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Le minacce bulgare sui diritti LGBT+

Le minacce bulgare sui diritti LGBT+ stanno diventando insostenibili: ce ne parla Stana, responsabile delle campagne di All Out.

Minacce bulgare sui diritti LGBT+: una panoramica

Prima sono stata un’attivista LGBT+ per oltre 10 anni in Bulgaria, dove ho visto i diritti della nostra comunità spazzati via dagli estremisti religiosi di destra“, così inizia Stana, preoccupata per ciò che queste forze dell’odio sono in grado di fare.
La prima volta che sono andata al Pride di Sofia, la capitale bulgara, sono rimasta completamente scioccata. Una folla di estremisti di destra ci ha circondato e non c’era modo di scappare. La polizia ci ha letteralmente recintato in mezzo a questa folla. La gente ci urlava contro. Alcuni hanno portato i loro figli incitandoli a cantare insulti omofobi. Qualcuno ci ha lanciato addosso delle bibbie da una finestra“. Il suo racconto è traumatico, soprattutto per i giovani attivisti LGBT+ che partecipavano al Pride per la prima volta.

Minacce bulgare sui diritti LGBT+: dietro i gesti

La Chiesa ortodossa bulgara ha grande influenza, soprattutto su questi attacchi; sono i più grandi, finanziati e accaniti oppositori dei diritti LGBT+ nel Paese, e colpiscono anche in molti altri luoghi del mondo. La recente scelta della Corte Suprema statunitense d’annullare la sentenza Roe vs. Wade e di terminare ogni protezione legale all’aborto è un segno che queste forze stanno crescendo anche in altri Paesi, proprio come abbiamo visto in Bulgaria.

Clarence Thomas ha mirato anche ai diritti LGBT+, minacciando il matrimonio egualitario e persino la legalità dei rapporti omosessuali. Dal 1° Luglio si contano sfortunatamente almeno 162 proposte di legge che prendono di mira i diritti LGBT+ in tutto il Paese, e gran parte di queste fanno leva sulle cosiddette “libertà religiose”. Per anni, la Chiesa ortodossa bulgara ha lavorato fianco a fianco con gli estremisti di destra. Erano finanziati da gruppi evangelicali internazionali al fine di preparare campagne sui social media molto ben coordinate che hanno influenzato drasticamente l’opinione pubblica“, questo il commento di Stana.

L’aiuto di All Out alla comunità

Gli attivisti bulgari si sono subito trovati in difficoltà ed in minoranza, ma il movimento di All Out è una forza globale da non sottovalutare.
Un esempio lo porta la figura di Stephen Anderson, un predicatore omofobico bandito dal Sudafrica nel 2016 e dall’Irlanda nel 2019. Nello stesso anno, il governo italiano ha ritratto l’appoggio al Congresso mondiale delle famiglie, uno dei gruppi anti-LGBT+ e anti diritti sessuali e riproduttivi delle donne più potenti al mondo.

Centinaia di persone LGBT+ in Paesi come la Cina, il Ghana e il Kenya hanno sentito la loro voce prevalere, e nell’ultimo anno il movimento ha parlato con i genitori cristiani di persone LGBT+, per raccontare come la loro fede e l’amore per i loro figli e figlie vadano di pari passo.

“Ogni giorno, troppe persone affrontano violenze, carcere, minacce di morte o peggio, solo a causa della loro identità o di quella della persona che amano. Ma insieme possiamo contribuire a cambiare le cose. È ora di passare all’azione!” – All Out

 

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Aeden Russo