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HRT bloccata in UK per i minorenni: una decisione dell’Alta Corte

Trans rights are human rights

HRT in Inglese, TOS in Italiano. Si tratta della Terapia Ormonale Sostitutiva, uno dei (spesso non) possibili trattamenti che le persone trans e gender nonconforming hanno per allineare certe caratteristiche fisiche alla propria identità ed espressione di genere, soprattutto quando incorre un certo livello di disforia di genere. Attenzione: non tutte le persone TGNC (trans&gender nonconforming) hanno deciso o decideranno di intraprendere questo tipo di percorso e non è obbligatorio per essere considerate persone “veramente trans” (vedi: transmedicalismo o anche truscum). Inoltre, soffrire di disforia non è l’unico motivo per voler iniziare questo tipo di terapia.

 HRT bloccata dall'Alta Corte HRT bloccata in UK per i minorenni

Ci arriva in questi giorni la notizia della decisione dell’Alta Corte di Giustizia britannica di dare uno stop a livello nazionale alle terapie ormonali sostitutive per chiunque sia sotto i 18 anni d’età.

La decisione entrerà ufficialmente in vigore il 22 Dicembre per lasciare spazio anche a possibili appelli. Intanto il GIDS (Gender Identity Development Service, la più famosa gender clinic inglese, parte del Tavistock Center e situata a Londra) sta sfruttando il tempo rimasto non solo per organizzare i sopracitati appelli, ma anche per analizzare le possibili implicazioni per i pazienti attualmente in cura.

Ansia e confusione stanno colpendo i giovani teenagers trans della Gran Bretagna. Il GIDS dichiara che non organizzerà più visite endocrinologiche finché non usciranno delle linee guida ufficiali. Anche i trattamenti ormonali attualmente in corso rimangono in sospeso, con una semplice indicazione che i pazienti “verranno contattati” quando si sarà capito come agire.

Un altro punto preoccupante di questa decisione riguarda tutti gli assistiti sotto i 16 anni. Questi ultimi vengono considerati dall’Alta Corte come incapaci di poter prendere una decisione veramente informata e cosciente. La proposta è quindi di vietare i trattamenti che impiegano puberty blockers (bloccanti della pubertà), cioè dei farmaci utilizzati per posticipare gli effetti di quest’ultima.

TavistockPerché i puberty blockers sono importanti?

La mossa dell’Alta Corte appare contradditoria, se si capisce a cosa servono le terapie di blocco della pubertà. Infatti, questi trattamenti hanno lo scopo di posticipare temporaneamente la manifestazione della pubertà (e quindi lo sviluppo di caratteristiche “sessuali” secondarie). Questo servirebbe al* giovane per iniziare altri tipi di percorsi che possano aiutarl* nella decisione di intraprendere o meno la TOS. Questi possono essere, ad esempio, la transizione sociale (adottare nuovi pronomi e farsi chiamare con un nuovo nome scelto da sé stessi) e la terapia psicologica.

Senza questo tipo di intervento, inoltre, la salute mentale dei giovani potrebbe aggravarsi con l’apparizione di caratteri “sessuali” che potrebbero intensificare la disforia. Degli studi sulla salute dei giovani transgender definiscono queste procedure come “salvavita” in quanto in grado di ridurre il rischio di suicidio, molto alto in questa categoria della popolazione.

Sono davvero pericolosi?

La preoccupazione dei gruppi contrari alla somministrazione di bloccanti della pubertà ai giovani riguarda la presunta irreversibilità dei loro effetti, tra cui anche il rischio di infertilità Forse queste persone ignorano che questo tipo di farmaco non viene prescritto solo a persone transgender, ma anche nei casi di pubertà precoce o di determinati problemi nella crescita (vedi: bassa statura idiopatica) e per patologie come l’endometriosi e il cancro alla prostata.

In questo articolo il medico Jason Lambrese ci spiega che, nonostante il trattamento con bloccanti della pubertà in giovani transgender sia ancora sperimentale, ci tranquillizza sulla sicurezza dei farmaci, accertata dagli studi condotti sui casi di pubertà precoce.

Quello su cui si confondono i gruppi anti-puberty blockers è che si tratti di una terapia definitiva e da mantenere nel tempo, anziché solo temporanea e necessaria per il paziente proprio per essere informato adeguatamente nella decisione se intraprendere o meno la terapia sostitutiva. In questi gruppi si parla spesso dei rischi riguardante un’insufficiente densità ossea. Effetti che potrebbero manifestarsi solamente se la terapia venisse portata avanti per troppo tempo, senza giungere alla decisione se interromperla o passare alla HRT. Possibilità che appare, comunque, di difficile manifestazione, in quanto i pazienti devono essere sempre seguiti sia da un’endocrinologo che da uno psicologo.

Keira BellNHS sotto attacco

La decisione dell’Alta Corte non appare come un fulmine a ciel sereno, ma come una probabile risposta ad un dibattito attuale che coinvolge il Servizio di Salute Nazionale (NHS in Inglese).

Da una parte c’è il caso di Keira Bell. La ventitreenne ad inizio 2020 ha intrapreso una battaglia legale contro la NHS. L’accusa è di averla convinta a prendere dei puberty blockers all’età di 16 anni senza averla informata in modo appropriato delle conseguenze. La ragazza rimpiange ora di aver intrapreso il trattamento ormonale e di aver subito una mastectomia. Il suo desiderio è che qualcuno avesse messo in discussione il suo desiderio e averla convinta ad attendere o desistere.

La notizia di Bell è diventata molto famosa nei gruppi di TERF e anti-trans. I quali usano la storia per denunciare un “sistema ideologico pericoloso per i bambini”. Spesso però queste accuse sono mosse senza una vera preparazione in materia, come dimostrato nel paragrafo precedente.

Dall’altra parte, invece, sono innumerevoli le testimonianze della lunghezza straziante delle liste di attesa per iniziare i consulti. Dal momento che si contatta la clinica, sembra che debbano passare una media di due anni prima di ricevere il primo appuntamento. Ed il secondo potrebbe arrivare anche sei mesi dopo il primo. Per questi motivi, chi se lo può permettere finisce per farsi seguire da cliniche o medici privati.

Conclusione

Il governo britannico sta agendo nei veri interessi dei propri cittadini? O sta solo portando avanti un’agenda politica? Molte persone potrebbero venir accontentate da questa decisione. I gruppi TERF e anti-trans sono molto attivi nell’isola. È, dopotutto, lo stesso luogo da cui viene la ormai controversa scrittrice di fantasy J. K. Rowling. Addirittura un famoso forum per madri è diventato un covo di discussioni anti-trans. Queste domande sorgono quindi spontanee.

Ciò che credo il governo dovrebbe fare è consultarsi con gli esperti ed ascoltare i soggetti che verranno colpiti da questo stop ai servizi.

Aspettiamo ora il 22 Dicembre per sapere cosa succederà.

 

 

Rachele Vanucci

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