Israele ha approvato la maternità surrogata per le coppie LGBT+ e i single. Entro i prossimi sei mesi, le coppie omosessuali e i padri single potranno sottoporsi al processo della Gestazione per Altri. L’Alta Corte di Giustizia, nella giornata di domenica scorsa, ha stabilito l’ incostituzionalità della Legge che era in vigore. Di fatto, fino a quel momento, le coppie same sex e i singoli erano esclusi da tale pratica.
Nel mentre in Italia non si riesce a migliorare, come richiesto dal Partito Gay, e ad approvare il DDL Omotransfobia che garantirebbe uguali tutele e diritti per tutti, a poco più di 4.000km dal nostro paese succede questo. Nonostante lo Stato in questione venga additato spesso come conservatore e “chiuso mentalmente”, ancora una volta si è dimostrato diversi passi avanti rispetto a noi.
Israele approva la maternità surrogata: ecco la svolta
Inutile stare a sottolineare che quando arriveremo a questo in Italia, probabilmente, io sarò già deceduto da diversi anni. Israele, invece, ha già approvato la maternità surrogata per le coppie LGBT+ e i single. Il volgarmente chiamato “utero in affitto“, dunque, sarà legale nello Stato protagonista di questo articolo.
Come apprendiamo da ‘Jerusalem Post‘, infatti, la svolta è stata dettata da un ricorso che è stato fatto ai danni dello Stato israeliano da parte di una coppia omosessuale. Quest’ultimi, infatti, erano stati esclusi dalla possibilità di ricorrere alla Gestazione per Altri. L’Alta Corte di Giustizia, però, ha stabilito che questa discriminazione era incostituzionale.
Per questo motivo ha disposto a un risarcimento di 30.000 shekel, circa 7.700 euro circa per intenderci, ai due uomini per le spese legali. Non solo, l’Alta Corte, infatti, ha invitato la Knesset a rivedere la legge per aprire alla maternità surrogata anche alle coppie LGBT+ e ai single. Da questo momento, dunque, il processo della Gestione per Altri in Israele è stata esteso a tutti. Norma, per altro, che si accoda ad altre normative già in vigore per la tutela dell’omogenitorialità.
Fonte foto copertina: Gaypost