Dove c’è pride c’è polemica. Ormai lo sappiamo bene. Sappiamo a memoria che il Governo ed i giornali vedono sempre, e troppo spesso, solo l’aspetto più estroso del Pride e lo usano contro le persone LGBT+. Così è successo anche all’Abruzzo Pride che si è tenuto a Pescara lo scorso sabato 6 luglio 2024.
Madonna “in processione” all’Abruzzo Pride di Pescara: è polemica
Tra le oltre 3 mila persone, striscioni e cartelloni in generale, ne spicca uno che fa infuriare i Pro Vita. L’immagine rappresenta l’icona di una Madonna con due uomini legati al tronco di un albero e, sotto, nastrini arcobaleno e banconote appesi al quadro.
I Pro Vita sono talmente inorriditi che si appellano al codice penale e al vilipendio alla religione. Infatti, secondo la referente di Pro Vita Profeta “niente dà il diritto, a nessuno, di abusare delle immagini sacre offendendo non solo la comunità cattolica ma il senso del sacro di tutti i cittadini”. C’è un piccolo problema, però, e vi invito a ragionarci con me per un attimo.
Satira e comicità basate sulla religione addio?
Prendendo per vero questo concetto, secondo Pro Vita non si possono manipolare le immagini sacre. Tralasciando la sfumatura che siamo in un paese laico e che quello che è sacro per me può anche non esserlo per te, c’è un importante appunto da fare. Come la mettiamo con la satira e con i comici che ci hanno fatto una carriera sopra? E alcuni brani? Eppure nessuno tocca nulla. Forse si vuole censurare solo quello che per alcuni è più scomodo.
Supponiamo che abbiano ragione i PorVita e che le immagini sacre non vanno toccate. Ok, allora nemmeno io dovrei essere insultato, indirettamente, quotidianamente. Niente dà il diritto, a nessuno, di abusare di violenza verbale per insultare me, le persone della comunità LGBT+ o altre minoranze. Giusto per riprendere il concetto della referente di ProVita. O questo concetto vale per tutte le persone o non vale per nessuno.
La mia persona non è mai abbastanza sacra per voi. Sì, perché non possiamo fare nulla di satirico solo perché siamo noi. Perché vi facciamo paura in quanto liberi dalla paura del vostro giudizio. Voi siete liberi di giocarci sopra per non parlare da chi, da “buon cristiano” entra in chiesa e poi bestemmia o sparla fuori. Voi siete liberi perché siete voi. Perché io sono il peccatore e voi siete liberi di darmi del froc*o.
Siete liberi di insultarmi perché vi sentite così superiori. Eppure, non ricordo che nessuna religione dica questo. Ogni apostolo si è fatto piccolo e se siete (o siamo) tanto cristiani, dovreste sapere bene queste parole:
«Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri. » ( Gv 13,34). Non penso che alcun Dio faccia eccezione tra i suoi amati figli
Raph