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I mondiali del 2034 daranno (di nuovo) un calcio ai diritti

Mondiali di calcio del 2034 in Arabia Saudita, Stato contro i diritti civili e umani

Sembra essere deciso: i Mondali del 2034 si terranno in Arabia Saudita. A darne l’annuncio è stato proprio Gianni Infantino, Presidente della FIFA, mediante i suoi canali Social. Lo Stato in questione è rimasto l’unico candidato dopo che anche l’Australia ha ritirato la propria disponibilità. Una decisone che ha fatto e farà molto discutere visto che il Paese che ospiterà la Coppa del mondo di calcio tra dieci anni è tra quelli dove i diritti umani e civili sono praticamente inesistenti.

Infantino ha dichiarato di essere molto contento di tale scelta e non lo ha nascosto nemmeno su Instagram. Nel contenuto, infatti, si percepisce tutta la sua felicità nel dare i Mondiali all’Arabia Saudita. Un paese dove le donne vengono lapidate, gli LGBT+ condannati a morte solamente perché tali e le persone sgozzate se non si allineano al pensiero unico dominante. Come potete leggere voi stessi nel suo post c’è scritto: “(…) Vivendo in un mondo sempre più diviso e aggressivo, dimostriamo ancora una volta che il calcio, lo sport mondiale leader, unisce come nient’altro. Abbiamo tutti bisogno di queste occasioni di unità e i prossimi mondiali FIFA costituiscono una forza unica per il bene in questo senso.”

Una domanda sorge spontanea: Organizzare il campionato mondiale di calcio in uno Stato dove non ci sono diritti umani e civili non rischia di rendere il mondo ancora più “divisivo e aggressivo”? E, soprattutto, non va in contraddizione con quanto scritto nel suo post? Sono consapevole che è difficile dire di no ai soldi degli sceicchi. Si continua, però, a non imparare dai propri errori. I Mondiali in Qatar del 2022 non hanno insegnato nulla?

I Mondiali di calcio del 2034 in Arabia Saudita tra pena di morte e lapidazioni

Una ragazza non possiede altro che il suo velo e la sua tomba“. Ho voluto aprire il paragrafo con questo proverbio dell’Arabia Saudita per far capire quanto può essere pericoloso organizzare certe competizioni, che dovrebbero unire davvero, in determinati Stati. Nel Paese arabo in questione, infatti, c’è un comando autoritario della dinastia saudita e viene fatta rispettare rigorosamente la legge della dottrina wahhabita, una interpretazione fondamentalista del Corano.

Inoltre, è doveroso ricordare che la libertà di parola e di stampa sono limitate per proibire la critica al governo o l’approvazione dei “valori non islamici”.  I sindacati commerciali sono proibiti, così come le organizzazioni politiche. Anche le dimostrazioni pubbliche sono vietate.

Diritti LGBT+ in Arabia Saudita

Essere una persona LGBT+ e vivere in Arabia Saudita è una combinazione praticamente impossibile. L’omosessualità è considerata illegale e viene punita con la reclusione, oppure con punizioni corporali giudiziarie eseguite in pubblico che, in alcuni casi più gravi, possono arrivare fino alla pena di morte. Sodomia, omosessualità e transessualismo sono considerati crimini e malattie. Inoltre, non che debba essere specificato, non ci sono leggi contro l’omotransfobia e crimini d’odio. Anzi, le discriminazioni e l’odio in base all’orientamento sessuale e all’identità di genere vengono incentivate e incoraggiate.

A questo punto un’altra domanda sorge spontanea: Se Jakub Jankto, giocatore della Repubblica Ceca e primo calciatore a fare coming out ancora in attività, dovesse essere convocato dalla sua Nazionale per partecipare alla Coppa del Mondo cosa succede: rischia di essere sgozzato in diretta tv cosicché tutto il globo terracqueo possa vedere? Questa domanda il Presidente della FIFA a quanto pare non se l’è posta.

Mi fermo qua perché potrei andare avanti a scrivere un articolo di mille mila parole sul perché è sbagliato far giocare i Mondiali di calcio del 2034 in Arabia Saudita. Mi è comunque davvero difficile cercare di capire e condividere l’entusiasmo di Infantino. Entusiasmarsi di e per cosa esattamente? Si parla tanto nel “mondo” del calcio di inclusività, unione, rispetto e aggregazione e poi si va a fare una Coppa del Mondo dove se sei “fortunato/a” ti lapidano? Mi sembra molto ipocrita tutto questo.

 

 

Fonte: SkySport