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Don Francesco Spagnesi, sacerdote di Prato, arrestato per spaccio di cocaina e ‘droga dello stupro’

Il sacerdote di Prato, don Francesco Spagnesi, è stato arrestato per spaccio di cocaina e droga dello stupro

Il prete di Prato, don Francesco Spagnesi, è stato arrestato con l’accusa di spaccio di cocaina e gbl, meglio conosciuta come la ‘droga dello stupro‘. Il sacerdote pare sia attualmente ai domiciliari e tra le accuse sembra esserci anche quella di aver partecipato a festini a base di stupefacenti.

Proprio nelle ultime ore il Vaticano ha incontrato il leader della Lega (Nord) e ha riferito di avere molti punti di incontro con Matteo Salvini. Ci domandiamo quali siano dal momento che il senatore in questione non rispecchia la tanto millantata ‘famiglia tradizionale’. Inoltre, sarebbe interessante sapere cosa ne pensa la Chiesa di questo nuovo scandalo che gli ha colpiti.

Solo qualche mese, infatti, il Vaticano si è schierato contro il DDL Zan perché violerebbe il concordato. Sarebbe interessante capire cosa violerebbe un prete che pare abbia partecipato a festini a base di droga e sesso e che spacciava sostanze stupefacenti. Ormai la Chiesa non ne azzecca più una o, forse, non ne ha mai azzeccata una. L’Italia, infatti, è uno Stato laico e perciò ancora non capiamo perché debba interferire con una Legge che non riguarderebbe il Vaticano.

Ma torniamo sul tema e vediamo insieme cosa è successo e perché don Francesco Spagnesi è stato arrestato per spaccio.

Prete di Prato arrestato per spaccio di droga: ecco perché il sacerdote Francesco Spagnesi è stato arrestato

Come apprendiamo dal portale ‘Open‘, pare che il sacerdote di Prato Francesco Spagnesi sia stato arrestato per spaccio di sostanze stupefacenti e per aver partecipato a festini. Da alcuni giorni, infatti, il prete aveva lasciato l’incarico nella parrocchia dell’Annunciazione nel quartiere pratese della Castellina.

Le indagini sono partite nei confronti del prete in questione a seguito di un arresto ai danni di un pretese che era stato trovato con un litro di gbl, meglio conosciuta come la ‘droga dello stupro’. Da quel momento gli inquirenti hanno iniziato a indagare e sono giunti al sacerdote. Parrebbe, inoltre, che don Spagnesi acquistasse la droga, per poi rivenderla, attraverso i soldi della parrocchia (per decine di migliaia di euro) e anche con le offerte dei fedeli.

Lo scorso 1 settembre don Francesco aveva chiesto al vescovo di lasciare l’incarico di parroco per concedersi un anno sabbatico per motivi di salute. Troppi festini? Ad ogni modo questa è l’ennesima figuraccia della Chiesa. Passa molto tempo a seminare odio e discriminazione contro la comunità LGBT+ (e non solo), paragonandola a Satana, e poi ha il ‘diavolo’ (giusto per utilizzare un loro gergo) dentro casa.

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