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Transgender: tra ideologia, scienza e realtà

Transgender: tra ideologia, scienza e realtà. Essere una persona transgender in Italia è difficile e costa molto. A partire da tutto l’iter burocratico da affrontare, ci sono diverse attese, sfide e difficoltà. Quanto renderlo più accessibile potrebbe cambiare la qualità della nostra vita? Adesso vi parlerò di psicologia, nella speranza di poter aiutare chi si ritrova ad affrontarlo sol* e impreparat*.

Essere transgender in Italia: i lunghi tempi di attesa

In Italia, sfortunatamente, la diagnosi di disforia è ancora di competenza medica. Vale a dire che dev’essere una struttura certificata a dichiarare che effettivamente uno sta provando disagio. Volete regolamentare la cosa? Va bene. Evitare che persone affrontino percorsi di transizione perché disinformate, sofferenti psicologicamente? E siamo d’accordo. Ma un accesso rapido potrebbe essere utile a tutti. Vi spiego la mia, e per farlo vi porto nella psicologia. Più specificamente nel cervello umano, nella neuroscienza. A sostegno che le persone transgender non hanno bisogno di aspettare.

Vediamo adesso che dice la comunità scientifica

Mettiamo caso che una persona non si senta bene nella categoria di genere affibbiato alla nascita. Rendere l’accesso repentino significherebbe causare a questa persona, che si considera transgender, uno shock immediato. Avere l’opportunità direttamente tra le mani permetterebbe al cervello lucidamente di prendere la decisione giusta. Per citare le Neuroscienze della volontà e della decisione: “Un ottimo modello sperimentale è costituito dai giudizi morali, in cui il soggetto prende coscienza di una situazione di forte conflitto tra fattori pro e contro una decisione difficile. Il tempo a disposizione per arrivare a formulare un giudizio morale è di vari minuti, e permette un’elaborazione cosciente degli elementi in gioco“.

Quindi le persone transgender non sono impulsive?

Le neuroscienze parlano chiaro: pochi minuti e siamo in grado di prendere decisioni consapevoli e non affrettate, una volta che una situazione ci mette in grande conflitto. Lo psicologo Jonathan Haidt ha dimostrato, in un suo esperimento, che l’emotività ci viene anche in supporto. Nel primato dell’intuizione ha dimostrato che le emozioni c’influenzano inconsciamente, permettendoci di scegliere in base ad una reazione al contesto. Perciò l’essere umano è in grado di essere spinto naturalmente ad una conclusione senza esserne forzato. Capito? Le persone transgender sono tranquillamente in grado di parlare per sé.

Cuore e mente vanno all’unisono

Vi dirò di più: le decisioni non nascono semplicemente dalla lotta tra aree emotive e razionali, ma da un processo più complesso. In accordo con questa concezione, il gruppo di ricerca di Jorge Moll ha notato che il contrasto tra decisioni e comportamentali non può essere diviso nettamente. Infatti, in realtà, la logica che si trova nei dilemmi morali possiede un risultato misto emotivo-cognitivo. Il tutto in pochissimo tempo di reazione, data la velocità con la quale il nostro cervello lavora. Invece le persone transgender in Italia aspettano anni ed anni per essere valutate manco fossero casi speciali.

Le persone transgender ci pensano su più che abbastanza

Volete starne più certi? Queste elaborazioni nel cervello sono state studiate più a fondo in una recente ricerca. Prendiamo infatti un caso studio del 2015. Nonostante le aree analizzate non siano le stesse degli studi precedenti, questa ricerca conferma che esistono due analisi separate. Quella emotiva e quella razionale/utilitaristica, unite in un giudizio globale. Lo studio di Hutcherson e collaboratori ha anche permesso di chiarire il ruolo dell’emozione rispetto al ragionamento.

Emotività e razionalità già sono in campo

Hutcherson e collaboratori non hanno trovato attivo il percorso dell’analisi emotiva, ma solo quello legato alla valutazione razionale. Questo dimostra che la logica è attiva anche durante l’analisi della situazione e non solo in seguito, e gioca un ruolo importante nei giudizi, soprattutto nei casi di decisioni utilitaristiche. Rimane che, in casi più semplici della vita, il flash di intuizione, unito a lati emotivi, sia il fattore determinante delle decisioni morali. Quindi, in qualsiasi momento e con qualsiasi tempo a disposizione, il nostro cervello pensa e ragiona logicamente su una situazione. Quindi anche sul percorso che una persona transgender è chiamata a fare.

Basta far aspettare anni ad una persona transgender!

Il giudizio che nasce da tale unione può essere rielaborato coscientemente fino a giungere a una diversa decisione. Ecco come, nel rapporto mente-cervello, l’attivazione di tutte le aree va assieme all’esperienza cosciente. È un’immensa rete attiva e sincronizzata, uno spazio di lavoro comune, in cui tutti gli aspetti elaborati in aree diverse vengono condivisi. È questo insieme a essere cosciente, e le decisioni coscienti vengono prese da queste aree. Quindi basta far aspettare anni ad una persona transgender per scegliere della propria vita cosa farne!

Finché esisteranno i matrimoni, esisteranno anche i divorzi

Cos’abbiamo imparato, quindi? Che una persona transgender, se messa davanti ad una decisione, può scegliere consapevolmente in poco tempo. Basta solo dare al cervello le informazioni necessarie. E, onestamente, basta meno di una giornata per ragionare sul percorso di transizione. Invece, in Italia, ci ragioniamo mesi, se non anni. Certo, più tempo per elaborare, direte voi. Ma vi ho appena dimostrato che in pochissimo tempo siamo in grado di farlo. E dirò un’altra cosa: finché esisteranno i matrimoni, esisteranno anche i divorzi.

