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La Russia ha vietato il movimento LGBT+ nel paese

Nella Russia omofoba di Putin i Movimenti LGBT+ e femministi potrebbero essere considerati estremisti. La proposta di Andrei Tsyganov

La comunità LGBT+ della Russia è sempre stata in grande difficoltà, anche negli anni precedenti alla guerra. Durante il conflitto con l’Ucraina, però, le cose sono peggiorate. Si pensava non potesse andare peggio di così. Invece, come spesso si dice: al peggio non c’è mai fine

È notizia recente che la Corte Suprema della Federazione Russa, ha vietato in tutto il paese il movimento internazionale LGBT+. È stato riconosciuto come “organizzazione estremista” ed è stato bandito dalla Russia. Lo o stesso ministero della Giustizia ha intentato una causa contro il movimento LGBT+ solo un paio di settimane fa. Per il momento, l’unica persona che stiamo vedendo come “estremista” è Puti. Evidentemente Vladimir e chi lo appoggia ha una idea un po’ distorta del concetto di estremisimo.

Come riferito in precedenza dal Ministero, nelle attività del movimento LGBT+ sul territorio della Federazione Russa: “sono stati identificati vari segnali e manifestazioni di un orientamento estremista, compreso l`incitamento all`odio sociale e religioso”. Questa sembra essere stata la motivazione. Inoltre, è opportuno segnalare che per l’incitazione all’odio sociale e religioso la legge russa prevede severe sanzioni e la reclusione. Per la Russia di Putin, quindi, sono le persone LGBT+ che incitano all’odio. Non, invece, chi cerca in ogni modo di limitarne la libertà. Anche in questo caso possiamo dire che si ha una concezione curiosa, a tratti distorta, di chi incita l’odio e chi no.