Coppia gay piemontese, in vacanza in Sicilia, insultata e poi aggredita fisicamente da una baby gang a Palermo. Vi starete chiedendo perché scriviamo spesso di aggressioni omofobe e non riportiamo qualche notizia più “leggera” e bella. Semplice: finché il Governo (tutti compresi) continuerà a scherzare con la salute, la vita e i diritti delle persone LGBT+ abbiamo il dovere di parlarne.
Di parlare del DDL contro l’omotransfobia per migliorarlo, invece, non se ne parla. Scusate il gioco di parole. Nonostante una ragazza lesbica sia stata picchiata in provincia di Catanzaro e dopo quest’ultima vicenda, che vedremo nel dettaglio a breve, la Politica nostrana continua a fare orecchie da mercante quando si tratta di diritti civili.
Oltre all’aggressione omofoba, un aspetto sul quale è doveroso fermarsi è l’età presumibilmente giovane degli aggressori. Per questo sarebbe indispensabile insegnare ai ragazzi nelle scuole che non bisogna discriminare le persone LGBT+ e altre “minoranze”. Educare al rispetto verso gli altri non ha mai fatto male a nessuno.
A seguito dell’articolo 7 presente nel DDL Zan, presentato dal centro-destra e approvato dagli altri partiti anche alla Camera, però, questo non si potrebbe fare. Esso proibisce o rende molto difficile qualsiasi corso nelle scuole contro le discriminazioni. Per farlo bisognerebbe chiedere il consenso ai genitori e basterebbe qualche voto contrario per non poterlo svolgere. Un po’ come se ogni docente, o chi per lui, chiedesse il consenso ai familiari per svolgere un determinato tipo di programma di matematica piuttosto che di italiano per intenderci.
Chissà se anche Giorgia Meloni ha chiesto il consenso a tutti i genitori degli alunni di una scuola quando ha fatto la lezione, obbligatoria, per presentare il suo libro…Ora basta divagare, il messaggio mi sembra chiaro e adesso non ci resta che leggere insieme cosa è successo alla coppia gay.
Coppia gay aggredita a Palermo: ecco cosa è successo
Come apprendiamo dal portale online ‘Biccy‘, sabato 29 maggio 2021, una coppia omosessuale piemontese è stata aggredita a Palermo, dove si trovavano in vacanza, da una baby gang. I turisti si stavano tenendo mano nella mano quando, poco dopo le 21,30, all’angolo tra Via Maqueda e Via dell’Università, quattro ragazzini li hanno presi di mira: prima ridendo e poi passando alle offese omofobe. Passare dalle parole alla violenza fisica è stato un attimo. (“Ma non è libertà di pensiero? Simone non divagare, resta sul pezzo. Ok, scusate.”).
I bulli hanno picchiato la coppia, arrivando anche a tirare una bottiglia di vetro in faccia ad uno dei due ragazzi. Il giovane colpito è rimasto ferito ed è stato trasportato subito al pronto soccorso. Tanta paura per la coppia e anche per l’amica che era in viaggio con loro. La ragazza, infatti, ha detto che da quando hanno messo in piede in città sono stati minacciati per strada almeno 3 volte. Ce ne facciamo poco delle scuse del Presidente della Regione Sicilia Musumeci e del Sindaco del capoluogo Laoluca Orlando. Servono i fatti.
Non me ne voglia l’autore dell’articolo sul portale sopracitato se gli “rubo” una frase. L’ho trovata, però, alquanto azzeccata e più chiara di così non era possibile scriverla. Anche i più ottusi potrebbero capirla…o forse no.
“(…) Questi due ragazzi sono stati picchiati perché erano torinesi? Perché indossavano dei jeans? O forse perché sono gay? Diciamolo chiaramente, che fanno schifo i bulli, tanto quanto certi politici che continuano a negare che l’omofobia esista e che sia un problema serio nel nostro paese. Non si tratta del fantasma gender, ma di migliaia, milioni di persone che devono avere paura ad essere loro stessi per strada“.
Simone D’Avolio