Quante persone transgender tornano sui loro passi?

Per chi si spaventa che le persone transgender non siano convinte del loro percorso vi porto altri dati. Davies e colleghi hanno studiato questi casi con parole chiave relative al rimpianto o alla detransizione. Questi dati coincidono con quelli raccolti in Inghilterra nel 2022. Hanno identificato 16 individui (0,47%) che si sono pentiti o hanno effettuato la detransizione. Di questi 16, 3 (0,09%) avevano effettuato la detransizione in modo permanente. 10 (0,29%) avevano effettuato una detransizione temporanea, per una successiva ritransizione. In questo momento, le persone che gridano alla ideologia gender fanno del 0,47% un 100%. Vorrei farvi rendere conto dell’assurdità dei loro deliri.

Ma vediamo in diverse parti del mondo

Adesso vi prendo casistiche anche da tutte le parti del mondo, così da vedere diversi casi studio sulle persone transgender:

  • Stati Uniti, sondaggio condotto su quasi 28.000 persone. L’8% ha segnalato una forma di detransizione. Di questo, più della metà l’ha fatto temporaneamente a causa di pressioni sociali, finanziarie o familiari;
  • Svezia, studio durato cinquant’anni. Circa il 2% dei partecipanti ha espresso rimorso in seguito a un intervento chirurgico di affermazione di genere, sebbene non sia chiaro quanti di questi partecipanti abbiano effettuato la detransizione di conseguenza;
  • Paesi Bassi, studio sui giovani transgender. Solo l’1,9% dei giovani che assumevano farmaci che bloccano la pubertà non voleva continuare la transizione medica.

La totalità dei casi di persone transgender parla chiaro

In media, il 97% delle persone transgender è soddisfatto della propria decisione. Solo circa il 3% sperimenta una qualche forma di rimorso, ma potrebbe non effettuare la detransizione. Il Centro nazionale per l’uguaglianza transgender ha rilevato che i motivi più comuni per la detransizione sono la mancanza di sostegno a casa, problemi sul posto di lavoro, molestie e discriminazioni. Solo il 0,4% di tutte le persone trans lo ha fatto perché sentivano che la transizione non era giusta per loro. La situazione è aggravata anche dal trattenimento d’informazione e dagli atteggiamenti ostili nel settore sanitario. In molti paesi, come il Regno Unito e qui in Italia, le persone trans devono passare anni a dimostrare di essere chi dicono di essere per poter accedere alle cure.

Siete voi che non state ascoltando

Alcuni studi hanno dimostrato che, nei casi in cui i bambini esploravano la propria identità di genere, chi non aveva intenzione di effettuare la transizione è stato interpretato erroneamente come detransizionista. Tuttavia, consentire ai bambini di esplorare è importante per il loro sviluppo sano, e sostenerli con interventi non invasivi come la transizione sociale (permettendo loro di vestirsi e comportarsi in modo naturale) li aiuterà a decidere se la transizione medica è giusto per loro oppure no. Ed è tutto scientificamente dimostrato e sostenuto. Tutti gli interventi comportano sia rischi che benefici, ma è ampiamente riconosciuto che i benefici delle cure che affermano il genere superano di gran lunga i rischi per le persone transgender.

Ancora più risorse sulle persone transgender

Vi lascio a seguire tutti i casi studio più importanti:

  • Byne, W., Bradley, S.J., Coleman, E., Eyler, A.E., Green, R., Menvielle, E.J., Meyer-Bahlburg, H.F.L., Pleak, R.R. & Tompkins, D.A. (2012). Rapporto della Task Force dell’American Psychiatric Association sul trattamento del disturbo dell’identità di genere. Archivi di comportamento sessuale, 41(4):759-796;
  • Drummond, Kelley D.; Bradley, Susan J.; Peterson-Badali, Michele; Zucker, Kenneth J. (2008), “Uno studio di follow-up su ragazze con disturbo dell’identità di genere“, Psicologia dello sviluppo. Vol 44(1), gennaio 2008, 34-45;
  • Drescher, J. (2013) “Sunday Dialogue: Our Notions of Gender”, New York Times, 29 giugno;
  • Reed, B., Rhodes, S., Schofield, P., Wylie, K., (2009) “Varianza di genere nel Regno Unito. Prevalenza, incidenza, crescita e distribuzione geografica”, GIRES – Gender Identity Research and Education Society;
  • Kennedy, N. (2012) “Bambini transgender: più di una sfida teorica”, Goldsmiths College, Università di Londra;
  • Wallien, MSC & Cohen-Kettenis, P.T. (2008). Esito psicosessuale dei bambini con disforia di genere. J American Academy Psichiatria infantile e dell’adolescenza, 47:1413-1423;
  • Associazione professionale mondiale per la salute transgender [WPATH] (2011), Standard di cura per la salute delle persone transessuali, transgender e di genere non conforme;
  • Winters, K. (2013) Risposta al Dr. Jack Drescher e al NY Times sulla transizione per i bambini, GID Reform Weblog, 5 luglio.

Svegliati, Italia. La condizione delle persone transgender è più che chiara da decenni. Perciò lasciateci vivere in pace, senza il vostro pregiudizio e la vostra ignoranza a permeare sulle nostre realtà.

Aeden Russo

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