Episodio di omofobia avvenuto a Pesaro, in pieno centro, ai danni di una coppia gay “colpevole” di essersi scambiata un bacio in un Parco Pubblico. Come ha raccontato la vita, infatti, pare che dei ragazzini di 15 – 16 anni, affacciati al balcone, abbiano iniziato a prendere in giro i due uomini. Il passo successivo, senza nemmeno a dirlo, è stato quello di passare ai fatti. È stata lanciata della frutta alla coppia gay per intimarli ad andare via.
Il lancio di oggetti o, in questo caso specifico, di frutta dettati dall’odio omofobo è sicuramente meno grave dalle botte in cui spesso sfociano le parole di omofobia. Ciò non toglie, comunque, che tale fatto è increscioso ed è grave. Ancora una volta, infatti, ci dimostra come le persone LGBT+ non possano stare tranquille per strada.
Sebbene alcuni Partiti Politici continuano a sostenere che l’omofobia non esiste, a perdere tempo presentando 700 emendamenti sul DDL Zan e che anche quelli che si definiscono progressisti sono pronti a scendere a compromessi su tale Disegno di Legge, in Italia accadono vicende del genere. Questo, dunque, non fa che dimostrare che il Partito Gay, il quale sostiene che l’articolo 7 debba essere rivisto per essere migliorato e non affossato, ha pienamente ragione.
Tale movimento, nello specifico, sostiene che bisognerebbe insegnare nelle scuole a non discriminare le minoranze e gli LGBT+. Così com’è, però, il DDL Omotransfobia rende quasi impossibile fare formazione a riguardo all’interno delle aule. Figuratevi se di dovesse scendere ad un compromesso al ribasso come il Governo vuole fare. Ad ogni modo, visto quanto accaduto e l’età degli aggressori, ci sembra il caso che fare questa formazione sia fondamentale. Non trovate anche voi?
Ora, comunque, leggiamo insieme cosa è successo alla coppia gay che è stata aggredita a Pesaro in pieno centro.
Omofobia a Pesaro su coppia gay: prima insulti dal balcone, poi lancio di frutta per farli andare via
Non è la prima volta che nei pressi della cittadina marchigiana succede un evento simile. In molti di voi, infatti, si ricorderanno quando due ragazzi furono picchiati a Fano per lo smalto sulle unghie. Come apprendiamo dal sito del quotidiano ‘Il Resto del Carlino‘, questa volta la vicenda è accaduta proprio nel centro del capoluogo di provincia.
Roberto Bagazzoli, 56 anni, vittima dell’aggressione e conosciuto per essere un noto speaker radiofonico, ha detto di che sono stati bersagliati con le mele per un bacio. Il tutto, come scritto, è successo a Pesaro, nel cuore della città, nel quartiere di Pantano. I Due uomini, come racconta il 56enne, si stavano scambiando effusioni all’ombra di un albero, intorno alle 23 in Via Campo Sportivo, vicino allo Stadio Benelli.
Le parole di Roberto Bagazzoli, la persona aggredita
“(…) Ad un certo punto abbiamo sentito un vociare sempre più insistente, abbiamo guardato in alto e da un balcone un gruppo di giovani di 15 o 16 anni ci prendeva in giro. Li abbiamo ignorati. Ad un certo punto siamo stati mitragliati da mele o pesche, non saprei, una pioggia di frutta. Inizialmente pensavo che fossero palline da tennis. Poi, invece, ho capito che erano frutti. Fortunatamente non ci hanno colpito, ma solo sfiorato (…)”
Questo, ovviamente, ha costretto la coppia ad andare via e tornare a casa.
“(…) Sono andato a dormire. La mattina dopo ho ripensato all’episodio e ci sono rimasto davvero male. Sapevo che Pesaro è una città un po’ bigotta, ma non pensavo così intollerante. Soprattutto, mai avrei immaginato di essere preso come un bersaglio da dei ragazzini che ritengo possano essere più aperti, a volte degli adulti o degli anziani, sulla questione dell’omosessualità.”
Bagazzoli, pur avendo individuato il palazzo, il piano e il numero civico della via non ha voluto sporgere denuncia perché erano tutti ragazzini e non se l’è sentita. Posto il fatto che non andrebbe mai fatto, mi ricordo che una volta i pomodori o le uova si tiravano a persone che avevano fatto davvero qualcosa di male. Oggi, invece, lo si fa contro le persone che si scambiano un bacio. Qualcosa ci deve essere sfuggito di mano.
Simone D’Avolio
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