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Eurovision 2024: conclusioni e riflessioni doverose

Eurovision 2024: conclusioni e riflessioni doverose. Anche per quest’anno l’Eurovision Song Contest 2024 si è concluso. Tra una miriade di contestazioni, polemiche e problematiche, ci sono dei piccoli fattori positivi da evidenziare. Vediamoli insieme

Eurovision 2024: a prendere il trofeo è Nemo

La vincitrice dell’anno scorso Loreen ha lasciato spazio ad un bravissim* cantante svedese, Nemo, con la sua The Code. Un traguardo da andarne fieri, considerando che è la prima persona non-binary a vincere l’Eurovision. Prima di l*i ci fu nel 2017 Salvador Sobral, intersex, e nel 1998 Dana International, donna trans. E, nello stesso anno, per l’Irlanda Bambie Thug ha portato la comunità transgender ai vertici di una gara, conquistando il sesto posto. Un dettaglio da non sorvolare, considerando i recenti climi politici e sociali.

Una bellissima rappresentanza per quest’anno

Ma non sono stati gli unici rappresentanti della comunità. All’Eurovision di quest’anno, infatti, spiccano diversi volti. Olly Alexander, anche l*i non-binary e gay. Silvester Belt, dalla Lituania, un ragazzo bisessuale. E tra i non classificati tanti altri rappresentanti, con l’Australia, Belgio, Danimarca e San Marino. Rispetto allo scorso anno sono ben il doppio dei partecipanti, nonostante si sia classificata solo la metà di loro, a pari con il 2023. Al giorno d’oggi, tra i 50 paesi partecipanti, 31 di questi sono stati rappresentati da persone LGBTQIA+, 23 anche più di una volta.

L’Eurovision porta la comunità LGBTQIA+ da un quarto di secolo e di più

Il dettaglio più importante, a mio avviso, è che sin dai primi anni 2000 la comunità LGBTQIA+ è stata presente con almeno un cantante all’Eurovision. La musica unisce, e lo fa da sempre. Non si può dire lo stesso in altre competizioni, dove le persone trans vengono volutamente squalificate o escluse. Lo abbiamo visto con Miss Italia, e con diverse competizioni agonistiche dagli scacchi alla ginnastica. È importante ricordare che la rappresentazione rende più sicuri, destigmatizza i concetti e rende tutti più vicini.

C’è del marcio anche qui

C’è anche una dura e cruda realtà in questo Eurovision 2024: l’inclusione e l’amore non sono stati sempre al primo posto. Prendiamo ad esempio le molestie che l* cantante irlandese Bambie Thug ha subito dallo stilista israeliano. Difatti, dalle diverse notizie uscite dai backstage della competizione, sembrerebbe che non si sia limitato ad esprimere una mera preferenza. Oltre a dare l*i del femminile di proposito, l’avrebbe chiamat* anche “mostro”, considerandol* pericolos*. Una prova sono le diverse storie tradotte e ripubblicate sul social TikTok a testimonianza dell’accaduto.

Eurovision 2024: i commenti ad Olly Alexander

Sono stati raccolti anche diversi commenti da X riguardanti Olly Alexander, cantante rappresentante dell’Inghilterra per l’Eurovision di quest’anno. Ecco alcuni di questi: “Davvero? Simulare il sesso gay in un squallido bagno pubblico? Chi ha pensato che fosse una buona idea fare appello alle famiglie europee che guardavano? Totalmente stonato (compresa la voce di Olly)“. O ancora: “Simulare il sesso gay in un bagno non sta davvero bene! E il fatto che abbia avuto zero punti al televoto dimostra che anche il pubblico europeo ha pensato che fosse terribile. Che diavolo è successo al Regno Unito se è il meglio che abbiamo“. Continua così: “Quindi Olly ha ottenuto zero punti dal pubblico. Chi avrebbe mai pensato che il porno gay sottilmente travestito non sarebbe andato bene?“. E infine: “Amiamo il ragazzo ma era troppo gay. Ai bambini non piaceva che gli uomini si toccassero. Non vedresti lo stesso dalle donne. È stato a dir poco spinto“.

Non siamo ancora pronti per questi ragazzi

Indubbiamente ci ritroviamo in una società ancora poco accogliente, anche all’Eurovision. Parliamo di persone che si spaventano di un cantante che porta su di un grande palco una performance “satanica”. Se così la volessimo definire, visto che è stata tutto fuorché questo. O di una persona che inscena una coreografia spinta, sì, ma sicura di sé, rivendicativa. Non mi pare che sia stata giudicata arduamente la canzone dei Nebulossa, nonostante avesse ballerini chiaramente LGBTQIA+ a ballare a petto nudo. O tutti i cantanti che hanno portato diverse bandiere LGBTQIA+ alle loro postazioni, tra i quali anche Angelina Mango, la rappresentante per noi italiani.

All’Eurovision, però, c’è stato un segnale

Prendiamo però ciò che questo Eurovision 2024 c’ha potuto dare di positivo. Di sicuro Angelina stessa ha portato un messaggio fortissimo, la sera prima cantando Imagine di John Lennon e alla finalissima con la bandiera del progressive pride. Nonostante durante la competizione bisogna per regolamento essere neutrali a livello politico, la cantante è riuscita a svincolare dalle dure leggi in modo magistrale. Non solo si è distaccata dal pensiero del suo paese, dando voce ai giovanissimi che non seguono il filone che i nostri capi di governo promuovono. Ma ha portato la comunità LGBTQIA+ con sé ai vertici delle competizioni musicali, una comunità che sta venendo continuamente messa ai margini della società italiana.

Bisognerebbe continuare a portare amore

Assieme a lei gridano fortissimo un messaggio di amore e inclusione tutti i partecipanti dell’Eurovision 2024 prima citati. Un successo innegabile di questa edizione, almeno visto sotto questa luce. Ma, come sempre, esistono due facce per la stessa medaglia. E, indubbiamente, l’odio, l’intolleranza e la malvagità si sono fatti spazio anche in queste serate. Ma non dobbiamo darci per vinto: quest’anno è andata così, ma nei successivi potrebbe sempre andar meglio. Sperando che le prossime edizioni non ci riservino climi politici e sociali così ostici e tossici.

Le mie più sincere congratulazioni a Nina, Nemo e tutti coloro che hanno portato in alto il loro paese con le loro magistrali esibizioni.

 

Aeden Russo