Due facce, stessa medaglia americana: i diritti trans. Il lato progressista che scontra quello conservatore. Perché al momento in America si vivono due realtà contrastanti. Da un lato Biden vuole proteggere i diritti transgender, dall’altro la popolazione si attacca a quelli religiosi come giustificazione discriminante. Quanto ancora potrà andare avanti tutto questo? Vediamolo insieme.
Diritti trans: stessa medaglia, ma dal lato progressista
L’amministrazione di Biden punta a fare l’eccezione nelle competizioni agonistiche. Se nelle scuole regole assolute stanno vietando di competere con la propria identità di genere rispettata, questo non può accadere a livelli più alti. Modificando il Titolo IX nello sport ancora una volta, si proteggerebbe la partecipazione di atlet* trans negli sport scolastici. Ma soprattutto nelle scuole ed istituti K-12, in quanto non comprometterebbe “l’equità della competizione” o causerebbe maggiori infortuni. Nonostante ci sia bisogno di un periodo di dibattito pubblico, e un impugno in tribunale, ci sono buoni propositi. Il problema sarebbe escludere gli atlet* più grandi.
Come si commenta questa proposta?
“Ogni studente dovrebbe essere in grado di avere la piena esperienza di frequentare la scuola in America, inclusa la partecipazione all’atletica, libero da discriminazioni”, ha affermato il segretario all’Istruzione degli Stati Uniti Miguel Cardona. “Essere in una squadra sportiva è una parte importante dell’esperienza scolastica per gli studenti di tutte le età”. Giovedì scorso la Corte Suprema ha rifiutato al West Virginia di applicare una legge per escludere gli atlet* transgender delle squadre sportive femminili nelle scuole pubbliche. È una delle tante misure sostenute dai repubblicani in tutto il paese contro i diritti LGBTQIA+.
La risposta discriminatoria del governatore
I critici affermano che le donne transgender nelle competizioni femminili sono spesso più grandi e forti delle loro avversarie cisgender, ed hanno un vantaggio ingiusto. Sfortunatamente questo divieto ha fatto esplodere una bomba mediatica. Ebbene, il governatore del South Dakota Kristi Noem non poteva astenersi dal commentare. “Il South Dakota non permetterà che questo rimanga in piedi. Noi guideremo. Difenderemo le nostre leggi. Solo le ragazze praticheranno sport femminili. Presidente Biden, ci vediamo in tribunale”, ha twittato Giovedì dopo il rifiuto. Eppure il Titolo IX è stato lodato per aver aperto la porta a più donne nello sport!
South Dakota will not allow this to stand. We will lead. We will defend our laws. Only girls will play girls’ sports.
President Biden, we’ll see you in Court. pic.twitter.com/Irv03aMEp9
— Kristi Noem (@KristiNoem) April 6, 2023
Diritti trans: medesima medaglia, ma dal lato conservatore
Le assurdità omotransfobiche non finiscono qui. Una scuola superiore in Indiana ha costretto un suo insegnante di musica a dimettersi. Ma come mai? Eh sì, per motivi religiosi aveva rifiutato di usare il nome di elezione dei suoi studenti transgender. La corte d’appello americana l’ha stabilito un giorno dopo il divieto al West Virginia. Per l’istituzione, i diritti religiosi di John Kluge hanno influenzato negativamente l’ambiente scolastico della Brownsburg High School nella periferia di Indianapolis.
E cos’ha fatto la scuola?
Finalmente si prendono le giuste azioni. Se le convinzioni cristiane di Kluge gli hanno impedito di rispettare la politica scolastica, gli studenti hanno avuto da ridire. Inizialmente la scuola se n’è lavata le mani, ma dopo innumerevoli reclami di studenti e docenti, il tribunale non ha potuto ignorare. Nel 2018, dopo una comunicazione di licenziamento, pare che si fosse dimesso. Ma citando a giudizio il distretto l’anno successivo, Kluge ha giocato la carta della discriminazione sul posto di lavoro. Ma esattamente non è ciò che ha commesso lui?
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Chi fa spallucce a questo insegnante?
Alle sue spalle c’è la rappresentazione dall’Alliance Defending Freedom, un gruppo legale cristiano conservatore. Rory Gray, un avvocato del gruppo, ha detto che stava valutando le opzioni di Kluge. A quanto pare la sentenza non avrebbe “standard per l’accoglienza dei dipendenti religiosi”, ha affermato Gray in una nota. La scuola non ha voluto commentare ulteriormente. La legge federale che per Kluge è stata presumibilmente violata non avvalora chi causa un disagio eccessivo. E la 7ª Corte d’Appello di Chicago questo lo sa bene. Così, un giudice federale ha già archiviato il caso. Per lei “la pratica del solo cognome di Kluge ha stigmatizzato gli studenti transgender e ha causato loro un danno emotivo dimostrabile”.
Diritti trans: cos’ha imparato l’America oggi?
Con tutto ciò abbiamo potuto assistere alla duplice facciata americana. Un Paese che non sa ancora decidere da che parte stare. Le limitazioni ingenti alla comunità transgender si fanno ancora sentire, eppure appaiono piccoli barlumi di speranza. Una luce in fondo al tunnel, per come si può vedere. Biden e la sua amministrazione stanno cercando di fare il possibile, alleggerendo la situazione come possono. E, in alcuni Stati, sembrerebbe che circoli il buonsenso. Ma non bastano una sentenza positiva, o le dimissioni di un docente omotransfobico. C’è bisogno di protezione a 360°, del buon esempio. Quando arriverà tutto ciò?
Aeden Russo
Fonte: Reuters.com