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Centro di medicina oltre il genere: Iter Napoli

Centro di medicina oltre il genere: Iter Napoli, un riferimento di psicologia ed endocrinologia per tutte le identità di genere. Ma vediamo di più insieme.

Centro di medicina LGBTQIA+ a Napoli

Lo scorso 19 Agosto fa il suo annuncio sui social Iter, definito come uno “spazio sicuro e inclusivo per la comunità LGBTQIA+ sul territorio campano“. Al momento in Campania troviamo solo altri tre centri di medicina che si occupano della popolazione transgender, e con tempi di attesa esorbitanti. L’aggiunta di questo nuovo centro potrebbe migliorare in modo significativo sia la qualità di vita che l’accesso a rapporti di psicoterapia, prevenzione e supporto medico. Ecco come si raccontano: “Iter è più di uno studio medico; è una comunità, un punto di riferimento, un luogo dove tutt* possono sentirsi accolt* e valorizzat*. Grazie per essere con noi in questo nuovo inizio“.

Chi se ne occupa?

Due sono le donne dietro questo nuovo centro di medicina: Marianna Coppola, una terapeuta clinica e pediatrica operante a Salerno, e Giulia Senofonte, endocrinologa con esperienza nelle terapie ormonali per le persone trans e non binarie. Assieme si sono prefissate come comune obbiettivo quello di fornire un supporto completo e professionale a chiunque stia affrontando un percorso di transizione. Al momento, tramite Iter, si occupano principalmente di quattro aree mediche: supporto endocrinologico e psicologico, collaborazioni con professionisti del settore e formazione continua. Come motto una bellissima frase: “Medicina oltre il genere“. Le premesse sono davvero invitanti, soprattutto per una regione così sofferente come la Campania. Adesso sta a queste due professioniste gestire la situazione in modo esemplare.

Un centro di medicina poli specializzato

Ma approfondiamo di più sulle due portavoce di questo spazio sicuro. La dottoressa Senofonte è un medico specializzato in endocrinologia e malattie del metabolismo. Ha ottenuto laurea, specializzazione e dottorato presso l’Università La Sapienza di Roma in Scienze endocrinologiche, metaboliche e andrologiche. Attualmente è una delle esperte in terapia gender affirming in Italia. La dottoressa Coppola, invece, è una psicologa clinica, sociale e pediatrica, oltre che sociologa. Possiede un dottorato in Comunication sciences ottenuto all’Università di Salerno. Adesso si occupa specialmente di psicopatologia dell’apprendimento, come di supporto alla comunità LGBTQIA+ e in particolare all’incongruenza di genere. Dai loro curriculum si può vedere ad occhi chiusi che sono due figure perfettamente adatte a gestire questo nuovo centro di medicina rivolto alle persone LGBTQIA+.

Cos’hanno da dire i due medici?

Quando ho incontrato l’interesse di Giulia Senofonte, mia cara amica, ci siamo dette: ‘Ok, perché non provare a creare qualcosa insieme’. E ci siamo interrogate anche sul nome appropriato, poi è ITER perché è il gergo che rappresenta il percorso. Ci è sembrato appropriato, quindi nasce Iter Napoli“, queste le parole della dottoressa Coppola intervistata per la pagina social di Iter. “Iter non sarà soltanto lo spazio mio e della dottoressa Marianna Coppola, che ovviamente su cui non sto spendendo parole perché tutt* voi la conoscete molto bene. Ma sarà uno spazio anche per altri professionist* e sarà una rete di interdisciplinarità sul territorio. Vi faccio un piccolo spoiler: Iter sarà anche formazione. Questo perché la formazione, ahimé, nel nostro ambito è molto molto carente. Quindi ci siamo sempre dette: ‘Ma perché non formare altr* professionist* che possono collaborare con noi e rendere questo posto un posto migliore?’“, ha aggiunto la dottoressa Senofonte sui servizi del nuovo centro di medicina.

