In America in questo momento di proteste al movimento Black lives matters si è affiancato Black trans lives matters.
La parità razziale e di genere vanno di pari passo. Non possiamo scegliere solo un tipo di giustizia, sono inscindibili. Transfobia e sessismo sono entrambi il risultato della supremazia bianca. Le voci trans non possono essere messe a tacere in questo momento. Questo attuale movimento per i diritti civili ha finora sommerso tutti i 50 stati americani e circa 18 paesi; la straziante morte di George Floyd il 25 maggio mentre era sotto la custodia della polizia di Minneapolis ha spinto una società globale già fragile oltre il proverbiale limite.
Almeno 27 persone trans sono state uccise l’anno scorso e la maggior parte di queste vittime erano donne trans nere. Molti di questi attacchi sono conseguenze dello stesso razzismo e violenza sistematici che strappano la vita agli uomini e alle donne di colore in America. Omofobia, transfobia, mascolinità tossica: sono tutti prodotti della supremazia bianca, prodotti di un sistema intento a opprimere l’intera razza nera. È un’oppressione stratificata, quindi, se non si combatte per le vite trans nere, non si combatte per le vite nere. Se si desidera veramente andare avanti nello smantellare i sistemi razzisti e porre fine all’omicidio sanzionato dallo stato, bisogna prendere sul serio la violenza transfobica tanto quanto gli omicidi di uomini neri da parte della polizia o dei bianchi. Se si ottiene giustizia per le persone nere, ma si continua a discriminare le persone trans nere, allora non è stata ottenuta una vera giustizia per l’intera comunità afroamericana.
Solo nel 2020 sono state uccise in America 4 persone trans: Alexa Luciano Ruiz, Serena Angelique Velázquez, Layla Pelaez e Selena Reyes-Hernandez. Il silenzio non è più la risposta, anche coperte dalle mascherine le nostre bocche devono gridare forte.