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Coppia gay aggredita a Modena con l’acido dall’ex

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Coppia gay aggredita a Modena con l’acido dall’ex di uno dei due ragazzi.

È questa la storia che un nostro lettore ha deciso di raccontare a noi di “Gaypress“.
Ci ha contattato qualche giorno fa dicendoci che ci legge spesso e che avrebbe avuto il piacere di raccontare la sua storia.
Un racconto, che tocca l’assurdo, l’incubo, la pazzia, e che è stata realtà per il nostro lettore.

Avvenimenti che nel 99% dei casi vediamo e sentiamo succedere solo nel mondo delle coppie eterosessuali… ma la pazzia, l’ignoranza, la gelosia cieca non fanno differenza di sessi: l’amore malato esiste e non importa che tu sia etero o gay, questo mostro si nutre di odio.
Ma come, succede anche alle coppie gay allora? Certo (purtroppo)! Come se fosse impossibile che tra le coppie gay ci possano essere aggressioni da parte di ex o episodi di stalking e violenza.

Ma adesso partiamo con la storia di Davide e Nicola (nomi di fantasia), una coppia gay di Modena aggredita con l’acido dall’ex di uno dei due.

Coppia gay aggredita a Modena:
“Cara redazione di Gaypress, vi racconto l’inizio del mio calvario”

“Tutto comincia poco più di un anno fa”, ci scrive Davide, “quando dopo otto anni che stavo con questo uomo conosco il mio attuale compagno.”

Aggressione-coppia-gay-Modena-dopo-che-è-stato-lasciato“Mi rendo conto che non voglio più stare in una relazione logora in cui ero vittima di continui controlli e ricatti.
Mentre cerco di trovare le parole giuste per mettere fine alla nostra relazione, scopro che mi mentiva sul lavoro.
Da otto anni senza alcun motivo, infatti, mi aveva riempito di bugie dicendomi che ricopriva un ruolo che non ha mai svolto.
Sia chiaro, non è questo il problema. Non mi interessava che posizione ricoprisse. Ma perché mentirmi?

Riesco a lasciarlo e dopo alcuni giorni passati tra sceneggiate, ricatti e finta depressione riesco a metterlo fuori dalla porta di casa mia.
Per Pasqua (siamo ad aprile 2019), torna nella città d’origine dalla famiglia.
Mi chiama dicendomi che sta male e mi racconta che la sera prima ha tentato il suicidio tagliandosi i polsi.
Mi sono preoccupato molto per quello che aveva fatto, continua Davide, almeno fino a quando non è tornato a Modena.

Quando è tornato al suo domicilio, nello specifico, mi obbliga a vederlo e ad uscire insieme perché sta male e vuole riconquistarmi.
Lo accontento vedendoci alcune volte e in questi svogliati incontri, mi accorgo che le fasciature che aveva sui polsi non erano ben fatte.
Visto quello che già mi aveva fatto passare in questi anni mettendomi in soggezione, ingabbiandomi e controllandomi ed inoltre, essendo dubbioso sul fatto che si fosse davvero tagliato i polsi, decido di contattare un suo familiare.
Al telefono, la persona che ho contattato nega l’accaduto e questo, ovviamente, non fa che aumentare l’arrabbiatura nei suoi confronti.”

Dallo stalking all’investigatore privato che mi seguiva
passando per le intimidazioni fatte al mio attuale compagno

La storia della coppia gay aggredita con l’acido a Modena continua e Davide riprende il suo racconto.

stalker-aggredisce-ex-compagno-con-acido-a-Modena-e-viene-assolto“Dopo avere scoperto che mi aveva mentito, anche sul fatto del tentato suicidio, ho deciso di non volerlo più vedere e sentire.
Da quel momento iniziò a tartassarmi di mail, chiamate e messaggi.
Io ho smesso di rispondergli e così iniziò a seguirmi.
Si appostava sotto casa, mi seguiva quando uscivo con i cani e solo dopo venni a conoscenza che ingaggiò un investigatore privato per farmi pedinare.
Mi faceva seguire quando andavo al ristorante, mentre ero in palestra e quando uscivo con i clienti.
Sapeva tutto. Aveva foto di quello che facevo ed era a conoscenza di ogni mio singolo movimento.

Decisi di bloccarlo ovunque. Mail, chiamate e social.
Ad inizio luglio (siamo nell’estate del 2019) parto per le vacanze che avevo prenotato un anno prima.
Ci sarei dovuto andare anche con lui, ma dal momento che ci eravamo lasciati, andai con amici e senza il mio attuale compagno perché non poteva venire.
Appena ho messo piede fuori dall’Italia, iniziò a stlakerare Nicola.
Lettere nella buca della posta con foto dei miei social, offerte di collaborazione per salvarlo da me ed è arrivato, addirittura, a seguirlo con l’auto.
In ultimo, lo tormentava anche sul lavoro provando a farselo passare al telefono dai colleghi per farsi dare i contatti privati.
Insomma…cose da pazzi!”, continua a raccontarci Davide.

“Il mio compagno, ovviamente, era terrorizzato dalla situazione che si era creata.
Essendo fuori dall’Italia per qualche giorno di vacanza e non potendo intervenire, la situazione portò a far litigare anche me e Nicola.
Solo dopo il mio rientro ci siamo finalmente e fortunatamente chiariti.”

