fbpx

Nome alias: l’importanza di essere riconosciuti

Nome alias: l’importanza di essere riconosciuti. Una lunga battaglia con un dolcissimo finale. Vediamo insieme come.

Nome alias garantito dal CNOP

Dallo scorso 29 Novembre anche l’Ordine degli Psicologi fa un passo in avanti, grazie all’impegno degli ordini di AltraPsicologia, associazione nazionale di categoria degli psicologi che si occupa di politica professionale. Difatti è il primo ordine professionale italiano ad utilizzare il nome alias. Abbiamo già visto l’importanza di questa decisione cosa comporta. Le scuole e le università sono state pioniere di questa proposta fondamentale; adesso anche i psicologi iscritti all’Albo potranno beneficiare di questo regolamento. Una misura che dà un briciolo di speranza a tutti noi per il futuro qui in Italia. Dopo un periodo molto difficile, segnato da pessime scelte, una notizia come questa rincuora tutti noi.

Definizione di nome alias

Facciamo un brevissimo recap per i meno preparati. Il nome alias è un nome scelto da una persona che non corrisponde a quello anagrafico, ma che meglio riflette la sua identità. È parte integrante in particolare di coloro che stanno affrontando percorsi di affermazione di genere. Grazie a questa misura, questi professionisti che lo desiderano potranno utilizzare il nome alias in tutti i contesti legati all’Ordine, tutelando la propria dignità e riducendo i rischi di discriminazione. “Secondo recenti ricerche, il riconoscimento dell’identità personale e sociale è un elemento cruciale per il benessere psicologico, e gli Ordini professionali hanno il dovere di promuovere queste pratiche per combattere le discriminazioni e sostenere il progresso culturale“, commenta il Quotidiano Sanità.

Il diritto di essere rispettati

Sentiamo il dottor Francesco Garzillo, psicologo e coordinatore AltraPsicologia Campania: “Anche se fosse solo una persona, il suo diritto a sentirsi rispettat* nel contesto professionale merita di essere tutelato. La vera importanza sta nel messaggio di inclusione e supporto alla affermazione identitaria che questo regolamento rappresenta per tutt*“. E ancora: “Gli ostacoli principali sono stati legati a un panorama normativo frammentato e a resistenze culturali, spesso alimentate da pregiudizi e disinformazione“. Questa l’ennesima conferma che la presa di posizione del nostro governo sta chiaramente influenzando negativamente il progresso.

Non solo il nome alias: le altre iniziative

Il dottor Garzillo ha voluto ricordare anche altri impegni dell’associazione: “Tra le nostre azioni più significative, ricordiamo il “Bonus Genitorialità” introdotto in ENPAP (la cassa previdenziale dell* psicolog*) a guida AltraPsicologia. Questo contributo economico, cumulabile con l’indennità di maternità (alla quale anche hanno diritto l* coniug* e l* compagn* conviventi al fianco di iscritt* ENPAP) sostiene i professionisti nel momento in cui diventano genitori, senza discriminazioni legate al genere o all’orientamento sessuale. È una misura concreta per affermare che tutte le famiglie, indipendentemente dalla loro composizione, hanno pari dignità“.

Uno sforzo congiunto

Questa misura è stata sostenuta e proposta con la collaborazione di diversi enti. Prima di tutto il Comitato per le Pari Opportunità, coordinato dalla dottoressa Angela Quaquero. A seguire la Rete Lenford, consulente legale impegnata a promuovere sia il rispetto che la tutela delle diverse identità di genere. Una particolare attenzione, inoltre, è data a chi sta già intraprendendo un percorso di affermazione di genere. Il nome alias, quindi, diventa pionieristico e innovativo in questo campo. Ma non solo: dà speranza che si possa fare di più in questo momento. Restare al passo con i tempi e accogliere le diverse identità di genere, questo un obiettivo fondamentale da tenere ben a mente.

Le parole del presidente del CNOP

Il presidente del CNOP, David Lazzari, ha voluto commentare così: “La possibilità di utilizzare il nome alias non è soltanto un’innovazione amministrativa: è una scelta che riflette i valori fondamentali della nostra professione, basati su inclusione, rispetto e promozione del benessere psicologico. Siamo orgogliosi di essere i primi a introdurre questa possibilità, che speriamo possa essere un modello per altre istituzioni e ordini professionali“. Grazie a questa coraggiosa iniziativa, l’Ordine degli Psicologi dimostra di essere attento e sensibile nei confronti di temi di estrema importanza. In più dà una riprova fondamentale che il benessere psicofisico è al centro di tutto. Sono gli psicologi a sostenere i ragazzi con i loro percorsi di affermazione di genere. È veramente importante dimostrare che anche il personale sanitario è sostenuto alla stessa maniera.

