fbpx

Cure per tutt*, le revisioni di Biden: niente più discriminazione per transgender

In USA le cure per persone gay e trans in ospedale potranno essere svolte. Biden ha tolto il divieto che era stato imposto da Trump. Non è nuovo come la sanità sia un simbolo dei valori del sistema capitalista statunitense, dove se sei ricco ti puoi curare e se sei povero un po’ meno. Due anni fa c’erano ancora 28.9 milioni di americani non anziani sprovvisti di un’assicurazione sanitaria che coprisse le loro patologie. La presidenza di Trump degli ultimi 3 anni ha ulteriormente abbattuto la potenza del sistema sanitario degli USA.

Di fatto, rivedendo in peggio l’Affordable Care Act (aka Obamacare) voluto dall’ex presidente democratico (almeno di partito). Tra i vari lasciti dal tycoon, c’è la decisione ratificata a luglio del 2020 di rimuovere la clausula di non discriminazione basata su identità di genere prevista dall’ACA di Obama. In questo modo, infatti, si escludevano le persone transgender dall’accesso a molti servizi sanitari. Una nuova pagina nel libro dell’inequità sociale, verso la repressione del diritto a “essere se stess*”.  

Oggigiorno, però, questi temi toccano tutti*. La sensibilità collettiva sulle libertà di genere e di orientamento sessuale è ormai sempre più alta. È un tassello cardine nel puzzle di quella che sarà la società post-covid, al quale tutt* noi siamo in qualche modo chiamat* a partecipare.
Anche l’amministrazione Biden si presenta con buone intenzioni. Si è insediata da 4 mesi e progressivamente sta revisionando, fascicolo per fascicolo, le oscenità di Trump. 

USA, cure negate per gay e trans in ospedale: Biden toglie divieto di Trump

Tra le varie dichiarazioni, è notizia di lunedì scorso che il governo “fornirà protezioni contro la discriminazioni nella sanità che sono basate su identità di genere e orientamento sessuale, in modo tale da invertire le politiche conservatrici prioritizzate dai precedenti». Un’ottima riapertura, una grande vittoria per tutta la comunità LGBT+ statunitense che è stata commentata con positività anche dall’American Medical Association. L’associazione ha sottolineato la fine di “un triste capitolo dove un’agenzia federale ha cercato di rimuovere le tutele dei diritti civili“.

Le vecchie politiche, delle quali è stato imposto il rispetto fino a due settimane prima dell’arrivo di Biden, tramite HHS – il dipartimento di salute USA – dimostrano fino alla fine la volontà di Trump e repubblicani. Il loro obiettivo, infatti, pare sia stato quello di aumentare il divario sociale statunitense, riservando i privilegi alle minorità e frenando sui diritti civili.

Nel contesto in cui viviamo è inoltre abbastanza evidente come i sistemi sanitari dei vari paesi del mondo, abbiano negli ultimi 14 mesi, progressivamente diretto le unità sanitarie quasi esclusivamente nei riguardi del Covid-19. Questo ha causato ritardi e slittamenti di visite e esami per tante persone affette dalle patologie più varie. Ovviamente, quest’ultime, non hanno smesso di esistere con l’arrivo della pandemia, anzi.

Non possiamo permetterci che questa alterazione permanga, perché comporterebbe molti più morti per patologie che siamo in grado di curare. Tantomeno che la sanità diventi ancor più una cosa per poch*, in un mondo devastato dal cambio climatico dove come sempre le società più povere pagano gli effetti. 

La sfida più grande che ci attende è quella di combattere per una sanità pubblica, solidale, inclusiva, che offra ascolto e cure per tutt*, senza distinzione di alcun tipo. Senza bisogno di indicare la cittadinanza al triage del pronto soccorso, tantomeno esibire un qualche tipo di tessera o assicurazione sanitaria. Questo, unitamente alla battaglia per i diritti civili, per un mondo pulito, verde, solidale, e a misura di tutt*.