Pio e Amedeo sono intervenuti, finalmente, dopo le accuse di omofobia a seguito del loro siparietto avvenuto a Felicissima Sera. Chi si aspettava delle scuse rimarrà deluso. Così inizia il loro post su Facebook dove hanno cercato di fare chiarezza su quanto detto in prima serata su Canale 5. E così ho deciso di iniziare anche io con la suddetta frase questo articolo.
La delusione, infatti, è tanta. Ma forse potevamo aspettarcelo che il duo comico di Foggia non avrebbe mai chiesto scusa e, anzi, avrebbe rimarcato il fatto di voler combattere “l’opinione unica” imposta. Ma di quale opinione unica stiamo parlando ragazzi? Di quella che se vai sul palco del concertone del primo maggio a dire certe cose non va bene, mentre se insulti e discrimini un LGBT+ è ok e la persona insultata dovrebbe prenderla a ridere?
Credo che la coppia artistica (sia mai scrivere solo coppia, dovessero offendersi) abbia confuso la libertà di parola e di espressione con quella dell’insulto. E sì, cari miei, dire ricc*ione, fro*io o neg*o, infatti, sono espressioni che non devono essere più utilizzate e in quanto tali sono catalogate come insulti. Le persone devono essere libere di parlare (in tutto però, non solo quando fa comodo) e non di insultare.
Ma tranquilli, grazie all’articolo 4 presente nel DDL contro l’omotransfobia potete continuare a essere liberi di insultare e discriminare le persone LGBT+. Questo fatto, per altro, sarebbe utile che lo iniziassero a capire anche alcuni partiti. Questo, però, è un altro argomento e preferirei rimanere su questo tema.
Il post Facebook di Pio e Amedeo dopo l’accusa di omofobia
Prima di vedere insieme il loro contenuto Social, ci tengo a scrivere e a specificare che utilizzare la fallacia logica del “fantoccio”, tecnica di comunicazione utilizzata spesso in politica, nel post di Facebook scrivendo che si è andati in Russia con Vladimir Luxuria per sconfiggere le discriminazioni nei confronti delle persone LGBT+, non è stata un gran trovata.
In questo modo, infatti, il loro obiettivo è sembrato più quello di distogliere l’attenzione dall’argomento principale, ovvero lo sketch omofobo, proponendone una rappresentazione errata o distorta di quello che hanno veramente detto. Inutile ribadire, per altro, che scrivere “non siamo stati capiti” è assolutamente inopportuno. Noi abbiamo capito bene, anche troppo bene, purtroppo per voi.
Con questo post, Pio e Amedeo hanno forse fatto peggio. Alcune volte, infatti, è meglio tacere per non peggiorare la situazione.
Simone D’Avolio
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