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La situazione assurda, in Italia, della donna in gravidanza

Donna incinta del datore di lavoro viene prima cacciata di casa dall'imprenditorie e poi licenziata

La cronaca nera delle ultime settimane è salita agli occhi di tutti. Giulia Tramontano, una ventinovenne di Senago, è stata uccisa dal proprio compagno con 37 coltellate mentre era incinta al settimo mese. Che sia premeditazione, o meno, l’ignobile gesto fa rimanere senza parole e fa pienamente comprendere che il femminicidio è ancora un problema vivido nel nostro paese.

Quello che ci colpisce ulteriormente però è la reazione dello stesso paese, o meglio, di chi lo rappresenta. Poco dopo la notizia sono state divulgate proposte importanti da parte di alcuni parlamentari di centrodestra, in particolare Fratelli d’Italia: chi uccide una donna in gravidanza dovrebbe essere condannato per duplice omicidio.

Tutelerebbe davvero la donna in gravidanza? NO! Ecco il perché.

Per dichiarare un duplice omicidio bisogna ovviamente dichiarare due persone morte. Nel caso di una donna in gravidanza, attualmente, non è possibile poiché per dichiarare che sia stata uccisa anche un’altra persona implicherebbe che il feto debba essere riconosciuto a tutti gli effetti come una persona con dei diritti giuridici. Ciò potrebbe avere degli importanti effetti sul diritto all’aborto poiché anche quello, dato la personalità giuridica del feto, verrebbe dichiarato anch’esso omicidio. Avete capito?

Tutto si muoverebbe solo per l’obiettivo politico di riconoscere il feto come persona giuridica e limitare così il diritto all’aborto. Come spesso mi trovo a ripetere, in Italia (in particolare in parlamento), abbiamo un gravissimo problema: confondere i nostri pensieri con i diritti. In questo paese vige una libertà magnifica ovvero quella di pensiero. Ognuno può pensare a tutte le cavolate che vuole senza essere teoricamente giudicato. Quando si toccano i diritti la musica cambia.

Il diritto di aborto è un diritto essenziale della donna. In alcuni casi non applicarlo significa rischiare non solo la vita del feto, ma anche la propria. Lasciate stare i nostri uteri.

 

Raph