Aggressione omofoba a Piacenza da parte di un branco di quattro persone nei confronti di un ragazzo di quindici anni.
Ci risiamo. Sono passati solo due giorni dall’ultimo articolo dove vi ho scritto di un episodio di omofobia, che è già tempo di raccontarne un altro.
Lunedì abbiamo fatto luce sull’episodio accaduto a Ferrara, dove Giacomo Gelmi si è visto recapitare una lettera con minacce omofobe.
Ci spostiamo di alcuni chilometri, rimanendo sempre in Emilia-Romagna, e ci fermiamo su quanto è accaduto nella città di Piacenza.
Domenica si è tenuta, nel capoluogo di provincia, la manifestazione “Da Voce al rispetto”.
Un raduno organizzato da “Arcigay Piacenza Lambda” e al quale hanno partecipato anche le associazioni “Non una di meno” e “Il Grande Colibrì”.
Tutti uniti per chiedere a gran voce, ma con educazione, l’approvazione quanto prima della legge contro l’omotransfobia e la misoginia.
A questo evento si stava recando anche un ragazzo di appena quindici anni.
E proprio questa sua voglia di dire basta all’omofobia, sembrerebbe il motivo che ha spinto quattro ragazzi ad aggredirlo.
Aggressione omofoba a Piacenza:
Ragazzino di quindici anni accerchiato e insultato perché indossava la bandiera rainbow
Anche l’aggressione omofoba avvenuta a Piacenza ai danni di un ragazzo di quindici anni è libertà di opinione?
Come viene riportato sul sito “Ansa.it”, il ragazzo si stava recando alla manifestazione “Da Voce Al Rispetto” con la bandiera arcobaleno tra le mani.
Ad un certo punto, il giovane, viene accerchiato da quattro ragazzi che lo iniziano ad insultare senza apparente motivo.
Ah no…un motivo c’è: libertà di opinione nell’inveire contro un adolescente che tiene in mano la bandiera rainbow. ?
Dopo che gli aggressori lo hanno accerchiato, insultato e spintonato, hanno pensato bene di strappargli di mano la bandiera arcobaleno (nemmeno fosse una pistola) e lanciargliela in faccia con disprezzo.
Compiuto l’atto, i codardi, sono scappati in sella alle loro bici.
La giovane vittima durante la colluttazione, fortunatamente, non ha subito ferite. “Solo” tanto spavento.
Sul luogo della vicenda sono intervenuti gli agenti della Polizia di Stato e, solo successivamente, il quindicenne è riuscito a raggiungere il posto dell’evento.
Appena è arrivato ha raccontato quello che gli era accaduto.
Gli organizzatori lo hanno ascoltato e confortato e si sono messi subito alla ricerca di coloro che erano presenti o stavano passeggiando su Viale Pubblico Passeggio, a Piacenza, per raccogliere testimonianze che possano aiutare nell’identificazione dei quattro ragazzi.
Per il momento, tutto tace.
Torno a ripetere che vorrei scrivere di altro, ma come posso farlo se le aggressioni in Italia stanno aumentando a dismisura?
Sbrigatevi ad approvare il Decreto contro l’omotransfobia e la misoginia e, forse, potrò raccontare anche di notizie più leggere.
Intanto, non possiamo fare a meno di abbracciare forte la vittima. ?
Simone D’Avolio