Proponiamo alcuni estratti del volume “Laico alfabeto in salsa gay piccante” di Franco Buffoni (edizioni Transeuropa) che sarà presentato lunedi 22 novembre alle 18.30 nel salottino del Chiaja Hotel De Charme (via Chiaia 216, Napoli). 56 voci ed una tesi di fondo: perché non possiamo parlare di omosessualità senza chiamare in causa ateismo e scienza?

BBASTARDI
I figli “naturali” li hanno sempre definiti anche “bastardi”. Ma che si decidano! Questa natura è buona o cattiva?
Ovviamente la natura non è né buona né cattiva: la natura è animale. E’ “destra” allo stato puro, sorgivo. Parlare di natura con riferimento all’uomo contemporaneo è come pretendere di fare indossare un’armatura medievale a un astronauta. Anche nascere con una malattia ereditaria è una cosa naturale, biologica, quando purtroppo accade. L’essere “naturale” non comporta alcun valore in sé, non significa che si sia “normali”. Considerate l’omosessualità una malattia? Ditelo chiaramente. Pretendete che sia una posizione dettata dal vostro dio? Annunciatelo, ma senza nascondervi dietro il dito della natura. […]

FFUORI
Qualche giorno fa mi è capitato di riordinare i fascicoli apparsi - a partire dal 1972 - del periodico “Fuori” (Fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario Italiano). Proprio nel primo numero mi ha colpito particolarmente un reportage di Enrico Airone sul franchismo in Spagna.
Nel 1972 ero in Inghilterra per il dottorato […] e ricordo benissimo alcuni studenti spagnoli che non nutrivano alcuna speranza circa un possibile cambiamento della “situazione” nel loro paese. Troppo sigillato era il patto tra chiesa cattolica e franchismo. […] Io, italiano, mi sentivo al confronto fresco e giovane, lottavo per i diritti civili: divorzio, aborto, legge Basaglia, cambiamento di sesso: potevo manifestare, scendere in piazza. Vivevo in una democrazia. […]

MMANCINI
Per secoli si pensò che la condizione dei mancini fosse “innaturale” e si cercò di correggerla, di “guarirla”. Furono oggetto di grandissima ostilità. E anche per loro – poi – si fece l’elenco dei grandi uomini, artisti o condottieri, che lo erano o lo erano stati. Anche per loro si sfoderarono percentuali: si dice che fossero (e che siano) attorno al quindici per cento, mentre gli omosessuali sono quotati al dieci. Oltre cinque milioni di italiani, secondo le stime Eurispes.
L’analogia potrebbe proseguire con la categoria dell’ambidestro, che varrebbe il bisessuale. Mi domando: in Italia siamo ancora a questo punto? Chi decide che cosa è naturale e che cosa non lo è? Gli scienziati, i deputati dell’Udc, il comune buon senso? Padre Georg?

PPIPI’
Si pensi a un glabro filippino, di bassa statura, dai lineamenti dolci: una donna non può fare il prete, lui sì. Si pensi a una signora siberiana di alta statura e dai lineamenti pronunciati, persino il pomo d’Adamo le si vede quando parla. Immaginateli vestiti con i paramenti sacerdotali. Chi dei due è più prete, chi maggiormente corrisponde al clichè “virile”? Ciò che conta per i clericali non è questo è come si a pipì. Questa ossessione per come si fa pipì continua ad obnubilare i clericali e i loro accoliti.

UUMANIZZARE
Così come, parlando di omosessualità tra gli animali, si rischia di antropomorfizzarli, mi sembra evidente che le persone omosessuali debbano acquisire rispetto sociale e diritti non perchè si dimostra scientificamente che i loro comportamenti esistono in natura, ma perchè amano e si amano come persone. Quindi sia il ricorso da parte clericale al concetto di omosessualità contro-natura, sia la giusta replica che si tratta di comportamenti largamente diffusi in natura, non sono argomentazioni convincenti perchè il problema è interamente umano, cioè etico: inutile appellarsi al non umano per giustificare l’umano. Solo la cultura ha il compito di compiere scelte etiche, cariche - per l’appunto - di una forza culturale. […]

per gentile concessione dell’autore | illustrazioni di jessica hische

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