Come funzionerà il nome alias?

Ma vediamo insieme cosa comporta questa scelta del nome alias. Adesso chiunque può richiedere il suo utilizzo, sia al momento dell’iscrizione che postumo. E come verrà utilizzato? Sarà presente in qualsiasi comunicazione interna all’albo prima di tutto. Ma, cosa importante, anche nelle documentazioni non ufficiali. E ancora il nome alias si visualizzerà nell’elenco degli iscritti al CNOP. Il nome anagrafico, invece, verrà ancora richiesto per i documenti legali e fiscali. Rimane il fatto che questa iniziativa renderà possibile ai psicologi di sentirsi a proprio agio. Parliamo di un sostegno concreto a chi impegna la propria giornata ad aiutare il prossimo. Finalmente anche loro potranno sentirsi tutelati e accolti sul luogo di lavoro.

Nome alias per promuovere l’inclusione

Ecco come commenta il CNOP nel loro comunicato stampa ufficiale: “Il riconoscimento dell’identità personale e sociale è fondamentale per il benessere psicologico, e questa iniziativa mira a garantire un ambiente professionale inclusivo, riducendo il rischio di discriminazioni e promuovendo una cultura del rispetto. Con questo passo, il CNOP conferma il suo impegno per il progresso culturale e la qualità della vita professionale e personale di tutte e tutti“. È un passo che in altri contesti non elogerei in questa maniera. Ma conosciamo tutti fin troppo bene gli ostacoli del mondo sanitario. Molto spesso le discriminazioni colpiscono più duramente proprio al suo interno. Aprirsi invece finalmente a questo diritto fondamentale di autodeterminazione è un traguardo lodevole.

Contro la violenza di genere

Adesso vorrei proporre le parole di Elisabetta Camussi, componente del CPO nazionale, coordinatrice delll’Osservatorio per la Pari Opportunità e Generi OPL e presidente della Fondazione della Professione Psicologica intitolata ad Adriano Ossicini: “questa misura è frutto del prezioso lavoro congiunto del CPO nazionale, che comprende le Delegate di tutti gli ordini regionali e provinciali, e si inserisce tra le importanti iniziative della consigliatura. Tra queste, il follow-up della ricerca sulla percezione delle pari opportunità e le linee guida per psicologhe e psicologi su prevenzione e intervento nella violenza di genere. È un segnale forte e necessario per promuovere l’inclusione e ridurre il rischio di discriminazioni, sostenendo il riconoscimento delle differenze e valorizzando la pluralità delle esperienze umane“.

Nome alias non come traguardo, ma punto di partenza

Importante il commento di Professione Psicolog*della scorsa settimana: “L’introduzione del nome alias non è un punto di arrivo, ma uno dei tanti passi necessari per costruire una professione capace di rispondere alle sfide del nostro tempo. Continueremo a lavorare affinché la psicologia sia sempre più uno spazio in cui ogni identità trovi piena dignità e riconoscimento, sottolineando il valore della nostra disciplina nel favorire un reale cambiamento sociale“. Perché difatti si tratta di questo. Riconoscere l’identità di una persona non è un punto di arrivo. Nemmeno un traguardo di cui andare fieri. È quello step, invece, nella giusta direzione per le pari opportunità. Perché tutti si possano sentire liberi di essere chi sono.

Si combatte per tutti

Fondamentale il commento del dottor Garzillo, che vorrei citare nuovamente: “Lavoriamo tutti i giorni per portare una visione inclusiva e progressista nelle nostre istituzioni, nella politica e nella società civile, affrontando battaglie a volte controcorrente, ma sempre orientate a garantire pari opportunità e dignità per tutt*. Ne è un esempio la lettera inviata dai 7 Ordini regionali a guida AltraPsicologia alla Ministra Eugenia Roccella, in risposta alle sue dichiarazioni secondo cui “ogni bambino ha diritto ad avere una mamma e un papà” e che “lo dicono tutti gli psicologi”. In quella lettera, abbiamo ribadito, sulla base della letteratura scientifica, che non ci sono differenze sostanziali nello sviluppo dei figli tra famiglie omosessuali ed eterosessuali. Abbiamo anche sottolineato come il vero danno sia causato dal pregiudizio sociale, piuttosto che dalla struttura della famiglia. Questi passi sono essenziali per sfidare stereotipi e affermare i diritti delle famiglie omogenitoriali. Cerchiamo, tutti i giorni per quanto ci è possibile, di promuovere benessere“.
Perciò un grazie al CNOP per il coraggio, ad AltraPsicologia per la tenacia, e a tutti l* psicolog* per l’impegno sul campo.
Aeden Russo
Leggi anche: Povera Italia

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *