NapoliGayPress.it abbiamo seguito attentamente. E’ stata proprio il Sindaco ad affermare la sua disponibilità all’istituzione del registro qual’ora la politica nazionale legiferi in tal senso.

Norberto Gallo (che nel 2008 propose l’istituzione del registro delle unioni civili in V Municipalità) con una lettera al Corriere del Mezzogiorno avanza qualche dubbio sulla bontà delle dichiarazioni della Iervolino

“Caro direttore, la posizione espressa della sindaca sabato scorso, suona diversamente, ma è praticamente identica a quella espressa due anni fa. Anche sabato la sindaca si è limitata a esprimere il suo auspicio che ci sia una legge che permetta il matrimonio tra omosessuali, senza però impegnarsi direttamente, come invece potrebbe, a realizzare nello scorcio di mandato che rimane alla consiliatura comunale”

La Iervolino, infatti, in più occasioni ha ribadito che non era compito della Municipalità esprimersi in materia ma del Parlamento. Marco de Marco, direttore del Cormez, risponde auspicando che dietro le parole del Sindaco non ci sia solo un bisogno di visibilità in extremis

“Sono propenso a credere che questa volta la sindaca abbia voluto compiere, anche dal punto di vista scenico, visto che si è fatta notare nel colorato corteo del Gay Pride, un passo più lungo di quelli a cui ci ha fin qui abituati. Insomma, come se avesse voluto in parte lasciarsi alle spalle i timori di un tempo, le diffidenze per ciò che la sua cultura cattolica riteneva non meritevole di attenzione”

Nella discussione interviene Leonardo Impegno, Presidente del Consiglio comunale di Napoli (autore nel lontano 2003 di una delibera consiliare) che, ripercorrendo i fallimenti precedenti, ricorda di un’ennesima proposta che giace in consiglio a firma del consigliere Raffaele Carotenuto.

“Perché questa volta dovremmo riuscirci? Che cosa è cambiato rispetto a sei anni o a due anni fa? Il Gay Pride di Napoli è stata una manifestazione festosa, con i suoi tratti provocatori, come è giusto che sia, ma che ha trovato una città non dico solidale ma almeno non ostile, anzi, attenta. Ciò è accaduto, forse, perché in questi anni non si è taciuto sugli odiosi episodi di violenza e omofobia. La gente comincia a capire che la violenza si alimenta di vergogna (quella di chi subisce e non denuncia) e di ignoranza (quella di chi l’esercita). La politica napoletana, da parte sua, si ponga in sintonia con ciò che sta cambiando e simetta concretamente al lavoro per rispondere alle domande dei cittadini.”

fonte: corriere del mezzogiorno / napolionline.org

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