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Moti di Stonewall, la notte tra il 27 e il 28 giugno 1969 iniziò la ‘rivolta’ LGBT+: ecco cosa accadde

Cosa è successo nei Moti di Stonewall e perché hanno dato vita ai Pride

I Moti di Stonewall avvenuti nella notte tra il 27 e il 28 giugno del 1969 hanno dato vita ai Pride. Sì, caro lettore, proprio quelli che vediamo ancora ora a distanza di 52 anni. Come potrai notare, dunque, non si tratta di una ‘carnevalata’. Essi, infatti, sono una vera e propria lotta per i pari diritti e l’uguaglianza iniziata molti anni fa.

Gli scontri che andarono in scena dopo l’1:20 di notte, furono quelli che segnarono la prima ‘rivolta’ delle persone LGBT+ nei confronti di una società che cercava di confinarli sempre più ai margini. Anche per questo, giugno, è stato identificato simbolicamente come il Pride Month.

Moti di Stonewall: cosa è successo

In merito alle vicende che sono successe a Cristopher Street, nel quartiere Greenwich Village che fa parte del distretto di Manhattan a New York, è stato realizzato anche un film nel 2015. La pellicola in questione si intitola “Stonewall” e vi consiglio di guardarla poiché racconta cosa è successo quella notte.

Approssimativamente all’1 e 20 di notte, molto più tardi del solito, otto ufficiali del primo distretto, dei quali solo uno era in uniforme, entrarono nel bar Stonewall Inn. Gran parte degli avventori fu in grado di sfuggire all’arresto. Secondo la polizia, dovevano essere arrestati “solo” “coloro i quali si trovavano privi di documenti di identità e quelli vestiti con abiti del sesso opposto“.

Secondo un resoconto di Sylvia Rivera, famosa per aver dato via ai Moti di Stonewall e diventata successivamente attivista degli Stati Uniti, fu lei la prima a scagliare una bottiglia contro un agente dopo essere stata pungolata con un manganello. Stormé DeLarverie, una donna lesbica, inoltre, fu trascinata verso una auto di pattuglia. Lei oppose resistenza e pare che abbia incoraggiato la folla a reagire a questi ennesimi ingiustificati soprusi.

La protesta della drag queen e il protrarsi della rivolta

Da quel momento iniziò una vera e propria rivolta: bottiglie e pietre vennero lanciate dalla comunità LGBT+ verso i 400 agenti, accompagnate dallo slogan “Gay Power”. Si stima che 4 poliziotti vennero feriti e che, invece, 13 persone vennero arrestate per essere omosessuali e picchiate in quanto tali.

A nulla, infine, servirono i rinforzi della squadra Tatical Patrol Force, originariamente addestrata per contrastare i dimostranti contro la Guerra del Vietnam. Quest’ultimi, infatti, non riuscirono a far disperdere la folla. Addirittura, secondo quanto è stato raccontato, pare che gli agenti in questione si siano trovati davanti a una fila di drag queen. Agguerrite e stanche, hanno iniziato a prendere il giro i poliziotti cantando:

“We are the Stonewall girls, we wear our hair in curls, we wear no underwear, we show our pubic hair, we wear our dungarees, above our nelly knees!”

Gli scontri cessarono solo alle quattro del mattino, prima di riprendere i giorni seguenti e pare siano durati fino al 3-4 luglio.

Se adesso abbiamo fatto dei passi avanti un po’ lo dobbiamo a tutte le persone LGBT+ che 52 anni fa ci hanno messo la faccia e non solo. Quello accaduto nel 1969 è stato il punto di inizio. Ora sta a noi continuare la strada che è stata tracciata per avere pari diritti e opportunità. Il percorso è in salita, ma non ci si può arrendere.

 

 

Simone D’Avolio