Coppia gay aggredita con l’acido: ha provato a buttarcelo addosso!
Ma per nostra fortuna non ci ha presi come avrebbe voluto

Era la sera di mercoledì 24 luglio 2019 quando la coppia gay è stata aggredita a Modena.
Se ci ripenso mi stranisco ancora a distanza di quasi un anno ci scrive Davide.

Aggressione-coppia-gay-Modena-con-acido-dall-ex-la-storia-raccontata-su-gaypress“Io e il mio compagno eravamo appena rientrati in casa dopo aver cenato fuori.
Il tempo di metterci comodi e suona il campanello.
Nicola, il mio compagno, capisce subito che era il nostro stalker.
Ci siamo messi le scarpe e siamo scesi insieme per vedere se effettivamente era lui.
Alla porta, però, non c’era nessuno.
Sento un odore strano arrivare dalla mia macchina parcheggiata a pochi metri di distanza e per sicurezza mi avvicino e annuso il cofano.
Pensavo fosse urina e invece sento odore di acido.

Corriamo in garage per prendere una bottiglia d’acqua per togliere l’acido, ma quando usciamo dal portone vediamo che lui è di fronte ai campanelli con una busta di plastica in mano.
A quel punto, molto adirato, gli intimo di andare via e lui, di tutta risposta, mi dice che può stare dove vuole.
Gli tiro qualche goccia di acqua per allontanarlo e lo spingo via.
A quel punto inizia l’aggressione.
Mi tira pugni, mi morde e prende dalla borsa una delle due bottiglie già aperta di acido muriatico e ce lo tira addosso.
Nella confusione, infatti, sono riuscito a notare che il tappo di sicurezza infatti non era chiuso!

L’acido ci colpisce sulle t-shirt, su viso e braccia, ma per fortuna non sugli occhi.
La colluttazione continua per diversi minuti, ma siamo riusciti ad atterrarlo e a chiamare i Carabinieri che di lì a poco sono intervenuti insieme all’ambulanza.
Mentre aspettavamo i soccorsi ed era a terra farneticava frasi del tipo “lasciatemi andare” e “non è successo niente”.
Ma ovviamente, io, non ho dato retta a quello che stava dicendo visto tutto quello che ci ha fatto passare negli ultimi mesi.”

Le cure in ospedale e la sentenza choc del processo penale

l racconto della coppia gay aggredita a Modena con l’acido non è ancora finito.
La triste vicenda continua e Davide riprende a raccontarcela.

Aggressione-coppia-gay-Modena-cure-mediche-e-arresto-dell-aggressore-gaypressCome viene riportato anche su “Il Resto del Carlino.it“, dopo che i Carabinieri e l’ambulanza sono arrivati hanno portato lui in un pronto soccorso con le manette e noi, invece, in un altro per essere medicati.
Dopo tutta la notte passata in caserma per la deposizione, prosegue Davide, il giorno dopo viene scarcerato perché incensurato.
Non vi nascondo che sono rimasto sorpreso. Cos’altro avrebbe dovuto fare per rimanere qualche tempo tra le sbarre?
L’unica disposizione che che gli venne data, fu quella di non potersi avvicinare a noi.
Doveva mantenere la distanza di 50 metri da entrambi, senza aver nessun contatto elettronico o vocale né con me e né con Nicola.

Ma è ad inizio dicembre., con il processo penale, che le cose cambiano…in peggio!
Dopo la sentenza, infatti, il mio ex (continua a raccontarci Davide) può andare in giro a piede libero e senza alcun divieto di avvicinamento.
L’unica disposizione, se così vogliamo chiamarla, è che si è visto costretto a distruggere le bottiglie di acido.

Il racconto della coppia gay aggredita a Modena con l’acido che ci ha fornito lo sfortunato protagonista della vicenda, Davide, è terminato così e ci ha lasciato senza parole.
Come vi ho scritto in apertura, anche alle coppie omosessuali possono capitare queste tristi vicende.
Abbiamo una vita assolutamente “normale” e può capitare anche questo.
Queste aggressioni devono essere punite con la giusta sentenza a prescindere dai gusti sessuali di chi le riceve.
Dalla sentenza che ci è stata raccontata, infatti, sembrerebbe che siccome sono coinvolti tre uomini (una coppia più l’ex) il reato, sia meno rilevante rispetto ad altre vicende analoghe.
Se così fosse: perché queste differenze?
Perché nessuno ne ha parlato affinché ci fosse una pena più severa?
Perché il popolo LGBTQ+ pure in queste brutte occasioni deve essere emarginato dalla società?
Vi vogliamo lasciare con queste domande alle quali speriamo di avere presto risposta.

Intanto, noi di Gaypress, oltre a ringraziare Davide per averci raccontato una parte della sua vita, ci stringiamo a lui e al suo compagno affinché possano superare psicologicamente questa orribile vicenda.
Infine, ci auguriamo che le autorità competenti possano risolvere la problematica e che ci siano i presupposti per fare un processo civile in modo da dare la possibilità alla coppia di avere, almeno, un minimo di giustizia.

 

 

Simone D’Avolio