Negli ultimi giorni, specialmente online, si è sentito molto parlare di Catcalling. In questo articolo riportiamo alcune statistiche evidenziate da una ricerca internazionale sul fenomeno. Questo termine anglofono viene utilizzato per descrivere una serie di comportamenti messi in atto nei confronti delle donne. Una buona traduzione italiana potrebbe essere Molestie di strada, poiché si verifica solitamente in luoghi pubblici. Queste condotte comprendono fischi, gesti osceni, avance sessuali e commenti indesiderati, fino ad arrivare a veri e propri inseguimenti o palpeggiamenti.
Tralasciando la polemica scoppiata sui social negli ultimi giorni, che ha coinvolto diversi personaggi pubblici che hanno contribuito ad accrescere la già immensa mole di opinioni socio-politiche presenti sul web, ci piacerebbe in questo articolo evidenziare alcuni dati analizzati da un’università statunitense in merito al fenomeno.
Catcalling, analizziamo i dati di uno studio internazionale
Il gruppo “Hollaback!”, assieme alla Cornell University di Ithaca (New York), ha pubblicato nel 2014 una ricerca che fa luce sui numeri legati al catcalling. Questa ha coinvolto 16.600 donne provenienti da 22 diverse nazioni. Dai dati emerge che la maggior parte delle donne intervistate (84%) ha avuto un’esperienza di catcalling prima del compimento dei 17 anni di età.
La ricerca evidenzia inoltre che la metà delle partecipanti ha dichiarato di essere stata palpata contro la sua volontà almeno una volta nella vita e che, in Italia, al 69% delle intervistate è capitato di essere stata seguita da un uomo o da un gruppo, e di essersi sentita in pericolo di conseguenza. Il 13% delle italiane ha riferito di essersi trovata in questa situazione più di 5 volte.
Complimento o abuso?
Un’opinione che a questo punto potrebbe palesarsi è quella che considera questo tipo di comportamenti come complimenti innocui, goliardici, che non arrecano danni reali a chi li riceve. Esiste certamente la possibilità che alcune donne si sentano lusingate da questo tipo di attenzioni, ma secondo la ricerca sopracitata il catcalling suscita nella maggior parte dei casi sentimenti di rabbia, ansia, bassa autostima e umiliazione.
Inoltre, esso, può avere conseguenze molto concrete sui comportamenti adottati per timore di essere importunate. In Italia, una donna su dieci ha riportato di non essersi presentata a lavoro dopo episodi di molestia di strada, una su quattro di aver fatto tardi a lavoro o a scuola e più della metà ha riferito di aver cambiato abbigliamento, di aver modificato i percorsi attraversati a piedi, di aver evitato intere aree della città o di aver lasciato un evento prima di quanto avrebbero voluto per precauzione.
Vive l’éducation!
Questi numeri lascerebbero pensare che il fenomeno sia onnipresente più che riguardare casi isolati. In Francia nel 2018 è stata approvata una legge contro il catcalling che mira a contrastare ogni comportamento “di natura sessuale o sessista che leda la dignità di una persona in ragione del suo carattere degradante o umiliante, o che crei situazioni intimidatorie, ostili od offensive”. Essa prevede che le forze dell’ordine siano tenute ad intervenire in soccorso della vittima, sanzionando tali comportamenti con multe dai 90 ai 1500 euro.
Tuttavia, è poco lungimirante pensare di ridurre le ingiustizie solo tramite la loro repressione. L’educazione al rispetto delle donne non solo come madri, mogli e sorelle di qualcuno è la chiave per rendere il catcalling, al momento ampiamente tollerato, qualcosa di inaccettabile.
Sara de Sio
Si ringrazia giuditta_san per le illustrazioni originali.
Riferimenti:
– https://www.ihollaback.org/cornell-international-survey-on-street-harassment/
– https://it.wikipedia.org/wiki/Molestie_di_strada