Perché tutto andrà bene e presto torneremo ad abbracciarci.
Andrà tutto bene è il singolo uscito una settimana fa che vede duettare Tommaso Paradiso ed Elisa.
La squadra di calcio a cinque gay-friendly di Torino “ASD TÖRET” , ha voluto cantarla ai suoi followers postando il video dell’esibizione sui canali social.
Nel giorno di Pasqua è iniziato a circolare in rete il video che vede protagonisti alcuni giocatori dell’ “ASD TÖRET“.
La squadra gay-friendly della città di Torino ha avuto un’idea splendida per dare un segno di positività e augurare una buona Pasqua ai propri followers.
Scopriamo insieme come è nata questa squadra arcobaleno e l’idea di cantare tutti insieme “Andrà tutto bene”, con l’intervista che due membri dell’ “ASD TÖRET”, Fanelli Domenico Mirko e Vito C., hanno rilasciato a noi di Gaypress.it.
L’ ASD TÖRET calcio a cinque si racconta a Gaypress.it
Come è nata la squadra e la lotta contro ogni tipo di discriminazione.
Allora Domenico…inizio con te questa intervista visto che sei tu il punto di riferimento che ci ha permesso di realizzarla.
Partiamo!
– Come è nato il progetto di dare vita ad una squadra di calcio LGBTQ+?
La squadra nasce ufficialmente nel 2013 come costola dell’associazione di Torino “Gattonero“, per poi diventare autonoma nel 2014 col nome “Toret Torino“.
La squadra, come tutte le grandi idee, prende forma un po’ per caso da un gruppo di amici con la passione comune del calcio, che decidono di trovarsi ogni mercoledì per giocare insieme.
Nel 2017 nasce ufficialmente l’associazione sportiva dilettantistica TÖRET.
I TÖRET, infatti, sono si un gruppo di amici che gioca e si diverte, ma che combatte anche ogni tipo di discriminazione in campo e fuori.
È sempre giusto specificare che noi non siamo una squadra Gay, ma siamo una squadra di calcio socialmente impegnata nella lotta contro ogni tipo di discriminazione.
– Che tipo di accoglienza avete avuto nel mondo del calcio in quanto squadra gay-friendly?
Col nostro progetto abbiamo da subito avuto pieno appoggio dalla UISP, con la quale tutt’ora collaboriamo strettamente, con cui mettiamo in pratica numerose iniziative atte ad abbattere qualsiasi tipo di pregiudizio nell’ambito sportivo.
Nel nostro piccolo, il mondo del calcio, non ci ha fatto sentire “diversi”.
Da qualche anno ci confrontiamo con diverse squadre del territorio torinese nell’ambito di un campionato e non c’è mai stato nessun episodio spiacevole come purtroppo, invece, succede nella vita di tutti i giorni.
Tanti di noi sono entrati in squadra per sentirsi “sulla stessa barca” e pian piano, ognuno ha fatto il suo percorso forte del sostegno dei compagni di squadra.
– Come affrontate le discriminazioni (qualora vi ci siate imbattuti) sull’orientamento sessuale nel mondo del calcio?
Purtroppo le discriminazioni ognuno si trova ad affrontarle nella vita di tutti i giorni e non parliamo solo di discriminazioni di carattere sessuale.
ASD TÖRET, ad oggi, collabora con diverse associazioni e con il sostegno anche delle istituzioni è impegnata a 360° contro le discriminazioni.
Organizziamo eventi sportivi e campagne di sensibilizzazione partendo dal campo, per cercare di vincere anche la battaglia contro il razzismo combattendola quotidianamente.
– L’ ASD TÖRET è una squadra di calcio a cinque gay-friendly. Pertanto, non è solo formata da persone omosessuali, giusto? Ci sono anche giocatori eterosessuali? – Se è si, hanno mai avuto problemi nel relazionarsi con gli altri compagni gay o a difendere i diritti delle persone LGBTQ+?
L’ASD TÖRET è una squadra di calcio a 5 aperta a tutti coloro che hanno la passione del calcio e dello sport in generale.
Tanti di noi, infatti, si confrontano non soltanto sui campi di calcio, ma in diverse discipline sportive.
Ad oggi l’associazione vanta più di 50 tesserati e l’orientamento sessuale non è mai stato un limite o un ostacolo.
Tutti coloro che ne fanno parte vivono tranquillamente la propria libertà di espressione nei diversi campi.
comunque si…ci sono eterosessuali in squadra che sostengono attivamente le nostre battaglie contro le discriminazioni.
Gli atti di sensibilizzazione e le altre realtà con cui la squadra si confronta.
Il racconto continua…
– Dai vostri social abbiamo notato che organizzate tornei anche per combattere l’omofobia nel mondo del calcio. Avete fatto anche atti di sensibilizzazione nei centri sportivi?
In collaborazione con UISP, organizziamo diverse iniziative sportive atte a sensibilizzare il mondo dello sport sull’argomento della diversità.
Ogni anno, oltre ai nostri eventi sportivi di squadra organizziamo, ad esempio, eventi a sostegno della lotta contro la violenza sulle donne in collaborazione con alcune squadre femminili del torinese.
– Ci sono altre realtà simili alla vostra con cui collaborate in Italia o all’estero?
Il movimento de “un calcio all’omofobia” conta numerose realtà in italia e all’estero.
Ogni anno vengono organizzati numerosi tornei dalle diverse squadre: Milano, Roma, Firenze, Bologna, Napoli sono alcune delle realtà calcistiche che, come noi, combattono per la causa partendo dai campi di calcetto.
