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Vaticano: ritrarre una dichiarazione non è mai di aiuto!

Vaticano: ritrarre una dichiarazione non è mai di aiuto! Questo dovrebbe essere chiaro a tutti, ma a quanto pare c’è bisogno di ulteriore informazione al riguardo.

Vaticano: eresia o blasfemia è tornare indietro sui propri passi!

Come al solito ricadiamo sempre sulle stesse puntualizzazioni. Il Vaticano, pur di proteggersi pubblicamente, ritratta sulle sue dichiarazioni nel giro di pochi giorni. Indubbiamente affermare che le unioni di coppie dello stesso sesso sono benedette è ancora troppo. Di sicuro non per noi, ma per alcuni vescovi cattolici sì. Ed ecco che il Vaticano ritratta, così che questa misura non risulti “eretica” o “blasfema”.

Cos’è successo di preciso?

Con una dichiarazione lunga cinque pagine, l’ufficio del Vaticano ha riconosciuto di aver “sbagliato”. Ma come? Ebbene, in alcuni Paesi essere LGBTQIA+ può essere causa di una pena di morte. Questo il Vaticano dovrebbe saperlo, e quindi rimanere saldo nella sua decisione. Invece no. Preferisce riferire che queste benedizioni sono “imprudenti”. Beh, sappiamo che le persone che le ricevono potrebbero diventare bersaglio di violenza, o rischiare il carcere o addirittura la morte. L’idea sarebbe evitare del tutto la cosa, e una dichiarazione dal Vaticano poteva essere utile per smuovere un cambiamento radicale.

Come la Fiducia Supplicans del Vaticano ha causato problemi

Ecco che appare la Supplicating Trust. Questa “Fiducia Supplicans” firmata nel 18 Dicembre, è la famosa dichiarazione di benedizione, approvata da Papa Francesco. Ma mettiamo in luce l’Africa, che sappiamo essere uno dei Paesi più problematici al momento. Lì essere LGBTQIA+ è estremamente pericoloso, e il mondo intero lo sa nell’ultimo periodo. A quanto pare il Vaticano se l’è dimenticato, vediamo perché.

Un piccolo scorcio sull’Africa di oggi

A Maggio 2023 l’Uganda ha approvato una legge pericolosissima. Questo testo ha condannato a morte tutti i membri LGBTQIA+ lì presenti. Gli Stati Uniti, in risposta, hanno imposto una serie di sanzioni, tra cui restrizioni di viaggio e la rimozione dell’Uganda da un accordo commerciale senza dazi. Qui ci sarebbe servita una dichiarazione solida da parte del Vaticano. Invece ha dovuto pubblicare un chiarimento di cinque pagine su un’affermazione di otto. E a poco più di due settimane dopo la sua pubblicazione.

Scie d’odio contro il Vaticano

Come volevasi dimostrare, diversi enti episcopali cattolici hanno reagito negativamente alla cosa. Ovunque sono iniziate a comparire dichiarazioni negative, e tutte verso il Vaticano. In generale sottolineavano che le benedizioni non equivalevano ad un’approvazione ufficiale della comunità, o ad un sacramento del matrimonio per le coppie dello stesso sesso.

Interventi fallimentari

Il Dicastero per la Dottrina della Fede del Vaticano è quindi dovuto intervenire nella faccenda. Volete sapere come? Le benedizioni non sono “una giustificazione di tutte le loro azioni, e non sono una approvazione della vita che conducono”. Eh, ma allora non ce la date proprio. Spiegatemi che senso ha dichiarare una cosa e smentirla poche settimane dopo. È questo il problema sostanziale con le istituzioni cattoliche e cristiane: non si è ancora troppo pronti ad affrontare cambiamenti e conseguenze.

Al Vaticano servirebbero nuovi occhiali da lettura

Adesso avrei bisogno di un ulteriore approfondimento. Come può “una lettura completa e serena” della Fiducia Supplicans cambiare questa ritrattazione? Oramai il danno è stato fatto. Il ponte che poteva costruire questo testo è stato subito abbattuto. Non è una dichiarazione “chiara e definitiva riguardo al matrimonio e alla sessualità”. Sono parole buttate al vento, firmate dal Papa e dal Vaticano. Nulla di più.

Una dichiarazione problematica

Il Vaticano così aggiunge: “Evidentemente non c’è spazio per prendere le distanze dottrinalmente da questa dichiarazione o per considerarla eretica, contraria alla Tradizione della Chiesa o blasfema”. Non è questo il punto della questione. Questo testo poteva essere una nuova speranza nell’istituzione religiosa per la comunità LGBTQIA+. Una sorta di rinnovamento della speranza nei confronti della Chiesa. In reazione invece hanno solo dimostrato di essere i soliti conservatori, ancora troppo deboli per affrontare un vero problema sociale.

Come Papa Francesco fa la differenza in confronto al Vaticano

Papa Francesco, in confronto al Vaticano, ha cercato di rendere la Chiesa -che conta oltre 1,35 miliardi di membri- più accogliente nei confronti delle persone LGBTQIA+, senza cambiarne la dottrina morale. Tentativi ancora poco maturi, ma pur sempre incoraggianti. Questa “prudenza pastorale” a seconda delle leggi e delle circostanze locali fa tre passi indietro. Vanifica qualsiasi tentativo di dialogo e confronto, rendendo tutto sempre più difficile. Non bisognerebbe essere prudenti, ma accoglienti, così come insegna questa religione.

Realtà agghiaccianti estere

Il presidente del Burundi Evariste Ndayishimiye ha invitato i cittadini a lapidare i gay. Questa frase è di uno shock indescrivibile. Come si può accettare un leader politico come Ndayishimiye? Una persona che incita alla violenza per il semplice atto di amare? Credo che questa sua dichiarazione sia una chiara violazione dei diritti umani. E il Vaticano, al posto di condannarlo, ha preferito essere prudente. Lo stesso Papa Francesco probabilmente l’avrebbe definito infiltrato della Chiesa.

Al Vaticano servirebbe una lezione di civiltà umana basilare

“Se ci sono leggi che condannano il semplice atto di dichiararsi omosessuale con il carcere e in alcuni casi con la tortura e anche con la morte, va da sé che una benedizione sarebbe imprudente”, si legge nel comunicato vaticano. Che sia chiaro a tutti: togliere la libertà ad un individuo, torturarlo e ucciderlo non è peccaminoso per il Vaticano. Assolutamente no, se contro la comunità LGBTQIA+ va bene. Però benedire le loro unioni sarebbe imprudente. Ma fatemi il piacere.

Differenze imbarazzanti

Chiariamo anche che queste benedizioni non sono incluse nei rituali religiosi come un matrimonio. “Stiamo parlando di qualcosa che dura circa 10 o 15 secondi. Ha senso negare questo tipo di benedizioni a queste due persone che le chiedono?” ha riferito il Vaticano. Bene, vi ringrazio per i vostri 15 secondi di prudente attenzione. Stiamo veramente perdendo di vista l’obiettivo, il punto della situazione. E stiamo ridicolizzando le unioni di persone, chiaramente distinguendole dai matrimoni per coppie eterosessuali.

La situazione è grave, drammatica. E ci servirebbe un Vaticano più coscienzioso.

Aeden Russo

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