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Palermo: si uccide perché gay

FdI e l'attacco alla circolare del Ministero con cui si invitano le scuole a celebrare la Giornata internazionale contro l'omofobia, la bifobia e la transfobia, nonché ogni forma di discriminazione basata sul comportamento sessuale

Morire a 33 anni è assurdo. Morire suicida, forse, è ancora peggio. Non è mentalmente possibile che nel pieno della tua vita tu possa anche solo pensare a certi gesti. Eppure succede. Tutto accade a fine agosto, a Palermo, quando un ragazzo gay lascia una lettera di addio al proprio compagno prima di togliersi la vita.

“Vi chiedo scusa – ha scritto nell’addio – se non sono riuscito ad amare una donna né ad amare bene un uomo per via della mia paura”

Palermo, ragazzo gay si suicida: ennesima dimostrazione che una Italia violenta e intollerante fa solo vittime

Un peso troppo grande per lui, quello di sopportare un clima ostile e discriminatorio che la comunità Lgbtqia+ vive in Sicilia e un po’ in tutta Italia. Terrorizzato dagli sguardi che la gente gli rivolgeva mentre era accanto al suo fidanzato. Traumatizzato dopo aver assistito, lo scorso gennaio, ad una brutta aggressione subita da un’altra coppia omosessuale nelle vicinanze del Teatro Massimo. «E se succede a noi? – diceva al suo compagno – Io non voglio che nessuno ti faccia del male». Durante un viaggio in Ungheria, la coppia era stata insultata.

I familiari del 33enne, che erano all’oscuro della sua omosessualità, adesso sono pronti a raccontare la sua storia per sensibilizzare i cittadini sulle paure che le persone Lgbtqia+ affrontano quotidianamente, a Palermo e altrove.

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