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The Haunting of Bly Manor non invidia nulla a Hill House

Bly Manor è un seguito adatto alla prima stagione dell’antologia, già molto convincente nella sua capacità di offrirci un horror per intenditori.

The Haunting of Hill HouseLa prima stagione

The Haunting of Hill House è una serie che, quando uscì nel 2018, amai. La iniziai con un amico amante dell’horror poco impegnativo, sperando fosse qualcosa che ci potessimo vedere insieme. Entro quattro episodi mi dichiarò la sua indifferenza nei confronti della serie. Non l’aveva preso. Io, invece, più mi inoltravo nella narrazione, più ne rimanevo catturata, come la famiglia protagonista, costantemente attratta dalla casa, ma, soprattutto, dalla tragedia di una famiglia che aveva perso quel qualcosa che la tenesse unita e dalla capacità di Mike Flanagan di raccontare un horror familiare e molto psicologico.

Le storie di fantasmi sono diverse da quelle di mostri o serial killer. Sono indissolubilmente legate alla morte, alla tragedia ed alle emozioni esclusivamente umane: il rancore, la disperazione, il senso di colpa, l’amore. La nuova stagione di The Haunting è proprio su quest’ultimo che si concentra (senza però farsi mancare tutti gli altri). Se la prima stagione dell’antologia si è concentrata sulla famiglia, ora è sulle relazioni amorose che punta lo sguardo della telecamera.

The Haunting of Bly Manor

La forza di Bly Manor

The Haunting of Bly Manor, infatti, parla di relazioni spezzate, mai vissute, finite nel sangue e, infine, in una relazione consumata appieno, vissuta fino all’ultimo e per cui le protagoniste hanno combattuto. I personaggi di Dani (Victoria Pedretti) e Jamie (Amelia Eve), sono riuscite a portare sui nostri schermi casalinghi, probabilmente, la migliore storia d’amore saffica del 2020, nonché anche la più drammatica. E per chi stesse già girando gli occhi al cielo, stanco del classico stereotipo hollywoodiano di “uccidere il gay”, la tragedia che si viene qui a consumare è diversa. Non è semplicemente un modo di terminare una relazione scomoda o di perpetrare l’idea che due donne non possano mai davvero vivere serenamente. Dopotutto nessun’altra relazione in questa serie riesce ad ottenere il suo happy ending.

Quello che l’ultimo episodio di questa stagione ci ha voluto mostrare era l’orrore di trovare la persona giusta, amarla, essere ricambiati nel sentimento, ma dover convivere con la malattia, o presenza, che prima o poi se la riprenderà, senza lasciare scampo a nessun tipo di battaglia. E sebbene noi spettatori la viviamo, appunto, con orrore, con sofferenza, Jamie ci dà dimostrazione della sua filosofia di vita. Lei, dopotutto, è una giardiniera e conosce molto bene la vita della natura e la natura della vita. È proprio lei ad insegnarci che, anche se una cosa bellissima è destinata a finire, anche presto, questo non vuol dire che non valga la pena di coltivarla e godersela per quel breve frangente.

 

 

Rachele Vanucci