Un’altra aggressione omofoba, per tutte le persone che “io tutta questa omofobia non la vedo”. Siamo in Piemonte, a Cuneo, dove un ragazzo di 30 anni lunedì è stato picchiato per un semplice motivo: è queer.
Il racconto dell’aggressione omofoba
Il ragazzo racconta che si trovava fuori da un locale e un uomo ha cominciato a prenderlo in giro perché indossava un cerchietto da unicorno sulla testa (che era correlato al tema della festa a cui stava partecipando). Poi ha cominciato a dargli del “ricch*on*” e alla fine ha terminato scaraventandolo per terra per prenderlo a calci sulla schiena. La matrice è chiara, questo ragazzo è stato picchiato in quanto queer.
Per quanto tempo ancora?
L’episodio non è il primo e non sarà purtroppo nemmeno l’ultimo. Le persone queer sono costantemente prese di mira, insultate e picchiate solo per il semplice fatto di esistere. Ci sarebbe bisogno di intervenire con leggi contro le discriminazioni e la violenza che subiscono le persone queer, ma anche fare educazione nelle scuole.
Sarebbe bello, ma fino a che abbiamo un Presidente del Senato che in un’intervista dice che avere un figlio gay sarebbe per lui un dispiacere, forse da questa legislatura non possiamo aspettarci dei grandi passi avanti. Certo, sarebbe anche un “dispiacere” scoprire che il figlio gay viene insultato a preso a calci da persone che con buona probabilità votano il suo partito o la sua coalizione.
Sarebbe un “dispiacere” scoprire che il figlio gay, se fosse vissuto nell’epoca di Benito Mussolini (di cui il Presidente del Senato ha i cimeli in casa), sarebbe finito molto probabilmente al confino in Italia, oppure nelle camere a gas in Germania. Forse il più grande dispiacere è avere certi personaggi che dominano la nostra classe politica. Queste dichiarazioni rappresentano solo la punta dell’iceberg di aggressioni e microaggressioni che subiamo in continuazione. Perché si parte dal “dispiacere” per poi arrivare ai calci nella schiena o peggio ancora.
Fonti: TorinoToday; Ansa; PagellaPolitica