Oggi voglio portarvi con me alla scoperta di un servizio di sostegno unico nel suo genere e volto ai migranti di ogni parte del mondo che scappano dai loro Paese perché perseguitati per il proprio orientamento sessuale (e non solo) e cercano rifugio in Italia.
Cosa sono gli sportelli per migranti LGBT+ e perché si è sentita la necessità di creali?
Negli ultimi anni stiamo assistendo a grandi migrazioni, i motivi per cui le persone sono obbligate a lasciare il proprio paese sono molteplici, tra i più comuni ci sono la guerra e le persecuzioni a causa della religione, dell’etnia o opinioni politiche, ma non si pensa spesso alle discriminazioni per l’orientamento o l’identità sessuale delle persone. Non è più possibile fingere che la comunità LGBT+ non sia perseguitata e non abbia bisogno di aiuto, è un problema reale e va combattuto.
Quando crediamo che il mondo sia andato avanti e sia a tutti gli effetti inclusivo forse non riusciamo a vedere che in paesi come l’Uganda il sesso gay è punibile con l’ergastolo, e che nelle prossime settimane sarà presentato in Parlamento un disegno di legge che prevede la pena di morte per “atti omosessuali gravi“.
Crediamo che il mondo sia migliore, eppure nello Yemen il codice penale vieta gli atti omosessuali consensuali privati tra uomini adulti e li punisce con 100 frustate e fino a un anno di prigione, mentre stabilisce che gli uomini sposati, condannati per omosessualità, debbano essere messi a morte.
In luoghi in cui la libertà di essere se stessi è negata, le persone non riescono a vivere bene e sono costrette a scappare: nel mondo 70 paesi criminalizzano l’omosessualità e in 6 di questi è prevista la pena di morte. In altri stati i rapporti tra persone dello stesso sesso non vengono puniti legalmente, ma l’omofobia sociale prevale sulla legge e le minoranze sessuali si ritrovano in pericolo di vita.
Per questo i volontari italiani hanno scelto di non restare indifferenti e associazioni come Gay Center, Arcigay e Il Grande Colibrì hanno aperto degli sportelli d’ascolto per i migranti LGBT+. Il compito dei volontari è principalmente quello di accogliere ed ascoltare senza giudizio qualsiasi persona che abbia bisogno d’aiuto.
Infatti, gli sportelli d’ascolto non possono prendere il posto delle commissioni territoriali, che si occupano di esaminare le richieste d’asilo, ma possono aiutare chi ne ha bisogno anche con istruzioni legali: ad esempio, spesso si occupano di spiegare la legge italiana e quale sia l’iter di una richiesta d’asilo o forniscono assistenza legale gratuita a persone che chiaramente non possono permettersi di pagarla.
Quindi il sostegno fornito dagli sportelli d’ascolto è di fondamentale importanza per una persona che ha sempre vissuto in un paese con una legislazione omofoba e che per comprendere la legislazione italiana, soprattutto il fatto che non punisca gli atti omosessuali, deve prima accettare se stessa.
Perché molto spesso i migranti, che fanno parte della comunità LGBT+ e provenienti da paesi in cui la propria sessualità o identità di genere è stata repressa, non comprendono il fatto che non sia sbagliato essere come si è, credono di essere nel torto e faticano a capire che il loro orientamento possa essere accettato in altri paesi.
Il lavoro svolto dagli sportelli d’ascolto per migranti LGBT+ è molto complesso e ricco di sfaccettature è un compito che ha una natura profonda, entrano in contatto con l’anima delle persone, educano ed informano.
I volontari aiutano le persone bisognose ad eliminare il sentimento di odio nei confronti di loro stessi che si è sedimentato a causa dell’omofobia del proprio paese, e lavorano sulla presa di coscienza che essere LGBT+ è una condizione naturale, per poter affrontare più serenamente e senza vergogna il percorso di una domanda d’asilo e questo ha un valore inestimabile.
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