
Neanche più nel giorno del proprio matrimonio si può star sereni. Questa è la storia di Valentino e Alex, aggrediti e pestati poco dopo essersi uniti civilmente al Campidoglio. Ma vediamo di più insieme.
Matrimonio di sangue a Roma
Ci troviamo a Roma. Valentino e Alex sono finalmente sposi, al meno per quello che lo Stato considera matrimonio tra due persone dello stesso sesso. Senza dilungarci oltre: giungono a Piramide. Indossano ancora gli abiti da cerimonia, aspettano solo di poter continuare a festeggiare la loro unione. Ma cosa li aspetta, invece, e li attende di lì a breve? Un’aggressione, insulti, un pestaggio. Minacciati a mano armata, con un coltello puntato a sentirsi insultati perché coppia omosessuale. Alex riceverà di lì a poco anche pugni e calci sul volto.
Come sono andate le cose
Valentino e Alex non hanno neppure potuto pensare al giorno del proprio matrimonio. Si sono dovuti rivolgere invece alla Gay Help Line per avere soccorso. Il tutto dopo essere già sopraggiunti da soli al pronto soccorso. I ragazzi parlano di due giovani che innocentemente hanno fatto loro domande sul rapporto che avessero. Da lì l’escandescenza. “A noi piace la figa“, così hanno insinuato. Poi sono andati avanti ad insulti omofobi fino alle mani, facendo cadere a terra il povero Alex. Non soddisfatti hanno continuato con pugni e calci, estraendo poi un coltello di circa 10cm. I due miracolosamente sono poi fuggiti.
Un matrimonio da rifare: è accaduto il mese scorso in silenzio
Nel giorno del loro matrimonio Valentino e Alex hanno dovuto pensare alla denuncia da depositare alla Squadra Mobile di Roma. Questo accadeva circa un mese fa, verso fine Gennaio. Le indagini invece sono ancora in corso, e non vi pare traccia di questi due aggressori. Accertamenti e referti delle lesioni alla mano, ancora nessun volto colpevole. Nei giorni scorsi i due ragazzi sono stati ricevuti dal sindaco Gualtieri. Il tutto grazie all’aiuto di associazioni come Gay Center, Arcigay Roma, Differenza Lesbica e Azione Trans. Con loro anche la presidente del Municipio I Lorenza Bonaccorsi.
Il contraccolpo della vicenda
Per fortuna nonostante nessuno fosse lì ad aiutare nel giorno del loro matrimonio, le istituzioni si sono fatte sentire. Hanno dimostrato vicinanza nei confronti delle vittime di omofobia, in questo caso. Queste le parole dei ragazzi: “Abbiamo deciso di rendere pubblico quando accaduto sia per dare un segnale sulla importanza di denunciare, sia affinché chiunque abbia visto gli aggressori li segnali alle forze dell’ordine. Da quando siamo stati aggrediti abbiamo timore ad uscire, ma stiamo cercando di vincere questa paura, e vogliamo dare forza a chi come noi è stato vittima di aggressione“. A sostegno dei novelli sposi il supporto psicologico offerto dalla Gay Help Line.
Non un solo matrimonio da incubo in più, esigiamo cambiamenti
Nessuno meriterebbe un trattamento del genere, soprattutto il giorno del proprio matrimonio. Questa la dichiarazione di Lorenza Bonaccorsi: “A nome del Municipio I ho espresso il nostro pieno sostegno alla coppia, ed abbiamo offerto supporto piscologico tramite lo sportello PUA LGBT+ del municipio I gestito da Gay Help Line. Come Municipio I siamo in prima linea contro ogni discriminazione, ed in particolare a sostegno della comunità LGBT+ abbiamo anche aperto anche il CoHousing Refuge LGBT+, dedicato alle persone della comunità vittime di maltrattamenti familiari o migranti, per sostenerli in un percorso di autonomia“.
È solo un granello di un deserto di violenza…
Queste invece le parole di Alessandra Rossi, coordinatrice di Gay Help Line: “Questo episodio si aggiunge a numerosi altri casi di violenza omotransfobica, come quelli verificatisi durante il capodanno a Torino, Milano e Roma, noti purtroppo ormai alle cronache. Sono 20.000 i contatti che ogni anno riceve Gay Help Line, che evidenziano la drammatica realtà dei crimini d’odio e delle discriminazioni contro le persone LGBTQIA+. Nella quasi totalità dei casi le richieste rimangono nell’anonimato, perché per le vittime denunciare pubblicamente non è sempre possibile. Tali eventi mettono in luce la costante minaccia cui quotidianamente sono esposte le comunità marginalizzate e sottolineano l’urgenza di interventi concreti da parte delle istituzioni, come da circa 20 anni fa il comune di Roma con Gay Help Line che è il servizio LGBT+ a supporto del Comune e con l’istituzione di un ufficio LGBT“.
Non succede solo il giorno del proprio matrimonio
Valentino e Alex non sono gli ultimi. Oltre a loro, pestati dopo la celebrazione del proprio matrimonio, un’agente transgender di Trento è stata picchiata brutalmente da tre ultras. Successo solamente qualche giorno fa, lo scorso 21 Febbraio. Assieme a lei si contano decine di aggressioni a singoli o plurime, atti non fisici e suicidi solo dall’inizio di quest’anno. E questi report sfortunatamente sono incompleti. Di molte di queste aggressioni non si ha notizia, e tantissime vittime optano per il silenzio. L’Italia è ormai in un baratro profondo omobilesbotransfobico, e ne usciremo -sperando- con estrema difficoltà.
Aeden Russo
Leggi anche: Chi di omofobia ferisce, di omofobia perisce…e paga!