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Padre scopre che la figlia di 15 anni è lesbica: picchiata e abusata. La mamma sapeva tutto e stava zitta

Il padre ha scoperto che la propria figlia di 15 anni è lesbica e ha deciso di picchiarla e violentarla in camera come “punizione”, con la complicità della madre che sapeva ed è stata zitta. Questa è la storia orribile successa in Italia, paese che si dichiara civile, a Francesca. Nel 2011, infatti, la sorella della vittima ha scoperto la relazione tra lei e un’altra ragazza, trovando dei messaggi che ha pensato bene di mostrare ai genitori.

Nel mentre il DDL contro l’omotransfobia potrebbe slittare a dopo l’estate, nel nostro paese succedono questi fatti che ci lasciano davvero senza parole. Siamo consapevoli che per queste violenze ci sono già delle pene. Cediamo che il DDL Zan, però, debba essere rivisto per inasprirle maggiormente con l’aggravante dell’omotransfobia prima di essere approvato al più presto al Senato.

Come apprendiamo da ‘Biccy‘ e come ha raccontato la ragazza alla stampa, infatti, pare che il prossimo 22 giugno ci sarà l’udienza. Il PM della procura di Termini Imerese, località in provincia di Palermo, ha già chiesto la condanna a otto anni di carcere per il padre e di due alla madre. Con l’augurio che Francesca possa avere giustizia, crediamo che siano pene poco severe visto cosa è successo. Di seguito, infatti, troverete il racconto della vittima.

Padre violenta e picchia figlia perché lesbica: il racconto della vittima

(…) Quella fu la prima violenza completa, ma non fu l’unica. – racconta in un’intervista a Repubblica – Mia madre lo sapeva, vedeva, ma non ha mai fatto nulla. Non li odio, per me semplicemente non esistono. Voglio solo che questa storia finisca. Dopo quella violenza, mio padre ci ha riprovato. Sono scappata più volte, gli ho detto che lo avrei denunciato e lui mi ha minacciato. Ho trovato il coraggio grazie alla famiglia della mia fidanzata di allora.

Piangendo ho raccontato loro tutto. Mi hanno aiutato a spiegare cosa fosse accaduto alla Polizia. Un passo importante. Con la denuncia, però, ha dovuto tornare a casa dei familiari per altri due mesi. Bisognava fare gli accertamenti. Non è stato facile per me. Ho preso tante botte e lui ha riprovato a violentarmi (…)