Le donazioni di sangue in UK da parte di uomini cis gay, bi e pan sessualmente attivi sono ancora avvolta da uno stereotipo discriminatorio.
Donazioni di sangue più facili per uomini cis gay
In questi giorni il Servizio Sanitario Nazionale inglese dichiara nuove norme che permetterebbero a più uomini cis gay di donare il sangue, ma con dei criteri stringenti.
La donazione sarebbe infatti possibile a uomini cis gay, bi e pan, ma che si siano astenuti da pratiche sessuali nei tre mesi precedenti o che abbiano portato avanti una relazione monogama per lo stesso lasso di tempo. Se invece, la relazione va avanti da meno di tre mesi, o se il donatore ha avuto un nuovo partner sessuale in questo periodo, potrà donare a meno che non abbia praticato sesso anale.
Secondo questi nuovi criteri non si farebbe, dunque, distinzione tra un rapporto protetto e uno non e non si terrebbe in considerazione il tasso di rischio dei partner del donatore.
Breve storia del ban
Negli anni ’80, a fronte del panico causato dall’epidemia di HIV e AIDS, il governo decise di vietare la donazione di sangue ad ogni uomo che abbia intrapreso nella sua vita pratiche sessuali con persone dello stesso genere. Quando la pandemia ha iniziato a decrescere si è iniziato a discutere su questo divieto.
Nel 2011 è arrivato il primo cambiamento. Dei nuovi dati sono stati portati all’attenzione degli organi di Stato competenti: questo tipo di discriminazione non era sufficientemente supportata dai dati statistici dei contagi. La proibizione a vita viene quindi sollevata e la restrizione interesserà “soltanto” gli uomini cis che abbiano avuto rapporti omosessuali nell’arco di 12 mesi.
Dal 2015 ricominciarono i dibattiti e dopo due anni di battaglie per la libertà di donare, nel 2017 in Scozia ed Inghilterra viene ridotto il periodo di astensione a “solo” tre mesi prima della donazione (possibilità che verrà estesa anche ai/alle sex worker). Secondo il Guardian, questa svolta fu possibile grazie anche all’avanzamento delle tecniche di analisi del sangue. La situazione è rimasta così fino ad oggi, e sarà così anche fino all’applicazione delle nuove norme previste per giugno 2021.
La nuova legge sulle donazioni di sangue è ancora discriminatoria?
Chiaramente sì. Queste restrizioni riguardano solo uomini cis che abbiano avuto rapporti con persone dello stesso genere.
Quello che è cambiato dal 1980 ad oggi è solo il periodo di astensione. A non cambiare, è lo stereotipo nei confronti delle relazioni dello stesso genere. Il fattore di rischio non sarebbe dato, secondo questi criteri, dal comportamento individuale, ma dalla semplice appartenenza alla categoria di uomini cis queer.
Le associazioni per i diritti LGBT+ inglesi, come Stonewall, accusano il sistema di dare molta più attenzione ad uomini cis gay a basso rischio rispetto ad uomini cis etero ad alto rischio.
Senza parlare della totale invisibilità di uomini cis polisessuali, di cui non si fa mai menzione, e per i quali il concetto di relazione monogama potrebbe apparire relativo.
Persino in Italia le norme appaiono meno discriminatorie, in quanto applicate su persone di qualsiasi genere ed orientamento sessuale (anche se questo non toglie che ci siano delle criticità). Nel nostro Paese risulta possibile donare a chiunque appartenga alla fascia d’età che va dai 18 ai 65 anni, che sia in salute e le cui analisi del sangue rientrino in determinati parametri. Ai donatori verrà anche somministrato un questionario riguardo allo stile di vita, ma le domande riguardo alla sfera sessuale riguardano “rapporti eterosessuali, omosessuali, bisessuali (rapporti genitali, orali, anali)”.
La direzione che dovrebbe prendere il governo britannico
Le associazioni per i diritti LGBT+ della Gran Bretagna riconoscono il passo in avanti, per quanto non sia una conclusione soddisfacente. SI spera che questa ulteriore “apertura” da parte del governo possa favorire un approccio di analisi del rischio individualizzata e semplicemente basato sull’orientamento sessuale.
Rachele Vanucci