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La colpa di essere donna in Italia

Essere donne in Italia non è un compito molto facile. Soprattutto se al governo abbiamo una donna che si è sempre professata donna, madre e cristiana, ma alle sue parole non antepone i fatti.

Le critiche quotidiane

Le critiche più “semplici” o “banali” che vengono fatte, ogni giorno, ad una ragazza (solo per essere tale) passano dall’aspetto fisico alla vita stessa. Non che per uomo non accada ma, per una donna, purtroppo è molto più comune. Se sei magra mangi troppo poco e sei malata. Se sei in carne mangi troppo e fai ribrezzo. Indimenticabile qualche giorno fa ero in giro per fatti miei e ho sentito sparlare dietro ad una ragazza robusta sentendo la persone dire che “era contro il buon gusto”.

Ti vesti bene e allora vuoi farti vedere. Se, invece, ti vesti “comoda” non troverai mai nessuno perché “come cavolo sei conciata”. Se vuoi o hai figlio “come farai a mantenerlo?” Ma se non vuoi un figlio “prima o poi toccherà anche a te”. Insomma, per la nostra società, non siamo mai abbastanza. Non si è mai giuste.

Sempre a lamentarsi inutilmente perché “in fondo l’uomo è uguale alla donna”… molto infondo.

I poveri diritti delle donne in Italia

Se i diritti delle donne, negli anni e governi precedenti,  erano spesso messi in secondo piano, con il governo Meloni sono stati a malapena messi in considerazione. Stavolta, però, invece di elencare cosa i governi non hanno fatto, ho provato ad immaginare cosa vorrei e come dovrebbe essere un governo più inclusivo:

  1. Diritto di almeno un giorno o più di congedo durante il ciclo. Alcune donne accusano forti dolori fino a faticare a svolgere compiti quotidiani soprattutto i primi giorni. In caso di endometriosi è anche peggio. Questo diritto è stato acquisito in Spagna  l’anno scorso;
  2. Assorbenti e altri prodotti per il ciclo gratuiti o con un prezzo “calmierato”. Come nel 2020 nessuno ha scelto di affrontare una pandemia e sono stati calmierati i prezzi delle mascherine, nessuna donna decide di avere il ciclo.  In età fertile, una donna, spende almeno 130/150 euro all’anno solo di assorberti. Non tutte riescono a passare a prodotti come mutande mestruali o coppetta che hanno comunque prezzi assurdi (es una coppetta per flusso abbondante può superare i 20 euro). Inutile dire che in Spagna hanno pensato anche a questo nello stesso giorno in cui hanno approvato il congedo per ciclo;
  3. Prezzi calmierati anche per contraccettivi femminili(non esiste solo la pillola) e prodotti per l’infanzia (grazie governo Meloni per averli gentilmente ulteriormente tassati);
  4. Tutela maggiore per il diritto all’aborto e della gravidanza.  In Italia abortire è difficile perché è obiettore di coscienza il 36,2 per cento del personale non medico, il 44,6 per cento degli anestesisti e il 64,6 per cento dei ginecologi, con picchi dell’84,5 per cento nella provincia autonoma di Bolzano, 83,8 per cento in Abruzzo e 82,8 per cento in Molise;
  5. Diritto di parità salariale e salario minimo per tutt*. Nel 2023, in Italia, secondo gli ultimi dati Istat, una donna guadagna il 12% in meno di un uomo. Inoltre, non esiste un salario minimo. Ragione per cui, stavolta non riguarda solo le donne, ci sono molte aziende che approfittano per sottopagare i propri dipendenti. Anche questo diritto è stato acquisito in Spagna e, l’anno scorso, è aumento dell’8% all’anno ;

Sinceramente non penso che, quello che ho pensato sia pura utopia dato che, altri paesi, su queste tematiche sono riusciti nel loro intento.

L’Italia e i diritti della donne: siamo ancora indietro.

Secondo l’Indice Donne, Pace e Sicurezza 2023 (“Woman, Peace and Security Index”), che classifica i Paesi di tutto il mondo in base alla condizione femminile, l’Italia, è 34° su 177 paesi.  La Danimarca è prima, mentre la Svizzera è seconda. La Spagna è al 27° posto.

Insomma, signor presidente Meloni (visto che ama così tanto il genere femminile da farsi chiamar al maschile… mah) so di per certo che ci sono ancora ben quattro anni alla fine di questo governo. Vorrei far luce su una grossa probabilità. O le cose iniziano a cambiare o tra qualche anno la Svizzera si troverà sovrappopolata di donne, in fondo non è molto lontana. Un viaggetto quasi quasi…

 

Raph