A Giarre, la coppia gay di attivisti LGBT+ formata da Massimo Milani e Gino Campanella, che fondarono nel 1980 l’Arcigay di Palermo, si sono uniti civilmente.
Potrebbe sembrare una notizia da niente e, invece, non è così.
Massimo Milani e Gino Campanella sono uniti sentimentalmente da più di quaranta anni e si sono voluti sposare proprio il 31 ottobre per un motivo ben preciso.
La motivazione è quella di voler omaggiare i due ragazzi omosessuali, conosciuti come ‘ziti di Giarre’, che furono brutalmente uccisi nella metà di ottobre.
Giorgio Agatino Giammona e Antonio Galatola, nello specifico, erano due ragazzi omosessuali di Giarre, paese in provincia di Catania, e vennero uccisi con un colpo di pistola alla testa.
I loro corpi vennero ritrovati (abbracciati) proprio il giorno 31 ottobre 1980.
La coppia per molto tempo fu osteggiata dalle rispettive famiglie, oltre che dalle persone del paese.
A confessare il duplice omicidio fu il nipote tredicenne di Toni, che dichiarò di aver sparato alla coppia per loro stesa richiesta.
Da quello che si sa, infatti, sembrerebbe che Giorgio e Antonio fossero stanchi di subire quotidianamente omofobia e umiliazione dagli abitanti del paese.
Giarre: coppia di attivisti lgbt+ si sposa nell’anniversario del delitto di Toni e Giorgio
A Giarre la coppia gay di attivista LGBT+ formata da Massimo Milano e Gino Campanella, dopo oltre 40 anni di fidanzamento si è unita civilmente.
Il caso fu chiuso velocemente, vista anche la giovane età dell’imputato che non subì alcuna conseguenza, ma per molti Giorgio e Toni non ricevettero giustizia.
La vicenda fece da motore per la nascita di Arcigay Palermo, associazione che poi si affermerà a livello nazionale.
La coppia ha voluto sostituire alla triste ricorrenza, la celebrazione del loro matrimonio totalmente dedicato alla memoria dei due giovani ragazzi.
Come viene riportato anche dal sito ‘neg.zone’, questa unione civile (che a distanza di 4 anni anche il Papa approva), è la prima che si è celebrata nel paese di Giarre.
A causa delle normative Covid-19, la celebrazione si è tenuta con pochi intimi.
Dopo la cerimonia la coppia si è recata sulla tomba dei due ragazzi scomparsi 40 anni fa, lasciando uno dei due bouquet di nozze.
Di passi ne sono stati fatti rispetto a 40 anni fa. Sono ancora troppi, comunque, gli episodi di omofobia e discriminazione nel nostro paese.
Per questo motivo è indispensabile approvare quanto prima la legge contro l’omotransfobia.
Simone D’Avolio
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