La politica, pur di fare propaganda e creare ancora più odio, discriminazione e divisione sociale, è arrivata al punto di parlare di una pubblicità e di strumentalizzare una bambina di circa cinque anni. Con tutti i problemi che ci sono in Italia e che hanno gli italiani sarebbe più opportuno che chi di competenza lavorasse e pensasse ad altro e non a uno spot.
I problemi su questa campagna, però, non sono solo legati al fatto che non si parla della famiglie LGBT+ (come se le persone LGBT+ non andassero a fare la spesa), ma che non fa arrivare allo spettatore il messaggio principale ovvero: perché dovrei scegliere l’Esselunga e non un altro supermercato per andare a fare la spesa? Cosa mi offri tu che un altro non mi può dare? Il problema di questo spot, infatti, è tutto qua. Nessun attacco alla “famiglia tradizionale” e nessun attacco a chi divorzia. La comunicazione sembra essere non corretta a monte. Dunque, posiamo le armi e analizziamo la pubblicità da un punto di vista comunicativo
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