Squadre e associazioni come la nostra sono ovviamente presenti in tutto il mondo (Lione, Monaco di Baviera e Slovenia sono solo alcune squadre con cui ci siamo affrontati sui campi).
“Andrà tutto bene” cantata tutti insieme.
Scopriamo come è nata questa idea
– Vito…da quanto ci è stato riferito prima dell’intervista da Domenico, sei tu che hai avuto l’idea.
Quindi, a te la parola: come ti è venuto in mente di fare il video cantando la canzone “Andrà tutto bene” di Tommaso Paradiso ed Elisa per augurare buona Pasqua?
L’idea mi è venuta in una notte insonne di questa quarantena, dove era forte il bisogno di evadere con la mente.
Un momento di nostalgia della mia famiglia e dei miei compagni di squadra.
L”obiettivo del cantare tutti una canzone è quello di sentirsi comunque vicini, “distanti ma uniti”, appunto.
E’ stato un modo per rivederci tutti in video e ridere assieme.
La scelta della canzone è una speranza di ritornare alla vita di tutti i giorni.
Tornare a giocare e a cantare insieme, ad esultare e ad abbracciarci di nuovo in campo e fuori.
La canzone “Andrà tutto bene” vuole essere un modo per trovare la forza di superare questo momento difficile e di separazione.
Stiamo a casa e cantiamo assieme per tornare ad abbracciarci ancora domani.
– Che messaggio volevate mandare e che sperate sia arrivato agli utenti?
Il messaggio che speriamo sia arrivato è quello di speranza, che passerà questo momento duro per tutti e che nessuno di noi è solo.
Dobbiamo sostenerci a vicenda, perché amici e affetti possono essere “lontani” ma il loro sostegno c’è sempre.
– Lo chiedo ad entrambi: hanno partecipato tutti i membri della squadra o c’è chi ha fatto il timido?
Per ragioni anche tecniche non è stato possibile partecipare tutti, ma tutti hanno condiviso l’idea ed alcuni volontari si son presi l’onere di realizzare il video.
Ci piace pensare che ognuno di noi abbia cantato quella canzone con un unica voce di speranza.
L’ ASD TÖRET incoraggia i ragazzi a non aver paura.
Lo sport è di tutti e non conosce frontiere e diversità!
Ringrazio Vito C. Per averci raccontato come ha avuto l’idea di cantare “Andrà tutto bene” e come è stato realizzato il filmato.
Ora torniamo da Domenico per concludere l’intervista.
– Visto l’importante messaggio che avete voluto mandare tramite i social con il video della canzone “Andrà tutto bene”, in questo momento storico difficile in cui ci troviamo e viviamo, vi state allenando tutti insieme da casa via skype come fanno alcuni importanti club del mondo o aspettate un ritorno alla normalità per riprendere con gli allenamenti?
Ognuno nel suo piccolo sta continuando a fare attività anche per spezzare la monotonia di questi giorni che sembrano tutti uguali.
Fare sport è per me il modo più bello per scaricare le tensioni che per forza di cose ci troviamo ad affrontare in questi giorni.
Proprio per questo, personalmente, mi sto allenando con molta più assiduità in questo periodo visto che purtroppo la “distrazione” lavorativa è molto più contenuta.
Anche in questa situazione, lo sport, aiuta a vincere la paura e a trovare la forza per combattere insieme.
– Per concludere: alle persone che ancora nel 2020 credono che il calcio sia uno sport solo per uomini ed eterosessuali e ai ragazzi che vorrebbero giocare a calcio, ma hanno paura in quanto sono omosessuali, cosa volete dire?
Io sono entrato in questa squadra che avevo mille paure e come me tanti altri ragazzi.
grazie al calcio, alla squadra e ai miei compagni sono riuscito a vincerle tutte ed ho capito che il pregiudizio è solo figlio dell’ignoranza, perché se non si capisce che la diversità rappresenta la ricchezza più grande che abbiamo a nostra disposizione, non avremo capito la vera essenza di questo mondo.
Lo sport è di tutti e non conosce frontiere e diversità.
Colgo l’occasione per ringraziare la società “TÖRET” che ci ha dato l’ok per realizzare l’intervista e Fanelli Domenico Mirko e Vito C. che hanno spiegato come è nata l’idea di cantare “Andrà tutto bene” e un po’ la storia del club.
Non siamo scesi nei tecnicismi calcistici su che ruoli ricoprono in campo i due ragazzi, perché abbiamo preferito raccontare un fattore molto più importante: la lotta contro ogni tipo di discriminazione.
Se ce ne sarà modo e avranno ancora voglia di parlare con noi, in futuro, approfondiremo anche la parte tecnica a livello calcistico.
Io intanto mi propongo come portiere, visto che è il ruolo che ho ricoperto per anni a calcio a cinque. 😉
Simone D’Avolio
Un caro Amico mi ha girato questa intervista per informarmi dell’iniziativa e del messaggio che si vuol diffondere. In questo contesto storico-sociale, discriminare è assurdo e si ritorce contro l’umanità intera. Il concetto di fratellanza universale è sempre attuale e non tramonta mai. Le persone vanno valutate e apprezzate per il loro essere interiore, per la bellezza delle loro idee, per la loro coerenza, per la capacità di gioire del momento che si vive. Discriminare oggi è anacronistico. Discriminare può essere la battuta superficiale che, in un ambiente non abituato a pensare, mina il valore di una persona e favorisce l’ottuso pettegolezzo
Grazie Rinaldo per questo tuo commento. Tutta via sembra che manchi una parte finale al tuo intervento, in quanto così com’è non ci lascia un’idea chiara del tuo punto di vista.