Squid Game è una serie tv di grandissimo successo approdata su Netflix nel 2021. Visto la “squid game mania” di quell’anno, molti erano entusiasti e in ansia in attesa della seconda stagione che è stata pubblicata sempre sulla stessa piattaforma il 26 Dicembre 2024. A farne da sfondo sono i soliti giochi mortali (che nella seconda stagione cambiano dal secondo gioco), le critiche alla società coreana e l’avidità di alcuni della società moderna.
Gi-hun (il protagonista della serie) ritornerà alla caccia degli organizzatori del gioco e del frontman per cercare di fermare il massacro. Anche questa volta i giocatori che sono stati reclutati hanno debiti elevati e rischierebbero la propria vita pur di risanare i propri debiti. Tra le giocatrici c’è anche una donna trans che si è indebitata non riuscendo a portare a termine la sua transizione. Giocherà un ruolo molto importante e si rivelerà un personaggio molto comprensivo.
Squid Game 2: giocatrice trans interpretata da un attore maschio cisgender ecco perché
Le critiche che si riferiscono a questo personaggio della fortunata serie tv di Netflix non sono relative alla sua condizione di donna trans. Sono affiorate perché a interpretarla è un attore maschio cisgender. La giocatrice 120, infatti, è stata interpretata da Park Sung-hoon, un attore maschio cisgender di 39 anni. Il regista, visto l’insorgersi delle critiche ha deciso, durante un’intervista, di rispondere e di fare tacere ogni dubbio:
Abbiamo fatto le ricerche di casting in Corea ma non si è presentato nessun attore trans, per non parlare di quelli apertamente gay, perché, sfortunatamente, nella società coreana la comunità LGBTQ è ancora piuttosto emarginata e più trascurata, il che è straziante. Era quasi impossibile trovare qualcuno che potessimo scegliere in modo autentico. E questo ci ha portato alla decisione di scegliere Sung-hoon. Ho seguito il suo lavoro sin dal suo debutto, e avevo piena fiducia in lui, che sarebbe stata la persona giusta in termini di talento nell’interpretare questo personaggio.
Infatti, nonostante l’omosessualità e la transessualità siano legali, la società sudcoreana non fornisce alcuna protezione contro le discriminazioni, non permette il riconoscimento delle coppie dello stesso sesso (le riconosce solo per il servizio sanitario) e nemmeno l’adozione. In sud corea l’omosessualità e la transessualità sono ancora un taboo, ragione per cui è difficile trovare delle persone appartenenti alla comunità LGBT+.
Raph