congresso dell’Arcigay a Milano
Napolitano ai gay: no a discriminazioni
Primo saluto alle assise di un capo dello Stato. Contestato Fassino. Bonino alla Pollastrini: laici lasciati soli

MILANO - Il congresso dell’Arcigay comincia con Franco Grillini che mostra sul telefonino un bel giovanotto con maglione a collo alto sullo sfondo della scritta Fuori, movimento gay: «È proprio lui, Rutelli. Quando ancora non teneva famiglia». Grillini è entusiasta: «Il Family Day sarà un trionfo, un gigantesco spottone per noi». Ma è l’unico. Un delegato lamenta: «Non ci siamo mai sentiti così soli». La sinistra in prima fila annusa il clima, lievemente ostile.

Ne fa le spese il segretario Ds Piero Fassino. Che fuori spiega: «Non bisogna contrapporre le due piazze». E dentro viene ripetutamente interrotto. Per il sollievo dei delegati, arriva l’inaspettato e caloroso messaggio del Capo dello Stato.

Un evento, spiega il segretario dell’Arcigay, Aurelio Mancuso: «È la prima volta che un Presidente della Repubblica ci invia un messaggio». E per di più a un giorno di distanza dal Family Day. Ovviamente, nessuna interferenza politica. «Il Capo dello Stato — si legge — segue con attenzione tutte le iniziative volte ad evitare che nel campo dei diritti individuali possano aversi discriminazioni». Poi cita l’articolo 3 della Costituzione. Quanto basta, insieme al messaggio di Fausto Bertinotti, per inorgoglire i presenti.

Alessandro Trocino | 12 maggio 2007 | corriere.it