Cosa può fare e dove si trova questo centro di medicina

Al momento, oltre che al supporto per la comunità, offrono uno spazio dedicato a tutti i professionisti del campo salute e benessere transgender, mirando a creare una rete di supporto in continua crescita professionale. In più, consapevoli della carenza di risorse nel territorio italiano, offrono anche una distribuzione di conoscenze e competenze specifiche, contribuendo alla formazione sul territorio. “Il nostro obiettivo è rendere Iter un luogo dove ogni fase del percorso di affermazione è accompagnata con attenzione e rispetto“, questo quanto comunicato dallo staff. Al momento la sede operativa si trova a Piazzetta Oronzo De Donno n°9 a Napoli.

Un po’ di dati e statistiche

Essendo una realtà nuova sul territorio nazionale non abbiamo molte altre informazioni a riguardo. Ma c’è altro, invece, che posso aggiungere. Al momento i soggetti MTF in Italia vanno in un rapporto ad uno ogni 12.000/45.000 persone, mentre FTM uno ogni 30.500/200.000, secondo 10 diversi studi. Se volessimo dirlo diversamente è di 3 a 1. Oltre 4.000 persone ne sono interessate, e in media si dice che siano necessari 5 anni per ottenere il cambio di genere all’anagrafe. L’istituto Careggi, grazie al sostegno dell’Università di Firenze, dell’Istituto superiore di sanità, della fondazione The Bridge e dell’Osservatorio nazionale sull’identità di genere ha provato anche a censire la popolazione adulta transgender in Italia. La prima Stima della Popolazione Transgender adulta in Italia, in breve SPoT, porterebbe alla luce una realtà ben diversa da quella attuale, sottolineando l’importanza di avere sempre più centri di medicina specializzati.

La realtà dei nostri centri di medicina, formazione e accoglienza

L’unico vero dato a nostra disposizione risale al 2011, ma non all’anno specifico. Raccoglie infatti solo le persone dal 1992 al 2008, un periodo in cui non si era ancora “al sicuro” come adesso. In Italia, infatti, si dovrebbero contare solo 424 donne trans e 125 uomini trans. La percentuale attuale, invece, dovrebbe essere compresa tra lo 0.5 e l’1.2%. Parliamo di circa 400.000 persone, un dato già 100 volte più alto di quello segnalato nel paragrafo antecedente. E non parliamo neanche di tutte quelle persone che non rientrano nell’assegnazione di genere anagrafica. In più, i centri di medicina specializzati in cure di genere sono pochi e quasi esclusivamente al nord Italia. Le facoltà non studiano questa fetta di popolazione, rendendo il personale ignorante e poco preparato all’evenienza. Gli ospedali, in più, sono i primi a commettere errori banali ricoverando donne trans in reparti maschili e viceversa.

Un commento sull’importanza di queste iniziative

Chi lavora in questi ambiti nel contesto sociale è testimone di come la percezione dell’identità sessuale sia in forte cambiamento e non si limiti alla richiesta di cambio del sesso biologico. Questo richiede capacità di cogliere le esigenze dei singoli per evitare derive che possono ripercuotersi sulla salute (intesa in senso lato) dell’individuo. È indispensabile che ci siano presidi sul territorio o meglio ancora medici di base formati che siano in grado di rispondere alle esigenze di tutte quelle persone che non ritengono di portare avanti un percorso chirurgico ma hanno necessità sanitarie non indifferenti“, ha dichiarato Ornella Obert, responsabile del progetto Oltre lo Specchio, operante da 40 anni per l’accoglienza delle persone transgender sotto il Gruppo Abele.

Ci auguriamo che Iter possa essere solo uno dei tanti centri di supporto italiani, e che possa fornire un vero e concreto aiuto a tutti coloro che si sentono soli e spaesati nella loro transizione.

 

Aeden Russo

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