Francia: ragazzo di 13 anni morto suicida per omofobia. Accade il 7 Gennaio nella classe terza media della scuola Louis Armand di Golbey, nei Vosgi. Troppe le continue persecuzioni, prese in giro e atti di bullismo da parte dei compagni per la sua omosessualità. Ma scopriamo di più sull’accaduto.
Francia: suicida per omofobia, la realtà del bullismo
In Francia non si prende alla leggera un atto di bullismo, anzi nel Paese è anche causa di scalpore; inoltre, la moglie del presidente della Repubblica francese Brigitte Macron è una delle portavoce a difesa dei diritti LGBT+. Ma come prevederlo, se lo stesso ragazzo aveva confermato alla famiglia che le cose erano migliorate e che stava meglio. Per questo “è stata uno choc, non hanno notato nulla di insolito ultimamente”, insiste il direttore della scuola.
Come ci rivelano i media, Lucas aveva già parlato ai genitori ed alla scuola della violenza psicologica che subiva quotidianamente per mano di quattro compagni, e la questione era arrivata fin alla direzione scolastica. Attualmente, l’inchiesta cerca di individuare l’effettiva colpevolezza del plesso scolastico, per chiarire quanto abbiano sottovalutato la situazione del ragazzino, come dichiarato dal corrispondente del Corriere parigino.
I quattro allievi autori degli atti di bullismo “erano stati convocati e avevano ricevuto un richiamo molto deciso”, dice Valérie Daustreme, direttrice dipartimentale del Ministero dell’Istruzione. La procura di Épinal ha aperto un’indagine preliminare per “molestie nei confronti di un minore di 15 anni”. Inoltre, la scuola, che conta quasi 700 studenti, è parte di una rete sociale per combattere il bullismo scolastico.
A tous ceux qui pensent qu’il ne sert à rien de lutter contre l’homophobie à l’école, à tous ceux qui ne comprennent pas que des insultes peuvent tuer…
Regardez le visage de Lucas, 13 ans, victime de harcèlement homophobe. Il s’est suicidé samedi dernier.
Tristesse et colère pic.twitter.com/FM39oh7Vlu— Christophe Beaugrand-Gerin (@Tof_Beaugrand) January 12, 2023
Suicida per omofobia, come stanno lavorando le autorità?
“Le testimonianze dei genitori del ragazzo condotte durante delle indagini, per identificare le cause del decesso, hanno rivelato l’esistenza di derisioni e insulti omofobi di cui Lucas era vittima da parte di altri studenti”, ha lasciato detto il procuratore di Épinal, Frédéric Nahon. L’indagine, avviata Mercoledì scorso, deve “confermare la realtà delle molestie che Lucas avrebbe subito, la loro durata, il contenuto esatto dei commenti e dei comportamenti denunciati, e verificare le varie misure che sono state adottate”.
Il rettorato scolastico non è stato in silenzio sulla vicenda, dichiarando che “i fatti erano stati immediatamente presi in seria considerazione dalle équipe della scuola media, che hanno dimostrato una grande vigilanza quotidiana, mantenendo il legame con lo studente e la sua famiglia”. L’avvocato della madre risponde così: “C’è un’intera catena di persone con evidenti responsabilità che possono essere indagate, se saranno evidenziati gli elementi di un’infrazione”. La madre e il suo avvocato saranno ricevuti la prossima settimana dal pubblico ministero di Épinal.
Cosa raccontano familiari ed amici di Lucas
Molti non giustificano le azioni intraprese dalla scuola. “Era un bambino che aveva sempre il sorriso sulle labbra, attento, spontaneo, pieno di sogni e desideri”, così racconta Stéphanie, amica di famiglia, “ma veniva regolarmente preso in giro per i suoi vestiti, per il suo modo di essere, per il suo aspetto. Era una persona integra, quindi non si nascondeva. Questo forse dava fastidio ad alcuni che non osavano essere come lui. Quando tornava a casa da scuola si lamentava spesso di ciò che stava vivendo. La madre ha chiamato più volte le autorità. L’ambiente scolastico, dove trascorreva tre quarti del suo tempo, non ha reagito come avrebbe dovuto”.
Prima del funerale, la madre di Lucas ha rotto il silenzio stampa con una lettera, letta in diretta televisiva: “Quante marce bianche dovremo organizzare? Quanti bambini dovranno soffrire, quante famiglie saranno colpite in modo così crudele, e fratelli e sorelle saranno separati prima che vengano finalmente messe in atto azioni concrete per far sì che ogni bambino possa godere del suo diritto a una scuola senza molestie? Dedicherò la mia vita a continuare la lotta per Lucas”.
“Penso a tutti gli studenti come lui che sono stati vittima di bullismo: la loro disperazione è alla base della mia determinazione a prevenire ogni forma di molestia” – Ministro dell’Istruzione Pap Ndiaye
Aeden Russo
Fonte: dayitalianews, Leggo, Gayburg
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