Forse non tutti sanno che Marzo è il mese della Salute Bisessuale. Questa identità, a lungo ritenuta mitologica, ha anche una data riconosciuta come la Giornata mondiale della visibilità e dell’orgoglio bisessuale, che cade il 23 di Settembre.
Con il termine Bisessualità si intende l’attrazione verso più di un genere, non necessariamente nello stesso modo, momento o grado. Infatti, è ormai superato lo stereotipo per cui un bisessuale “vero” debba provare la stessa identica attrazione per i due generi e per questo motivo, negli ultimi anni, ci si riferisce a questa comunità parlando di persone Bi+, per comprendere ogni possibile sfumatura.
La rivoluzione di Kinsey
Certo, ne è passata di acqua sotto i ponti da quando Alfred Kinsey, biologo e sessuologo statunitense, nel 1948 pubblicò i primi studi scientifici sul comportamento sessuale umano. Kinsey scoprì che l’attrazione più che essere divisa in categorie è simile ad un continuum ed affermò che essa potesse cambiare nel tempo. La famosa Scala Kinsey, infatti, misura il comportamento sessuale assegnando valori che vanno da 0 a 6, dove 0 indica un comportamento totalmente eterosessuale e 6 un comportamento totalmente omosessuale (possiamo già notare, a questo punto, come tutti gli altri valori previsti denotino un certo grado di bisessualità!).
Se siete curiosi, potete fare il test di Kinsey a questo indirizzo, e se la storia vi ha incuriositi vi consiglio il film biografico “Kinsey” (2004).
Pregiudizi e stereotipi sulla persona bisessuale
Purtroppo, ancora oggi gli stereotipi sono molto frequenti riguardo a questo orientamento sessuale. Ahimè, il pregiudizio è presente anche negli ambienti LGBT+, e ciò determina una doppia discriminazione (Barker, 2015) che peggiora la qualità della vita delle persone Bi+, facendo loro interiorizzare la bifobia e rendendole più vulnerabili al minority stress (di cui ho parlato qui).
La bicancellazione e la bifobia, infatti, sono onnipresenti e non è raro imbattersi in affermazioni sulla presunta inaffidabilità o indecisione delle persone Bi+. Esistono persone che credono che i bisessuali siano eterni indecisi, che siano ninfomani, infedeli o che siano omosessuali che hanno paura di uscire completamente allo scoperto. Un’altra esperienza comune delle persone Bi+ è l’essere considerati omosessuali se stanno con una persona del loro stesso sesso ed eterosessuali se stanno con una persona del sesso opposto (quando invece sarebbe opportuno parlare di coppie ad orientamento misto).
Perfino alcuni psicoterapeuti forzano le persone Bi+ verso uno dei due orientamenti “canonici” considerando la bisessualità un punto di esplorazione e di passaggio. Se dovesse capitarvi, potete consigliare al vostro terapeuta di ripassare le Linee guida per la consulenza psicologica e la psicoterapia con persone lesbiche, gay e bisessuali.
… Smontati dalla ricerca scientifica
Tuttavia, la letteratura scientifica indica chiaramente che tutti i pregiudizi appena menzionati non trovano riscontro nella realtà dei fatti. Oggi sappiamo che le persone con orientamento Bi+ sono la maggioranza del mondo LGBT+ (Diamond, 2016) quando la domanda viene posta loro in termini di non-esclusività dell’attrazione sessuale (piuttosto che in termini identitari), che l’attrazione sessuale e romantica è fluida e può mutare nel tempo (Diamond, 2008) e che anche le persone etero sviluppano attrazioni non-esclusive (Vrangalova & Savin-Williams, 2012).
Ma perché è così difficile accettare che non esistono solo le classiche due sponde?
L’invisibilizzazione e la cancellazione delle identità bisessuali è una scelta politica volta a proteggersi da qualcosa che annacqua i confini binari a cui siamo abituati: omosessuale o eterosessuale. E, proprio come avviene per le persone non binarie (di cui ho parlato in questo articolo) sfumare i confini del bianco e del nero solleva sempre grandi resistenze.
Concludiamo citando le parole di Alfred Kinsey, ancora molto adatte benché risalenti a più di 70 anni fa:
«Il mondo non è diviso in pecore e capre. Non tutte le cose sono bianche o nere. È fondamentale nella tassonomia che la natura raramente ha a che fare con categorie discrete. Soltanto la mente umana inventa categorie e cerca di forzare i fatti in gabbie distinte. Il mondo vivente è un continuum in ogni suo aspetto. Prima apprenderemo questo a proposito del comportamento sessuale umano, prima arriveremo ad una profonda comprensione delle realtà del sesso»
(Alfred Charles Kinsey, Il comportamento sessuale nel maschio umano, 1948)
Sara de Sio
Si ringrazia giuditta_san per le illustrazioni originali.
Riferimenti:
– https://it.wikipedia.org/wiki/Alfred_Kinsey
– Britannica, The Editors of Encyclopaedia. “Sexual Behavior in the Human Male”. Encyclopedia Britannica, 11 Feb. 2019, https://www.britannica.com/topic/Sexual-Behavior-in-the-Human-Male.
– Diamond, L. M. (2016). Sexual fluidity in male and females. Current Sexual Health Reports, 8(4), 249-256.
– Diamond, L. M. (2008). Sexual fluidity. Harvard University Press.
– Vrangalova, Z., & Savin-Williams, R. C. (2012). Mostly heterosexual and mostly gay/lesbian: Evidence for new sexual orientation identities. Archives of sexual behavior, 41(1), 85-101.
– Castro, A., & Carnassale, D. (2019). Loving more than one color: Bisexuals of color in Italy between stigma and resilience. Journal of Bisexuality, 19(2), 198-228.
– Barker, M. J. (2015). Depression and/or oppression? Bisexuality and mental health. Journal of Bisexuality, 15(3), 369-384.