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L’assenza di Pillon al discorso di Zelensky sarebbe dovuta a interessi economici filorussi

Il senatore leghista Simone Pillon non ha presenziato al discorso tenuto dal leader ucraino Zelensky per possibili interessi economici che lo legano alla Russia di Putin

A quanto pare, le possibilità di dimostrare di avere una coscienza è più facile perderle che sfruttarle. Il senatore della Lega Simone Pillon lo ha dimostrato con la sua assenza al discorso in video-conferenza del leader ucraino Zelensky. Pillon sarebbe stato assente con Zelensky per i probabili interessi economici filorussi del senatore. Il parlamentare non ha presenziato all’evento per un prefissato impegno estero, ma le sue parole hanno in realtà reso manifesta la sua presa di posizione.

«(…) Credo che dovremmo collocarci in una posizione adeguata per promuovere la pace: vendere armi a una delle parti in conflitto non favorisce il dialogo» ha detto, criticando nemmeno troppo sottilmente gli aiuti pervenuti alla nazione ucraina. Pillon ha inoltre aggiunto «(…) In questo momento dovremmo promuovere la nostra capacità di dialogo. Potremmo e dovremmo essere tra i pochi privilegiati che dialogano con entrambe le parti, mentre così ci autolimitiamo. Forse la questione meriterebbe maggiore riflessione». L’ipotesi che dietro le dichiarazioni del senatore ci sia uno spirito di non-belligeranza non ha però convinto l’opinione pubblica.

Dall’inchiesta del 2018 all’assenza di Pillon al discorso di Zelensky per possibili interessi economici filorussi

Il senatore leghista Simone Pillon non ha presenziato al discorso tenuto dal leader ucraino Zelensky per possibili interessi economici filorussiSecondo un articolo de “l’Espresso”, queste dichiarazioni sarebbero coerenti con le ombrose dinamiche che collegherebbero il senatore a Putin e soprattutto al suo denaro. Più che a un suo presunto pacifismo, Pillon sarebbe stato assente con Zelensky per interessi economici filorussi e quindi per opportunismo.

L’inchiesta condotta nel 2018 ha permesso di collegare il nome del parlamentare a Novae Terrae, fondazione nata a Saronno nel 2005 e nel cui direttivo Pillon si è inserito nel 2015. Tale fondazione della estrema destra cattolica è collegata al nome di Luca Volontè (ex parlamentare Udc e rappresentante italiano al consiglio d’Europa). Quest’ultimo è adesso indagato per l’attuazione di politiche lobbiste anti-lgbt, aborto e divorzio, per le quali avrebbe ricevuto 2,4 milioni di euro da società off-shore finanziate da enti statali russi riconducibili a Putin, con il supporto del regime azero.

Pillon pare volersi celare dietro il velo del “sentire l’altra campana”, concedendo però di fatto uguale dignità a chi attacca e chi è sotto attacco. Eppure, il senatore si batte sempre con molto zelo per dimostrare il suo attaccamento per la vita dei bambini e la difesa dei minori latu sensu: ma dove finisce questo stesso zelo, quando si tratta di difendere minori e infermi bombardati da un dittatore?

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