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In Spagna passa la ‘Legge Trans’, Partito Gay LGBT+: È positivo. In Italia la si chiede da anni

In Spagna è stata approvata la Legge trans. Fabrizio Marrazzo del Partito Gay LGBT+ chiede sia fatta anche in Italia

La settimana scorsa, in un giorno solo, la Spagna ha compiuto tre passi in avanti decisivi per l’equità e la parità concreta di tutti i suoi cittadini. Nel dettaglio, il parlamento spagnolo, ha riformato la normativa sull’aborto, introdotto il congedo mestruale e ha approvato la cosiddetta ‘Legge Trans‘. Proprio su questa ultima Legge ci soffermeremo in questo articolo.

Vi avevamo già dato la notizia qualche giorno fa. Oggi, invece, vi riportiamo le parole di Fabrizio Marrazzo, Portavoce del Partito Gay LGBT+ Solidale, Ambientalista e Liberale, in merito a questa news nettamente positiva per tutta la comunità LGBT+. Purtroppo, come sapete, è positiva solo per le persone della nostra comunità che vivono nella penisola iberica. In Italia, infatti, sappiamo quanto è difficile la situazione e arretrata la mentalità.

Spagna approva ‘Legge Trans’, Fabrizio Marrazzo Partito Gay LGBT+: “È positiva la semplificazione, non aberrazione”

“Un passo positivo che va a semplificare quello che in Italia, nella stessa Spagna e in alti Paesi, i tribunali già fanno. Oggi, infatti, queste azioni sono possibili ma solo con lunghe trafile presso i tribunali. Questa legge va finalmente a fare ciò che noi, peraltro, chiediamo anche in Italia, e cioè semplificare il percorso e quindi garantire l’autodeterminazione delle persone trans“.

Così all’AdnKronos Fabrizio Marrazzo, portavoce del Partito Gay LGBT+ SAL, commenta il via libera definitivo del Parlamento spagnolo alla cosiddetta ‘legge trans’. Essa, infatti, prevede che a partire dai 16 anni sia possibile chiedere la modifica del proprio sesso all’anagrafe anche senza il consenso dei genitori. Ha poi continuato dicendo:

“Già oggi ragazzi e ragazze trans a 10 o 11 anni vestono in modo maschile o femminile. Non si capisce perché debbano aspettare di avere oltre 18 anni, poi passare davanti a un giudice e, forse, a 25 anni lo Stato li riconosce come uomini o donne quando loro, in realtà, iniziano molto prima. Questo comporta che poi in Italia abbiamo, sì, le ‘carriere alias‘, però loro vanno a scuola o al lavoro e nonostante abbiano le sembianze femminili o maschili, vengono chiamati col sesso biologico e non col sesso in cui si identificano, che è una forma di mobbing e di stress fortissimo per queste persone”.

“È una Legge che come attivista chiedo da 20 anni”

Per molti, dunque, una conquista, per altri un’aberrazione. Il Portavoce del Movimento in questione continua e cerca di spingere affinché anche l’Italia sia effettivamente e concretamente un Paese civile e progressista come spesso si definisce.

“Premesso che, come già accennato, percorsi simili in Italia già esistono perché approvati da alcuni giudici, non c’è nessuna aberrazione. Si va, semplicemente, a semplificare il percorso perché una persona lo sa dalla nascita quando nasce trans, sa dalla nascita di essere una persona che non corrisponde al sesso biologico. Oggi, che la ‘carriera alias’ dipende dalla scuola, dai professori e da tutta una serie di variabili, a quella persona tu gli dai un percorso istituzionale rapido che la riconosce. Nessuna aberrazione, dunque, in Italia già oggi gli studenti a 14 anni, in 30 o 40 scuole italiane, si possono far chiamare col nome femminile o maschile nel caso siano persone trans. Dunque, con questa legge si va semplicemente a prendere atto di quella che è la realtà e semplificare la vita alle persone, senza passare per tribunali e ‘carriere alias’.

Una legge del genere era nel nostro programma come Partito Gay per i diritti LGBT+ e l’abbiamo fatta inserire anche nel programma del M5S, con cui ci siamo candidati alle elezioni politiche. Anche se i nostri seggi non sono scattati, stiamo sensibilizzando vari parlamentari in questa direzione perché è importante che le persone trans possano essere riconosciute appieno. È una cosa che come attivisti LLGBT+ chiediamo già da 20 anni, da quando in Spagna è partita la cosiddetta ‘piccola soluzione’ che permetteva il cambio del nome senza fare il cambio del sesso”.

 

 

Fonti: ADNKronos: Partito Gay LGBT+ SAL