È curioso e forse anche un po’ desolante, nel 2024, dover ribadire che cos’è la libertà e perché non va confusa con l’offesa e l’imposizione. Nel XXI Secolo questo concetto dovrebbe essere assodato e quindi dato per scontato. Invece, ci troviamo quotidianamente e costantemente davanti a persone, associazioni ed enti (governativi e non) che cercano di imporre la loro decisione, il loro pensiero unico dominante.
L’offesa, sempre più spesso, viene confusa con la libertà di parola e di espressione. A sua volta, la libertà, viene strumentalizzata e scambiata per imposizione quando, invece, è proprio il contrario. Lasciare libere le persone di fare ciò che vogliono, nel limite del buon senso e del rispetto verso gli altri, è proprio quello che offesa e imposizione non permettono di fare. Non è difficile il concetto, mi sembra abbastanza logico e semplice. Eppure, siamo entrati in quel circolo vizioso dove bisogna “far credere” un qualcosa che in realtà non è. Come sosteneva il linguista Greimas, infatti, far credere significa far apparire qualcosa che in realtà non è. Ciò significa, quindi, oscillare nella menzogna per far credere agli altri che quella menzogna sia vera, quando in realtà non è veridica e oggettiva.
Senza andare a scomodare linguisti e semiologi, possiamo tranquillamente riportare alcuni esempi concreti e recenti per far capire quello che si vuole analizzare in questo articolo.
Che cos’è la libertà? Il concetto spiegato in modo semplice
Sarebbe sufficiente partire dall’etimo della parola per capire che cos’è la libertà. Le parole latine “liber, libertas” e affini sono collegate alla radice del verbo “libet” o “lubet”, che significa “piace, è gradito”. Dunque, essere liberi significa fare qualcosa che fa piacere e che è gradito. Dubito che le offese e le imposizioni possano piacere ed essere gradite. Possiamo quindi presuppore che la libertà sia la condizione per cui una persona ha il piacere ed è libera di decidere per sé stessa, godendo della propria autodeterminazione.
Ecco perché far ascoltare il cuore che batte di un feto, come vuole Pro Vita, non è libertà ma è imposizione
Abbiamo appurato che la libertà è anche quel concetto per cui una persona può scegliere per sé stessa. Per sé, appunto, non per gli altri come ad esempio vorrebbe fare ProVita (o ProMorte che dir si voglia). Imporre a una donna di dover ascoltare il battito di un feto o imporle di non interrompere la gravidanza non ha nulla a che fare con la libertà. È una imposizione. Noi non sappiamo perché una donna vuole interrompere la gravidanza. Magari è rimasta incinta a seguito di uno stupro. Oppure, non ha usato i metodi contraccettivi. O magari è stato usato il preservativo ma si è bucato durante il rapporto. Insomma, non lo si può sapere e la diretta interessata non lo deve di certo dire a noi e non deve nemmeno rendere conto a certe associazioni.
La proposta di legge di iniziativa popolare #uncuorechebatte supera del doppio i numeri previsti dalla Costituzione.
Depositate oltre 100 mila firme in Parlamento.
Ora si tuteli la vita dei nascituri. Il loro cuore merita di esser protetto quanto il nostro. pic.twitter.com/z9Yakw7RXO— Simone Pillon (@SimoPillon) December 6, 2023
Detto tra noi, sono proprio curioso di vedere queste cento mila firme visto che in alcune petizioni si possono creare mail false per poterle firmare o, addirittura, si può firmare più volte con la stessa mail. Così facendo, quindi, il numero dei firmatari aumenta, anche se è fittizio, e si raggiunge la cifra stabilita. Conoscendo i soggetti non mi stupirebbe se le firme fossero tipo 50 e siano state moltiplicate con meccanismi pensati ad hoc.
Ciò scritto, quanto proposto dall’associazione di Coghe e Pillon è il primo esempio che ci aiuta a capire la differenza tra libertà e imposizione. Essere a favore dell’aborto non significa che tutte le donne devono abortire. Semplicemente si vuole lasciare alla diretta interessata la libertà, ecco che ritorna la parola, di scegliere: vuole interrompere la gravidanza? Bene, la interrompe in modo sicuro e legale. Non la vuole interrompere? Ottimo, porterà a termine la gestazione e va bene lo stesso. Non c’è bisogno di imporre un qualcosa di macabro per allineare le persone ad un pensiero unico dominante. Ecco la differenza tra libertà e imposizione.
Dire fro*io e convincere le persone che gli LGBT+ sono anormali non è libertà di parola e di espressione, è una offesa
Anche le parole usate da Vannacci non hanno nulla a che fare con la libertà di parola e di espressione. Dire che una persona omosessuale o LGBT+ è anormale non è libertà, è una offesa. Chiamarla con appellativi dispregiativi non è libertà, è una offesa. Anche appoggiare un certo lessico non è libertà, ma è una modo per incentivare ancora di più l’odio e la discriminazione verso alcune persone. La libertà di parola e di espressione, quindi, potrebbe essere intesa così: “Questa persona mi sta antipatica perché sembra tirarsela”. Ci sta. Opinabile, ma ci sta. “Questa persona mi sta antipatica perché è un fro*io di me*da” è un insulto non è libertà di parola o di espressione. Ecco che anche qui si capisce la differenza tra libertà e insulto.
L’educazione sessuale e affettiva nelle scuole è libertà, non imposizione
In questo caso, infine, abbiamo l’esempio inverso. Educare i ragazzi al rispetto del prossimo e ad avere rapporti sessuali in modo sicuro non significa indottrinare i minori alla “teoria gender” (che non esiste) o imporre ai ragazzi di essere per forza LGBT+. Significa, semplicemente, fare in modo che tutte le persone possano sentirsi libere di essere sé stesse, senza aver paura. Un insegnate preposto insegna ai ragazzi il rispetto e dà a loro gli strumenti per essere rispettosi l’uno verso l’altro. Saranno poi liberi i ragazzi, ecco che torna anche qui la parola, di utilizzare questi strumenti con buon senso per una civiltà italiana un po’ migliore. Al contrario, invece, negare l’educazione a dei ragazzi significa voler imporre il proprio pensiero unico e dominante.
Concludo scrivendo che chi è contro la libertà se ne deve fare una ragione: la libertà è una parola molto bella con un significato molto chiaro e preciso. Chi cerca di strumentalizzarla in modo negativo ha dei sei problemi ad accettare la libertà degli altri.
Fonte immagine copertina: Libertà evangelica e libertà giuridica (centrostudilivatino.it)
3 thoughts on “C’è bisogno di fare chiarezza sulla differenza che c’è tra “libertà”, offesa e “imposizione””
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