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Condannato a risarcire: Pillon scopre che la diffamazione è illegale

condanna a risarcimento: Pillon scopre che la diffamazione è illegale

Nonostante le difficoltà a far valere la giustizia, finalmente l’odio immotivato è stato condannato a risarcire: Pillon scopre che la diffamazione è illegale. Il nome dell’ex senatore è infatti tristemente noto alle cronache per le sue uscite omofobe e violente contro la popolazione LGBT+. Dal canto suo, il leghista continua a sostenere di essere il portatore di una presunta verità scomoda, che lui solo ha il coraggio di rivelare.

Nelle sue parole, è costretto a pagare un alto prezzo per chi si oppone alla temutissima “ideologia gender”. Questo spauracchio dai margini poco definiti è il centro della sua “battaglia al fianco dei genitori”. È certamente un caso, s’intende, che identificare un nemico comune e dalla definizione vaga sia tipico dei regimi totalitari. Ma facciamo un salto indietro e ricordiamo quali sono state le affermazioni dell’ex senatore che lo hanno posto al centro di questa vicenda. Siamo nel 2014 e Pillon durante un evento pubblico aveva definito i membri dell’associazione Omphalos come degli “adescatori di minorenni”. Non esattamente quello che si direbbe un commento politically correct.

Per la precisione, Pillon aveva anche aggiunto che “quelli di Arcigay vanno nei licei e spiegano ai vostri figli che per fare l’amore bisogna essere o due maschi o due femmine e non si può fare diversamente”. Quando posto sotto processo per le sue affermazioni, l’ex senatore si è difeso cercando di alleggerire il peso delle proprie parole. Era solo ironico, lui, che dava degli adescatori a degli attivisti.

Alto il prezzo dell’ironia quando l’imputato viene condannato a risarcire: Simone Pillon scopre che la diffamazione è illegale

 

condannato a risarcire: Pillon scopre che la diffamazione è illegale

Una presunta spiritosità, quindi, quella che Pillon ha sostenuto essere alla base delle proprie affermazioni. Spiritosità che però la Corte di Appello di Firenze non deve aver colto, dal momento che l’ex senatore è stato condannato a risarcire: Pillon scopre che la diffamazione è illegale. 30mila euro il risarcimento stabilito, quale prezzo della sua sedicente ironia basata su un immotivato odio denigratore. A seguito di ciò, non meraviglia che il protagonista della vicenda abbia già annunciato il ricorso in Cassazione. D’altronde era solo ironico, lui.

Il vero risarcimento derivato da questa condanna è però di carattere morale: gli attivisti lgbtqia+ umbri si dicono infatti felici di questo esito. “Siamo pienamente soddisfatti per questa ulteriore vittoria giudiziaria”, dice Stefano Bucaioni, presidente di Omphalos LGBTI. “Viene ristabilita la verità e accertato definitivamente che Pillon aveva gravemente diffamato l’associazione raccontando falsità”.

L’ex senatore ha ricevuto una lezione di legalità che siamo certi servirà a poco. Pillon ha infatti dimostrato che l’odio immotivato si appiglia a qualsiasi motivo pur di autoalimentarsi, persino alla diffamazione. Purtroppo per lui, però, in una società civile quest’ultima ha il prezzo salato di una condanna a risarcimento che auspicabilmente potrebbe aprire la strada a un rinnovato rispetto delle minoranze.

 

Fonte: Adnkronos