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Il problema dello spot di Esselunga è che non spiega perché scegliere loro, anziché un altro supermercato, per fare la spesa

Spot Esselunga su bambina con genitori separati che compra una Pesca da regalare al padre fingendo che gliel'ha comprata la mamma

In queste ultime ore è montata su una polemica legata allo spot dell’Esselunga che vede come protagonisti principali una pesca e una bambina con genitori divorziati. C’è chi dice che ad alcuni dà fastidio che si parli della “famiglia tradizionale” e che la vuole attaccare e chi, invece, sostiene che si è strumentalizzato il dolore di una bimba che ha la mamma e il papà separati. A riguardo ci sarebbe da fare un discorso molto ampio e lungo. Potremmo, però, riassumerlo semplicemente scrivendo che la propaganda e la comunicazione politica in Italia non conosce limiti e dignità. Infatti, si è arrivati anche a strumentalizzare una minore e una pubblicità che, in teoria, di politico non dovrebbe avere nulla.

I problemi su questa campagna, però, non sono solo legati ai fatti elencati sopra o che non si parla delle famiglie LGBT+ (come se le persone LGBT+ non andassero a fare la spesa). Il problema di questo spot, a mio avviso, è proprio a monte. Infatti, non arriva allo spettatore il messaggio principale che dovrebbe trasmettere un supermercato, ovvero: Perché dovrei scegliere l’Esselunga e non un altro supermercato per andare a fare la spesa? Cosa mi offri tu che un altro non mi può dare? Il problema di questo spot, secondo me, è tutto qua. Nessun attacco alla “famiglia tradizionale” e nessun attacco a chi divorzia. La comunicazione sembra essere non corretta a monte e si sarebbe dovuta strutturare in modo diverso.

La spot di Esselunga sembra più idoneo per quelle associazioni che sono contro il divorzio che per un supermercato

Le polemiche politiche e sociali sullo spot dell’Esselunga mi interessano il giusto. Quello su cui vorrei soffermarmi, forse per deformazione professionale, è l’aspetto comunicativo di questa pubblicità. Cosa avrebbe dovuto comunicare questo spot? La Esselunga vende beni di genere alimentare e quindi, suppongo, che l’obiettivo sia quello di portare maggiore clienti, incentivandoli e motivandoli a scegliere il loro supermercato per andare a fare la spesa anziché un altro. Ecco il primo errore comunicativo: non viene spiegato perché bisognerebbe scegliere Esselunga. Per i prezzi? La qualità? Per i commessi belli e/o simpatici? Non si sa. Si sa solo che questa bambina è triste perché i genitori sono divorziati e vorrebbe farli tornare insieme. E quindi? La Esselunga vende pane, carne e quant’altro. Non si occupa di revisionare le pratiche di divorzio.

Io, infatti, nello spot non percepisco il messaggio del perché scegliere Esselunga per fare la spesa ma ci vedo questo tipo di messaggio: prima di divorziare, anche se non andate d’accordo, pensateci bene perché i bambini ne soffrono. Un messaggio, tra l’altro, stereotipato e imposto da un pensiero unico e ideologico. Che ne sa delle dinamiche che ci sono nelle famiglie e del perché due genitori divorziano? Magari i due genitori litigavano tutti i giorni o il papà picchiava la mamma e per questo si sono separati. Vivere queste dinamiche, non è forse più sofferente di un divorzio per un minore? Si presuppone di sì. Per questo posso presuppore che come spot contro la legge sul divorzio è ottimo, meno per invogliare le persone ad andare a fare la spesa alla Esselunga.

Il “Bene o male purché se ne parli” non è una strategia efficace e vincente

Ho letto sui social che molti utenti sostengono che se se ne parla è perché lo spot della Esselunga è stato di successo. Non è corretto.  Il “bene o male purché se ne parli” non è la strategia vincente. O meglio, non funziona e non è efficace per tutti i settori. Anzi, potrebbe anche essere una arma a doppio taglio. Possiamo parlarne bene o male di questa campagna, l’obiettivo di una azienda, in questo caso specifico, come ho già scritto, presumo sia vendere e non solo far parlare sui Social di sé. Quindi, le domande sono: questo chiacchiericcio, positivo o negativo, porta un aumento di vendite per la Esselunga? Porta un aumento di clienti? Questo spot, invoglia le persone ad andare a fare la spesa là? Spiega perché scegliere Esselunga e non il Lidl? A me, sinceramente, questo spot non ha risposto a queste domande. Anzi, quasi quasi mi ha fatto venire voglia di andare al Lidl.

Nello spot di Esselunga non si parla di cosa offre, infatti le persone stanno parlando del divorzio

Battute a parte, è vero ed è in dubbio che le persone ne stanno parlando, nel bene o nel male. Non stanno parlando, però, del perché scegliere Esselunga per fare la spesa, ma parlano del divorzio. E questo tema non c’entra nulla con il servizio che offre il supermercato in questione. Il fatto che si parli dello spot perché racconta la storia di due genitori divorziati e non del perché scegliere Esselunga per andare a fare la spesa è esattamente il problema, secondo me, per cui lo spot non è propriamente adatto per un supermercato.

Infine, la Esselunga non è presente su tutto il territorio Nazionale. Lo store è presente principalmente al nord d’Italia e qualcosina nel centro (Latina è la zona più a sud dove ha aperto). Dunque, che cosa mi può portare a me Esselunga che una persona di Lecce o di Napoli ne parli sui Social? Assolutamente nulla, perché tanto non potrà mai venire a fare la spesa nel mio supermercato. È vero, essendo andata sulle tv nazionali non poteva fare una targhettizzazione geolocalizzata. Proprio per questo sarebbe stato più importante e opportuno suscitare curiosità sul perché scegliere Esselunga anche al telespettatore che non ce l’ha sul territorio. Questa sì che sarebbe stata una strategia vincente.

In conclusione, per spezzare anche una lancia in favore dello spot, si può presupporre che la storia dei genitori divorziati potesse anche andare bene poiché rispecchia uno spaccato di società. Forse andava solo strutturata in modo diverso.

 

Fonte immagine copertina: ADNKronos

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