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Atleta transgender discriminata da Bersanti di CasaPound: cosa è successo

omofobia

LUCCA. L’identità di genere di un personaggio noto a livello mondiale diventa il bersaglio di odio sparso a larghe braccia, senza ritegno e con un’ironia che fa rabbrividire. Le subdole parole arrivano da un personaggio altrettanto subdolo: Fabio Barsanti.
Consigliere comunale di Lucca, eletto nel 2017 nella lista di CasaPound, dichiaratamente fascista. Solo le ultime parole ci dovrebbero fare pensare a che razza di persona ci stiamo riferendo…

Nel suo mirino vi è finita Laurel Hubbard, 43enne atleta neozelandese, sollevatrice di pesi e vincitrice di due medaglie olimpioniche. Anche istruttrice di atlete più giovani. La sua “colpa” è quella di essere un’atleta transgender, biologicamente nata uomo e divenuta per sua volontà Laurel.

Alle 21:47 di mercoledì 17 febbraio Barsanti, esordisce sul suo profilo Facebook personale (dopo che Facebook gliene aveva oscurato un altro) condividendo un messaggio offensivo su Laurel Hubbard e ci mette anche del suo, scrivendo, all’indirizzo delle giovani allieve dell’atleta: «E dai donne! Allenatevi di più! Adesso sono c….i vostri (o loro)?» Pura volgarità e la classica sottile transfobia che non manca mai…

Il post, ovviamente, viene tempestato di commenti. Tra consensi e dissensi, spicca un  post di una delle giornaliste più seguite in Italia: Selvaggia Lucarelli, la quale dal suo profilo social, evocando ironicamente la politica, «quella bella», racconta del «genio» (Barsanti) che pubblicamente discrimina e offende l’atleta neozelandese. 

Queste notizie non sono purtroppo nuove…

 

 

Atleta transgender discriminata: Bersanti non è solo, la compagnia di Pillon non manca mai

Solo qualche giorno fa Simone Pillon ha misgenderato un’altra atleta transgender, denigrandola…

Ogni volta che mi ritrovo a scrivere questi episodi di transfobia cosi sottile rimango senza parole. Mi sembra, ogni volta, di fare un salto indietro nel Medioevo.

E’ terribile pensare che nel 2021 dobbiamo ancora parlare di portare rispetto a ciò che la “massa” ritiene “diverso”.

Inoltre, ricordiamo che rispettare i pronomi e utilizzare il nome scelto dalle persone trangender o queer, NON E’ UN OPTIONAL.