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Essere donna nel 2023

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La festa delle donne è appena passata e, come tutti gli anni, ormai tutti (o quasi) si saranno scordati dei vari stereotipi e delle lotte che sono state fatte e che si fanno tutt’ora solo per il fatto di essere donne. Quindi, sono qui per rinfrescarvi un po’ la memoria. Come primo passo vi invito a fare con me un viaggio nel tempo per scoprire quando sono stati raggiunti alcuni dei più importanti obiettivi sui diritti delle donne.

Storia dei diritti delle donne in Italia

  • Finito il periodo fascista (1922-1943) nel 1945 venne concesso alle donne, per la prima volta, di votare. Poco dopo (nel Maggio 1948), dopo l’entrata in vigore della Costituzione Italiana, fu sancita l’uguaglianza uomo-donna negli art. 3 e 37;
  • Convenzione n.100 del 29 giugno 1951 legge sulla parità retributiva, che ha reso esecutiva la convenzione di Ginevra
  • Legge n.75 del 20 febbraio 1958 Legge Merlin abolizione della prostituzione e creazione del reato di sfruttamento e favoreggiamento ad essa
  • Legge 339 del 2 aprile 1958 tutela del lavoro domestico.
  • Legge 898 del 1º dicembre 1970 il divorzio è legge.
  • 10 marzo 1971 contraccezione legale;
  • Legge 9 dicembre 1977 parità di trattamento fra uomo e donna sul posto di lavoro
  • Legge 194 del 22 maggio 1978legge sull’aborto
  • Legge 5 agosto 1981 n.442 abolizione della rilevanza penale della causa d’onore;
  • 5 settembre 1981 abrogazione matrimonio riparatore;
  • Legge n.66 15 febbraio 1996 norme contro la violenza sessuale;
  • Legge n.380 del 20 ottobre 1999 delega al Governo per l’istituzione del servizio militare volontario femminile.
  • Legge 29 marzo 2001 n. 134 patrocinio a spese dello Stato per le donne senza mezzi economici, violentate e maltrattate
  • Legge n.7 del 9 gennaio 2006 prevenzione e divieto delle pratiche di mutilazione genitale femminile
  • Attivazione del Numero Antiviolenza e Stalking 1522;
  • Legge n.38 23 aprile 2009 introduzione del reato di atti persecutori (stalking)
  • Legge n.120 12 luglio 2011 istituzione quote rosa
  • Legge n.119 14 agosto 2013 legge reato femminicidio.
  • Legge n.69 19 luglio 2019 Codice Rosso;

Dalla teoria alla pratica?

Insomma, come possiamo ben notare (in qualche modo) l’Italia si è prodigata per i diritti delle donne. Questi sono solo alcuni dei “passi avanti” che sono stati fatti nei confronti delle donne negli anni. Ora vi faccio una domanda: siamo così sicuri che tutto questo venga rispettato?

  • Parità di occupazione e salariale non sembrano molti fattibili. Secondo gli ultimi dati ISTAT, le donne prendono un euro in meno all’ora degli uomini. Inoltre, su 101.000 nuovi disoccupati, 99.000 sono donne (dati ISTAT febbraio 2021);
  • Nonostante venga dichiarata parità di trattamento sul lavoro non è sempre così;
  • La legge sull’aborto viene applicata. Peccato che 7 ginecologi su 10 siano obiettori di coscienza;
  • Nonostante l’istituzione del femminicidio e del “Codice Rosso”, non sono nuove situazioni che vedono sconti di pena per motivi assurdi o annullamento delle condanne;

In sostanza, siamo bravissimi a parlare. Con i fatti, invece, siamo ancora molto indietro. Il brutto è che non ho detto neanche tutto perché ci sarebbe ancora molto da dire. A partire dal costo degli assorbenti fino alle donne licenziate perché gravide (nonostante sia vietato per legge). In realtà alcuni di noi non sono nemmeno bravi a parlare ed essere donna nel 2023 può risultare più difficile di quanto sembri.

Diritti delle donne in Italia: Grandi discorsoni e poi…

  • “Quanto sei grassa dovresti dimagrire un po’. Poi ti ammali”. L’uomo con la pancia è solo un po’ robusto a quanto pare;
  • “Mamma mia quanto sei secca, dovresti mangiare di più sai”, perché ovviamente la gente non è mai contenta;
  • “Truccati un po’, così sembri un c*sso”, ma ovviamente non può mancare “Così truccata sembri una tro*a”;
  • “Che caratterino oggi. Hai il ciclo”. Perché non si può essere arrabbiate se non a livello ormonale;
  • “A 28 anni quasi e non hai figli? ora tocca a te” Non si nasce genitori e c’è chi non li vuole avere. Anche questo è un diritto. Togliamo via lo stereotipo della donna moglie e madre o per forza suore. Piccola postilla: per chi pensa sia frase ormai passata, questo quesito mi è stato posto non troppo tempo fa dalla vicina di casa.

Insomma ci sentiamo tanto un paese avanti, ma lo siamo a pezzi. Perché per chi sa parlare spesso nella pratica è tutto fumo e niente arrosto. Tutti sono bravi a dettar legge, ma con scarsi risultati. E quando la gente ignorante non sa nemmeno parlare (e fidatevi che c’è ancora tanta gente così) allora la donna diventa il nulla. Se si viene considerate donne perché, per “le persone” TERF, ricordiamo, che un uomo trans è traditore del suo genere e la donna trans non sarà mai donna.

La donna è quella che deve saper far tutto e non fare niente. Quella che deve essere bella, ma non troppo per attirare solo l’attenzione del suo partner. Quella che deve essere onnipresente. Quella che, per “natura”, deve essere moglie, madre, lavoratrice, sensuale, ma casa e chiesa. Insomma, siamo il tutto e il niente. Sogno un giorno in cui non sarà più così.

 

Raph