Ottenere l’interruzione volontaria di gravidanza può essere molto difficile. A causa del Covid-19, l’Italia e il resto del mondo hanno ulteriormente ristretto il diritto all’aborto. Il motivo di queste limitazioni è chiaramente legato a motivi epidemiologici, ma alcune decisioni sollevano forti dubbi.
Quali difficoltà?
All’inizio della pandemia, il governo italiano non ha considerato l’aborto come un servizio sanitario essenziale. E questo non ci stupisce affatto. Tuttavia, il 30 marzo il Ministero della Salute ha affermato che i servizi di IVG sono da considerarsi indifferibili, cioè urgenti e necessari. Le informazioni sull’accesso all’aborto non erano chiare, molte donne si sono trovate in difficoltà anche a causa della chiusura dei consultori e del sovraffollamento negli ospedali. A causa dei disservizi sanitari, inoltre, alcune persone hanno perso la possibilità legale di effettuare l’aborto farmacologico, che può essere concesso soltanto entro la settima settimana di assenza delle mestruazioni.
Le testimonianze delle donne che hanno provato ad abortire raccontano di rimpalli da una struttura a un’altra, difficoltà negli spostamenti dovute alle restrizioni e mancanza di servizi. Molti di questi, infatti, sono stati sospesi o trasferiti per fare spazio ai pazienti Covid-19. Elisabetta, intervistata in questo articolo, racconta:
“Ho chiamato tutti gli ospedali della provincia di Milano. Alcuni mi hanno detto di aver sospeso il servizio, altri che non lo offrivano affatto…. Alcuni hanno detto puoi venire e stare in fila tutto il giorno, ma dovremo vedere se riusciamo ad inserirti dato che siamo solo in grado di vedere circa tre ragazze al giorno.”
Eleonora Mizzoni, membro del gruppo Obiezione Respinta e intervistata nello stesso articolo, afferma: “La nostra linea di emergenza, aperta 24 ore sue 24, è passata da 2 a 3 richieste di aiuto al mese a 5-6 richieste al giorno”.
Le limitazioni
Molte regioni hanno limitato la possibilità di abortire, come il Piemonte. In questa regione è stata infatti vietata la pillola abortiva, obbligando le persone a recarsi in ospedale: sarà il medico a valutare il day hospital o un ricovero di tre giorni. Il consultorio non può più effettuare l’aborto, e questo sottopone le donne al rischio di incontrare obiettori di coscienza. Questa scelta si rivela pericolosa anche per il rischio di contagiarsi negli ospedali, che in questo momento sono bombe epidemiologiche. Nel caso in cui il medico opti per il ricovero di tre giorni, è ben possibile che la donna si trovi in difficoltà nel dover giustificare alla propria famiglia un’assenza da casa così prolungata. Pensiamo, ad esempio, al caso di una persona che non possa comunicare ai genitori la sua scelta di abortire, oppure a una ragazza minorenne. In quest’ultimo caso l’interessata dovrebbe essere autorizzata dal Tribunale, qualora non venisse supportata dai genitori.
Al momento, solo in quattro regioni d’Italia (Lombardia, Toscana, Emilia-Romagna e Lazio) le donne possono scegliere di abortire in day hospital. Il Governo italiano ha infatti emanato delle linee guida che stabiliscono il ricovero di tre giorni, ma le Regioni possono fare diversamente. Solo quattro di queste hanno deciso di evitare il ricovero in questione.
Come fare?
Le persone che hanno deciso di abortire durante la pandemia sono quindi costrette ad infomarsi dettagliatamente sulle modalità operative della regione in cui si trovano. Le procedure per l’aborto possono essere molto diverse da regione a regione, causando problemi nel garantire il diritto all’aborto uguale per tutti.
La regione Toscana ha pubblicato un’immagine che spiega in breve il percorso da seguire per l’IVG farmacologica, specificando anche la necessità di effettuare il tampone, e cosa accade nel caso di esito positivo. Lo schema è consultabile qui, a pagina dieci del documento.
In caso di difficoltà, è possibile contattare l’associazione Obiezione Respinta, che ha fornito una mappa in cui sono presenti i vari servizi utili all’IVG. Esiste anche un canale telegram per tenersi aggiornati sugli ospedali e strutture in cui è possibile abortire.
Nora