fbpx

Miss Olanda è una donna trans, voi siete transfobici

Rikkie Valerie Kollè è una modella transgender, finita al centro di polemiche e insulti per essere diventata Miss Olanda.

Chi è la nuova Miss Olanda

La modella di 22 anni è nota in Olanda e ha partecipato già a dei programmi televisivi. Ha cominciato a farsi chiamare Rikkie, suo nome di elezione, a 11 anni e ha cominciato la sua terapia ormonale a 16 anni. Non ha mai nascosto di essere una donna transgender, ma anzi, ne ha sempre parlato. Ha iniziato la sua carriera con Holland’s Next Top Model e ha vinto pochi giorni fa il concorso di Miss Olanda, che la porterà a rappresentare il suo Paese al concorso di Miss Universo.

Le polemiche transfobiche

Non si sono sprecati gli insulti e i commenti transfobici sulla modella. “Ha vinto un uomo” dice qualcuno. No, ha vinto una donna trans. Le donne trans sono donne. Viviamo in una cultura contraddittoria, dove tutti si indignano per le persone transgender perché “ma la biologia dice un’altra cosa”, ma poi sono i primi a chiamare un uomo che si trucca (o si mette una gonna) al femminile, con lo scopo di denigrarlo.

Oppure dicono agli uomini “fai l’uomo, non la femminuccia”. Praticamente secondo il ragionamento basta un po’ di trucco a rendere un uomo una femmina, oppure una gonna, o comportamento poco forte. Delle due l’una: o per voi il genere è solo biologia, oppure ci sono anche altri aspetti che definiscono cosa è uomo e cosa è donna. In realtà non state “seguendo la biologia”, state semplicemente usando lo scudo della biologia per mascherare i vostri pensieri transfobici.

Quando parlo ad una persona, quando mi rivolgo a lei, non parlo ai suoi genitali, non parlo ai suoi ormoni, alla sua struttura scheletrica, oppure ai suoi cromosomi. Parlo alla persona stessa, alla sua identità. Se viene a trovarvi la vostra amica Martina, come la salutate? “Ciao Martina” oppure “Ciao esemplare homo sapiens sapiens, dotato di una vulva, una vagina, un utero, con cromosomi XX”. Io direi la prima, non trovate? Ecco, questo vale anche per le persone transgender. Si parla alla loro identità e a chi sono come persone, non alla loro biologia ai loro genitali oppure ai loro cromosomi.

“Gli uomini che rubano il posto alle donne”?

Un’altra polemica che viene fatta spesso, anche in questo caso, è che le donne trans siano “uomini che rubano il posto alle donne”. Solitamente si accusano le donne trans di togliere spazio alle donne cis, dicendo che sostanzialmente loro sono uomini e non avrebbero diritto a occupare in determinati posti. Questa è un’argomentazione usata spesso dalle TERF (Trans-exclusionary radical feminist), ovvero femministe radicali che escludono le donne transgender. Il fatto è che ancora una volta non viene riconosciuta l’identità delle donne trans, che sono appunto DONNE.

Inoltre, si porta avanti una narrazione secondo la quale le donne trans e le donne cis debbano fare la lotta tra loro e questo non ha letteralmente senso. Lo scopo è portare due gruppi di persone marginalizzate, tra l’altro per motivi sempre riconducibili al patriarcato e al sessismo della nostra società, a fare la lotta tra loro. La lotta tra due gruppi marginalizzati è proprio quello che serve per mantenere lo status quo del patriarcato: spingere i vari gruppi discriminati a “combattere” tra di loro, invece di impiegare le proprie energie a combattere il patriarcato. Praticamente è come farsi un autogol.

Chi ancora porta avanti questa narrazione riguardo alle donne trans, andando volutamente a scontrarsi con esse, in nome “dei diritti delle donne e per combattere il patriarcato”, sta in realtà facendo l’esatto opposto.