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Chi mal comincia… Riflessioni a caldo sul DDL Gasparri

La nuova legislatura, che ha inaugurato i suoi lavori la scorsa settimana, non ha mancato di soddisfare le nostre previsioni. Infatti già a poche ore dal suo debutto ha fatto in modo di lanciare chiaramente il suo messaggio ultra conservatore. Un messaggio che ovviamente vede come target principale le donne e le persone afab, la comunità queer e le minoranze.

Infatti, ha fatto discutere il DDL sull’aborto depositato al senato lo scorso 13 Ottobre ad opera del Senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri. Un Disegno di Legge che assume sia un forte significato simbolico e che apre la strada a possibili scenari di limitazione alle libertà e al diritto all’autodeterminazione.

Il DDL sull’aborto proposto da Gasparri verte infatti attorno ad una modifica del primo articolo del Codice Civile italiano che stabilisce la nascita come momento di riconoscimento dell’acquisizione della capacità giuridica. La proposta del senatore sarebbe quella di anticipare questo riconoscimento al momento del concepimento, estendendo di fatto la capacità giuridica con i diritti che essa comporta.

A rendere ulteriormente chiare le intenzioni e l’ideologia di fondo c’è anche un altro disegno di legge, sempre ad opera di Gasparri, che prevederebbe l’istituzione di una fantomatica “giornata del nascituro“. Inoltre, in una settimana, sempre Gasparri ha depositato ben 17 Disegni di Legge che spaziano dall’implementare punizioni più severe contro cannabis e droghe leggere all’istituzione del reato di maternità surrogata.

Camere, già 505 ddl presentati: Gasparri vuole anche la "Giornata della vita nascente", la festa delle forze armate e il divieto di cannabis light - Il Fatto Quotidiano

DDL Gasparri sull’aborto: Una proposta con poco senso e tanti rischi

Appare chiaro come anche in Italia i tentativi di limitare l’accesso alle pratiche abortive sicure siano ormai passati ad una aperta fase di attacco, seguendo il trend preso da altri Paesi europei come la Polonia o l’Ungheria. Infatti, se ancora la 194 non è direttamente stata toccata, nonostante sia entrata spesso nelle campagne elettorali della destra, non è difficile vedere come questa modifica al codice civile, qualora venisse approvata, potrebbe creare problemi nella sua applicazione.

Inoltre, estendere il concetto di capacità giuridica al concepimento (tra l’altro un momento non sempre così facilmente individuabile) non rischia di creare anche altri paradossi legali? Per esempio, come ci si dovrebbe comportare di fronte ad una situazione di emergenza? Oppure, quale diventerebbe lo status giuridico degli aborti spontanei? Certo, sono ipotesi e dubbi ma casi in paese come l’Irlanda, prima del 2019, hanno avuto risvolti drammatici.

Ad esempio, il caso di Savita Halappanavar, diventata nel 2012 il simbolo della la lotta irlandese per il diritto all’aborto sicuro. Una giovane dentista di origine indiana, morta a 31 anni di sepsi dopo che una procedura di emergenza presso l’ospedale di Galway a seguito di un parziale aborto spontaneo era stata respinta secondo le leggi vigenti irlandesi.

Opinion | The Women Who Died After Abortion Bans - The New York Times

Non solo qualche mela marcia

Il problema dei rischi attuali alle libertà e ai diritti individuali non si estende solo al DDL sull’aborto di Gasparri e a questa legislatura. Bensì, si innesta su problemi con una forte natura sistemica e trova terreno fertile in tutte quelle correnti reazionarie che nel nostro paese non si sono mai sopite. Per esempio, se già la 194 è ormai una legge a tratti antiquata e debole, il nostro paese ha avuto negli ultimi decenni una certa ossessione per la natalità, con tentativi spesso ridicoli come il famigerato “Fertility day” voluto dal 2016 dalla ministra Lorenzin. Ossessione che soprattutto da parte della destra si rivolge però solamente verso famiglie bianche, italiane, “tradizionali” ed economicamente stabili, vista la concreta mancanza di sistemi di supporto all’infanzia ancora non arginata.

Anche lo stesso disegno di legge (o meglio i disegni di legge) che arrivano dalla destra sono solo la punta dell’iceberg di tutto un ecosistema reazionario con implicazioni sia nazionali che locali e che sta emergendo prepotentemente legittimato dai risultati elettorali. Ne sono un esempio i manifesti contro la presunta “educazione gender” nelle scuole affissi nelle ultime settimane in molte città italiane. O le richieste, di dubbia legittimità, presentate in alcuni consigli comunali di conoscere il numero di aborti effettuati (come a Castelvetro, in provincia di Modena) o di quante persone abbiano intrapreso percorsi di affermazione di genere (come a Ferrara).

Il DDL sull’aborto di Gasparri, che venendo presentato quasi come prima cosa ad apertura dei lavori, assume un forte significato anche simbolico e rischia di diventare un triste presagio per i prossimi mesi di legislatura. Per le persone con utero, per la comunità queer, per le minoranze e chiunque non rispetti gli ideali portati avanti dall’attuale (ma anche dalla vecchia) destra.

Cesena: manifesti choc davanti alla scuola. La denuncia: "Vanno tolti" - Cronaca - ilrestodelcarlino.it

 

Ziggy Ghirelli

Fonti: Il Sole 24 oreThe New York Times

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